Alfonso Failla: differenze tra le versioni

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Alla caduta del [[Fascismo|fascismo]], gli anarchici confinati a Ventotene non vengono liberati, bensì indirizzati verso il [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari |campo di concentramento di Renicci d'Anghiari]]<ref>Relazione di [[Giorgio Sacchetti]] in un convegno sulla "Guerra di sterminio e la resistenza", tenuto ad Arezzo, che ha focalizzato l'attenzione sulla ricostruzione dell'esperienza dei deportati anarchici provenienti dall'isola di Ventotene giunti a Renicci dal luglio 1943, e che permette di trarre solo una visione parziale del fenomeno del campo di Renicci.
Alla caduta del [[Fascismo|fascismo]], gli anarchici confinati a Ventotene non vengono liberati, bensì indirizzati verso il [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari |campo di concentramento di Renicci d'Anghiari]]<ref>Relazione di [[Giorgio Sacchetti]] in un convegno sulla "Guerra di sterminio e la resistenza", tenuto ad Arezzo, che ha focalizzato l'attenzione sulla ricostruzione dell'esperienza dei deportati anarchici provenienti dall'isola di Ventotene giunti a Renicci dal luglio 1943, e che permette di trarre solo una visione parziale del fenomeno del campo di Renicci.


Si legga di Carlo Spartaco Capogreco, ''Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere 1ª ed.  Italiano'', Mursia, 2003, ed ancora ''[http://www.ecn.org/filiarmonici/lager-italia.html Lager italiani sempre dal lavoro]'' </ref>, vicino ad Arezzo. Tra questi anche lo stesso Failla, che sarà  uno dei protagonisti di una serie di rivolte tese alla ricerca della [[libertà ]] che anche il nuovo governo stava loro negando ([http://www.romacivica.net/anpiroma/deportazione/deportazionecampi8.htm da ''ANPI'']) <ref name="ventotene"> Si legga [https://www.anarcopedia.org/index.php/gli_anarchici_e_la_resistenza_antifascista#Il_.22caso.22_Ventotene ''Il caso Ventotene'']</ref>.
Si legga di Carlo Spartaco Capogreco, ''Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere 1ª ed.  Italiano'', Mursia, 2003, ed ancora ''[http://www.ecn.org/filiarmonici/lager-italia.html Lager italiani sempre dal lavoro]'' </ref>, vicino ad Arezzo. Tra questi anche lo stesso Failla, che sarà  uno dei protagonisti di una serie di rivolte tese alla ricerca della [[libertà]] che anche il nuovo governo stava loro negando ([http://www.romacivica.net/anpiroma/deportazione/deportazionecampi8.htm da ''ANPI'']) <ref name="ventotene"> Si legga [https://www.anarcopedia.org/index.php/gli_anarchici_e_la_resistenza_antifascista#Il_.22caso.22_Ventotene ''Il caso Ventotene'']</ref>.


===Il viaggio da Ventotene a Renicci secondo la testimonianza di Failla===
===Il viaggio da Ventotene a Renicci secondo la testimonianza di Failla===
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Quando oramai la fraternizzazione fra anarchici e slavi era ben salda e i fatti dell'[[8 settembre]] [[1943]] avevano portato alla nascita della [[Repubblica Sociale Italiana]] e della conseguente resistenza partigiana, gli internati decidono di riunirsi nei campi per valutare il da farsi anche perchè le guardie più smaccatamente fasciste avevano assunto toni di arroganza intollerabili. Gli jugoslavi, militarmente più preparati dei nostri, propongono di valutare la possibilità  di procurarsi delle armi, fuggire dal campo e aggregarsi ai partigiani. Nella sezione del campo in cui è presente Failla, la situazione viene esposta da [[Ganu Kriezju]], albanese già  compagno di detenzione degli anarchici a Ventotene. Le guardie, comandate dal maggiore Fiorenzuoli, decidono di sciogliere l'adunata sediziosa cominciando a sparare a salve sui detenuti in riunione, ma ben presto gli spari a salve vengono sostituiti da quelli delle mitragliatrici a causa del quale muoiono due uomini (un anarchico e uno slavo).  
Quando oramai la fraternizzazione fra anarchici e slavi era ben salda e i fatti dell'[[8 settembre]] [[1943]] avevano portato alla nascita della [[Repubblica Sociale Italiana]] e della conseguente resistenza partigiana, gli internati decidono di riunirsi nei campi per valutare il da farsi anche perchè le guardie più smaccatamente fasciste avevano assunto toni di arroganza intollerabili. Gli jugoslavi, militarmente più preparati dei nostri, propongono di valutare la possibilità  di procurarsi delle armi, fuggire dal campo e aggregarsi ai partigiani. Nella sezione del campo in cui è presente Failla, la situazione viene esposta da [[Ganu Kriezju]], albanese già  compagno di detenzione degli anarchici a Ventotene. Le guardie, comandate dal maggiore Fiorenzuoli, decidono di sciogliere l'adunata sediziosa cominciando a sparare a salve sui detenuti in riunione, ma ben presto gli spari a salve vengono sostituiti da quelli delle mitragliatrici a causa del quale muoiono due uomini (un anarchico e uno slavo).  


Failla, quando insieme ad altri compagni viene trasferito nella città  di Arezzo (in mano ai nazisti), rendendosi conto che la situazione stava ormai precipitando, si appella all'umanità  del tenente Rouep, l'uomo che comandava il trasferimento dei detenuti politici. Rouep, pur essendo [[fascismo|fascista]], s'era sempre distinto per gli atteggiamenti un pochino più rispettosi ed "umani" verso i detenuti, per questo quando Failla gli dice che trasferirli ad Arezzo significava condannarli a morte visto che la città  toscana era sotto controllo dei [[Nazionalsocilaismo|tedeschi]], Rouep mosso a "compassione", nei pressi di Firenze ferma la colonna di camion, fa scendere i prigionieri affidando a Failla e [[Mario Perelli]], futuro comandante delle [[Brigate Bruzzi e Malatesta|Brigate Anarchiche Bruzzi-Malatesta]], sei prigionieri, di fatto concedendo loro la [[libertà ]]. Bruciati i loro stessi documenti, che li identificavano come anarchici, si danno alla macchia verso le montagne alla ricerca delle brigate partigiane a cui potersi aggregare.
Failla, quando insieme ad altri compagni viene trasferito nella città  di Arezzo (in mano ai nazisti), rendendosi conto che la situazione stava ormai precipitando, si appella all'umanità  del tenente Rouep, l'uomo che comandava il trasferimento dei detenuti politici. Rouep, pur essendo [[fascismo|fascista]], s'era sempre distinto per gli atteggiamenti un pochino più rispettosi ed "umani" verso i detenuti, per questo quando Failla gli dice che trasferirli ad Arezzo significava condannarli a morte visto che la città  toscana era sotto controllo dei [[Nazionalsocilaismo|tedeschi]], Rouep mosso a "compassione", nei pressi di Firenze ferma la colonna di camion, fa scendere i prigionieri affidando a Failla e [[Mario Perelli]], futuro comandante delle [[Brigate Bruzzi e Malatesta|Brigate Anarchiche Bruzzi-Malatesta]], sei prigionieri, di fatto concedendo loro la [[libertà]]. Bruciati i loro stessi documenti, che li identificavano come anarchici, si danno alla macchia verso le montagne alla ricerca delle brigate partigiane a cui potersi aggregare.


===La lotta partigiana===
===La lotta partigiana===
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