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Essi credevano che l'insurrezione dovesse partire non dalla città ma dalla campagna. Non con il contributo degli operai, come sostenevano i marxisti, bensì spingendo alla rivolta i contadini delle aree più depresse della penisola. Quest'idea peraltro non era nuova e si ispirava profondamente al pensiero di [[Carlo Pisacane]] che tanto proselitismo aveva fatto durante il risorgimento italiano. Non solo, lo stesso [[Bakunin]], aveva più volte ribadito l'importanza del movimento contadino rispetto ai propositi rivoluzionari anarchici. | Essi credevano che l'insurrezione dovesse partire non dalla città ma dalla campagna. Non con il contributo degli operai, come sostenevano i marxisti, bensì spingendo alla rivolta i contadini delle aree più depresse della penisola. Quest'idea peraltro non era nuova e si ispirava profondamente al pensiero di [[Carlo Pisacane]] che tanto proselitismo aveva fatto durante il risorgimento italiano. Non solo, lo stesso [[Bakunin]], aveva più volte ribadito l'importanza del movimento contadino rispetto ai propositi rivoluzionari anarchici. | ||
Ecco | Ecco perché [[Carlo Cafiero|Cafiero]] e [[Malatesta]] (la banda del Matese si costituì principalmente per merito loro) individuarono nel Matese la zona adatta alla guerriglia rivoluzionaria convinti che la popolazione locale, per lo più poverissima, li avrebbe seguiti con entusiasmo. I fatti dimostrarono però che si sbagliavano. | ||
== I fatti == | == I fatti == |