La Protesta (Argentina)
La Protesta (dal 1897 al 1903 La Protesta Humana) è un giornale che diffonde il pensiero anarchico classico in Argentina, storicamente il più importante organo giornalistico dell'anarchismo argentino.
Per un certo periodo ha rappresentato una voce non ufficiale della Federación Obrera Regional Argentina (FORA), il cui organo La organización obrera è apparso meno regolarmente per passare poi nelle mani di diverse correnti del movimento anarchico argentino.
Alle pagine de La Protesta hanno collaborato penne illustri come quelle di Mariano Cortés, José Prat, Eduardo Gilimón, Emilio Arana, Pietro Gori, Antoni Pellicer i Paraire, Juan Creaghe, Alberto Ghiraldo, Florencio Sánchez, José de Maturana, Elam Ravel, Francisco Berri, Garcia Balsas, Antonio Loredo, Federico Gutierrez, Diego Abad de Santillán, Emilio López Arango, Rodolfo González Pacheco e Ricardo Flores Magón.
Storia
Gli inizi de La Protesta Humana
La Protesta Humana apparve il 13 giugno 1897, fondata da un gruppo di lavoratori militanti di vari sindacati, e fu guidata durante i suoi primi cinque anni dall'ebanista spagnolo Gregorio Inglán Lafarga, che aveva scritto su El Perseguido e aveva fondato il quotidiano La Revolución Sociale nel 1886, e dal suo primo amministratore, il panettiere Francisco Berri.
Un contributo considerevole fu dato dal giornalista José Prat, anarchico giunto dalla Spagna in Argentina nel 1897 (a seguito del processo di Montjuïc), all'epoca in cui era iniziata la pubblicazione del giornale. Prat rimase nel Paese per un anno e durante questo periodo scrisse molti articoli e collaborò alla loro redazione. Al ritorno in Spagna, continuò a inviare lettere e articoli.
Grazie all'influenza di Prat, anche altri scrittori spagnoli, come Ricardo Mella e Anselmo Lorenzo, collaborarono a La Protesta Humana. Altri collaboratori del primo periodo furono Mariano Cortes e, dopo un breve passaggio nel socialismo, Eduardo García Gilimón.
Nel suo primo anno, La Protesta Humana affrontò molte questioni europee ed fu attiva nella pubblicazione di opere ed opuscoli. La maggior parte degli articoli erano copie e traduzioni della stampa anarchica europea. Uno spazio notevole fu dedicato alle rassegne del lavoro del movimento anarchico spagnolo.
Il lungo cammino de La Protesta
Il giornale svolse un ruolo notevole nello sviluppo dell'anarchismo (soprattutto dell'anarco-sindacalismo) in Argentina, nel rafforzamento della linea "organizzativa" e nell'aumento della partecipazione diretta alle attività dei sindacati. Con lo sviluppo economico-culturale argentino e il rafforzamento del proletariato urbano si manifestarono conflitti sindacali che dettero il via alla formazione di società di resistenza combattiva.
Nei suoi primi giorni La Protesta Humana era un quindicinale, poi alternò le vesti di settimanale e quindicinale per diversi anni, fino al 1° aprile 1904, quando divenne quotidiano. Il giornale intervenne attivamente nelle lotte operaie dell'epoca.
Un anarchico catalano, soprannominato Torrens Ros, che trascorse parte della sua vita in prigione in Spagna, deportato, arrivò al porto di Buenos Aires il 24 dicembre 1897 con la sua compagna e un giovane figlio. Le autorità per l'immigrazione permisero l'ingresso solo ai suoi parenti ed espulserò Torrens Ros. La Protesta Humana, venuta a sapere dell'espulsione, organizzò con successo una campagna per il rientro dell'esiliato.
L'atmosfera tranquilla che regnò in Argentina fino al 1900 - la quale rese possibile la libertà di azione, organizzazione ed espressione per gli anarchici - contribuì anche alla posizione sfavorevole assunta da La Protesta Humana verso la propaganda col fatto individualista. Un segno di ciò fu il posto straordinario assegnato agli articoli dall'anarchico spagnolo Ricardo Mella.
A partire dal novembre del 1900 venne pubblicata su La Protesta Humana una serie di articoli sul tema dell'"organizzazione dei lavoratori", firmati da Antonio Pellicer Paraire, considerata il più grande contributo teorico di uno spagnolo all'anarchismo.
Nel 1902, con l'apparizione della legge sulla residenza, le sue drammatiche conseguenze persecutorie per il movimento libertario e la soffocante pressione della polizia sugli anarchici locali, vi fu l'espulsione di molti militanti stranieri, fatto che colpì gravemente diverse penne de La Protesta Humana. Alle persecuzioni si aggiunsero le difficoltà economiche di una casa editrice che viveva grazie all'abbonamento dei suoi militanti.
Nell'agosto del 1903 fu lanciata una campagna per espandere la distrubuzione, abbassando il prezzo della copia prima a 5 e poi a 2 centesimi e invitando i compagni a venderla nei quartieri. Il secondo passo nella strategia di diffusione fu semplificare il nome del giornale, probabilmente per rendere più facile la pubblicità per le strade, imitando il suo principale concorrente nel campo dei lettori ribelli, il quotidiano socialista La Vanguardia. La Protesta Humana venne così chiamata La Protesta. Nel marzo del 1904 la redazione e la tipografia furono spostate in via Córdoba 359. Il 1° aprile 1904 il giornale divenne quotidiano e raggiunse la massima diffusione nella sua storia: di 100.000 copie. Ad agosto subentrò alla direzione lo scrittore e avvocato Alberto Ghiraldo. Nell'ottobre dello stesso anno, come supplemento settimanale culturale, vienne allegata la rivista Martín Fierro, anch'essa diretta da Ghiraldo.
Intorno al febbraio del 1905, i laboratori de La Protesta furono temporaneamente chiusi a causa dello stato d'assedio seguito alla Rivoluzione del 1905. Dal 1908 pubblicò un supplemento speciale con una selezione di materiale letterario e politico-ideologico di alto livello intellettuale. Nello stesso anno, La Protesta fu nuovamente attaccata, data alle fiamme e temporaneamente chiusa. Nel 1910, però, raggiunse il suo apice, diventando l'unico giornale anarchico al mondo a pubblicare contemporaneamente un pomeridiano: La Batalla. Ancora una volta i suoi laboratori vennero perquisiti e la pubblicazione venne chiusa. Nel 1913 la pubblicazione fu ripresa. Nel 1919 ebbe una tiratura di 15.000 copie. Durante il decennio successivo prese parte ad accesi dibattiti al centro del movimento anarchico, schierandosi con la tendenza organizzativa, specifica e antiterroristica, a discapito dell'antiorganizzazione, non specifista, guidata dal gruppo di anarchici attorno al periodico La Antorcha.
Sebbene abbia subito diverse interruzioni a causa del declino dell'influenza dell'anarchismo nel movimento operaio argentino, La Protesta continua ad essere pubblicata fino ad oggi.