66 668
contributi
K2 (discussione | contributi) m (Sostituzione testo - " ani " con " anni ") |
K2 (discussione | contributi) m (Sostituzione testo - "seconda guerra mondiale" con "Seconda guerra mondiale") |
||
(Una versione intermedia di uno stesso utente non è mostrata) | |||
Riga 10: | Riga 10: | ||
Dopo l'amnistia del marzo [[1919]], rientra in libertà e riprende il suo attivismo partecipando al congresso di fondazione dell'[[Unione Comunista Anarchica Italiana]], svoltosi a Firenze dal [[12 aprile|12]] al [[14 aprile]]. Con l'avvento del [[fascismo]] viene più volte aggredito a Reggio Emilia, per questo, dopo aver preso parte al 3 ° Congresso dell'[[Unione Anarchica Italiana]] (novembre [[1921]]) decide di emigrare in [[Francia]]. | Dopo l'amnistia del marzo [[1919]], rientra in libertà e riprende il suo attivismo partecipando al congresso di fondazione dell'[[Unione Comunista Anarchica Italiana]], svoltosi a Firenze dal [[12 aprile|12]] al [[14 aprile]]. Con l'avvento del [[fascismo]] viene più volte aggredito a Reggio Emilia, per questo, dopo aver preso parte al 3 ° Congresso dell'[[Unione Anarchica Italiana]] (novembre [[1921]]) decide di emigrare in [[Francia]]. | ||
Membro del «gruppo Gori» di Parigi, in cui tra gli altri militano [[Armando Borghi]], [[Angelo Diotallevi]], [[Alberto Meschi]] e [[Enzo Fantozzi]], viene ingenuamente coinvolto nell'avventura pseudo-antifascista di Ricciotti Garibaldi, che ben presto si scoprirà essere un provocatore al soldo dell'[[OVRA]] fascista. Nel [[1927]] è membro del ''gruppo Pensiero e Volontà '' e uno dei redattori del suo organo propagandistico: ''[[La Lotta Umana]]'', diretto da [[Luigi Fabbri]] (Parigi, ottobre [[1927]] - aprile [[1929]]). | Membro del «gruppo Gori» di Parigi, in cui tra gli altri militano [[Armando Borghi]], [[Angelo Diotallevi]], [[Alberto Meschi]] e [[Enzo Fantozzi]], viene ingenuamente coinvolto nell'avventura pseudo-antifascista di Ricciotti Garibaldi, che ben presto si scoprirà essere un provocatore al soldo dell'[[OVRA]] fascista. Nel [[1927]] è membro del ''gruppo Pensiero e Volontà'' e uno dei redattori del suo organo propagandistico: ''[[La Lotta Umana]]'', diretto da [[Luigi Fabbri]] (Parigi, ottobre [[1927]] - aprile [[1929]]). | ||
Come molti altri redattori del giornale ([[Luigi Fabbri|Fabbri]], [[Ugo Fedeli|Fedeli]], [[Camillo Berneri|Berneri]]), il [[16 settembre]] [[1927]] viene espulso dal paese transalpino. Si reca quindi in [[Belgio]], a Bruxelles, dove viene assunto come operaio in una fabbrica di bottoni, pur proseguendo attivamente nella sua attività antifascista e anarchica. Espulso dal Belgio nel [[1929]], nonostante l'intervento della «Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo», decide di emigrare verso l'America latina per raggiungere [[Luigi Fabbri]] a Montevideo. | Come molti altri redattori del giornale ([[Luigi Fabbri|Fabbri]], [[Ugo Fedeli|Fedeli]], [[Camillo Berneri|Berneri]]), il [[16 settembre]] [[1927]] viene espulso dal paese transalpino. Si reca quindi in [[Belgio]], a Bruxelles, dove viene assunto come operaio in una fabbrica di bottoni, pur proseguendo attivamente nella sua attività antifascista e anarchica. Espulso dal Belgio nel [[1929]], nonostante l'intervento della «Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo», decide di emigrare verso l'America latina per raggiungere [[Luigi Fabbri]] a Montevideo. | ||
Riga 16: | Riga 16: | ||
Nella capitale uruguayana collabora alla rivista «[[Studi Sociali]]» (Montevideo-Bienos Aires, 40 numeri dal [[16 marzo]] [[1930]] al [[15 maggio]] [[1935]]) diretta da [[Luigi Fabbri|Luigi]] e [[Luce Fabbri]]. In seguito, a partire dal [[1930]], si indirizza verso il [[socialismo]] riformista di natura libertaria. | Nella capitale uruguayana collabora alla rivista «[[Studi Sociali]]» (Montevideo-Bienos Aires, 40 numeri dal [[16 marzo]] [[1930]] al [[15 maggio]] [[1935]]) diretta da [[Luigi Fabbri|Luigi]] e [[Luce Fabbri]]. In seguito, a partire dal [[1930]], si indirizza verso il [[socialismo]] riformista di natura libertaria. | ||
Durante la | Durante la Seconda guerra mondiale diviene presidente del Comitato di Montevideo dell'associazione Italia Libera e organizza molte manifestazioni contro il [[Nazismo|nazi]]-[[fascismo]]. Dopo la guerra, Gobbi permane nella sua residenza in Uruguay, dove apre una libreria e fonda la casa editrice Libreria Italiana. Depressosi a causa della grave crisi economica che colpisce l'[[Uruguay]] negli anni '60, Torquato Gobbi si suicida nel maggio del [[1963]]. | ||
== Bibliografia == | == Bibliografia == |