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==Biografia== | ==Biografia== | ||
'''Guido Picelli''' nasce in un'umile famiglia di Parma il [[9 ottobre]] [[1889]]. Amante della buona musica sin da ragazzo (in seguito | '''Guido Picelli''' nasce in un'umile famiglia di Parma il [[9 ottobre]] [[1889]]. Amante della buona musica sin da ragazzo (in seguito diverrà un esperto ed amante della [[musica]] lirica a livello quasi maniacale), dopo gli studi tecnici svolge diversi lavori: apprendista, attore girovago, orologiaio, ecc. | ||
Durante la prima guerra mondiale si arruola in fanteria, raggiungendo il grado di sottotenente e una medaglia di bronzo al valore, ritrovandosi fianco a fianco di molti concittadini: [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]], repubblicani, "[[interventisti di sinistra]]" in genere ed anche anarchici <ref> Il Parmense diede all'[[Italia]] il maggior numero di "[[interventisti di sinistra]]" che in seguito divennero la colonna portante dell'[[antifascismo]] militante e militare. Presso l' | Durante la prima guerra mondiale si arruola in fanteria, raggiungendo il grado di sottotenente e una medaglia di bronzo al valore, ritrovandosi fianco a fianco di molti concittadini: [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalisti rivoluzionari]], repubblicani, "[[interventisti di sinistra]]" in genere ed anche anarchici <ref> Il Parmense diede all'[[Italia]] il maggior numero di "[[interventisti di sinistra]]" che in seguito divennero la colonna portante dell'[[antifascismo]] militante e militare. Presso l'Università di Parma studiò una singolare figura come quella di [[Alcestre De Ambris]], [[sindacalismo rivoluzionario|sindacalista rivoluzionario]], "interventista di sinistra", amico di [[Impresa di Fiume|Gabriele D'Annunzio]], [[antifascismo|antifascista]] ed autore della [[Impresa di Fiume|Carta del Carnaro]] (la costituzione della [[Impresa di Fiume|Libera Repubblica di Fiume]]), assai più progressista della Costituzione Italiana ('''NdR''')]. Con l'avvento del [[Fascismo|fascismo]] furono offerti altissimi incarichi al De Ambris affinchè passasse al regime, come peraltro fecero molti noti ed a suo tempo combattivi sindacalisti rivoluzionari, ma Alceste si rifiutò e andò esule in [[Francia]] dove continuò ad occuparsi degli aiuti ai fuoriusciti [[antifascismo|antifascisti]] e dove morì alcuni anni dopo, intristito per la sconfitta subita e per il tradimento di molti "compagni"</ref> | ||
Nel [[1919]] aderisce al Partito Socialista, fonda la sezione locale della "Lega proletaria mutilati, invalidi, reduci, orfani e vedove di guerra" ed organizza la Guardia rossa autonoma <ref name="barricate">[http://www.barricateaparma.it/protagonisti2.htm da BarricateParma]</ref>. Nel [[1920]] viene arrestato per aver impedito la partenza di militari diretti in Albania; | Nel [[1919]] aderisce al Partito Socialista, fonda la sezione locale della "Lega proletaria mutilati, invalidi, reduci, orfani e vedove di guerra" ed organizza la Guardia rossa autonoma <ref name="barricate">[http://www.barricateaparma.it/protagonisti2.htm da BarricateParma]</ref>. Nel [[1920]] viene arrestato per aver impedito la partenza di militari diretti in Albania; sarà scarcerato nel [[1921]] in seguito alla sua elezione in Parlamento nelle liste del Partito socialista. | ||
Passato, come indipendente, alle fila del Partito Comunista d'Italia il occasione del [[1 maggio|primo maggio]] del [[1924]] ormai a [[fascismo]] asceso a regime issa sul balcone del Parlamento, dove permane per quindici minuti, la bandiera rossa prima che gli sgherri [[fascismo|fascisti]] riescano a toglierla. <ref>[http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=686 ''La bandiera rossa sventola su Montecitorio'' di Giancarlo Bocchi Il Manifesto, 5 gennaio 2008]</ref> | Passato, come indipendente, alle fila del Partito Comunista d'Italia il occasione del [[1 maggio|primo maggio]] del [[1924]] ormai a [[fascismo]] asceso a regime issa sul balcone del Parlamento, dove permane per quindici minuti, la bandiera rossa prima che gli sgherri [[fascismo|fascisti]] riescano a toglierla. <ref>[http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=686 ''La bandiera rossa sventola su Montecitorio'' di Giancarlo Bocchi Il Manifesto, 5 gennaio 2008]</ref> | ||
=== L'antifascismo e gli Arditi del Popolo === | === L'antifascismo e gli Arditi del Popolo === | ||
Con l'anarchico [[Antonio Cieri]] è tra gli organizzatori degli [[Arditi del Popolo]] e l'anima della leggendaria [[Difesa di Parma del 1922]], in cui 350 [[Arditi del Popolo]] (tra cui anche il fratello Vittorio <ref> '''Vittorio Picelli''', nato a Parma nel [[1893]] e morto a Roma nel [[1979]], fu presente con il fratello Guido nelle 5 giornate della [[Difesa di Parma del 1922]]. [[sindacalismo rivoluzionario|Sindacalista rivoluzionario]], momentaneamente capo militare della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" che combattè a Parma gli [[Fascismo|squadristi fascisti]] a fianco degli [[Arditi del Popolo]], l'effettivo leader, [[Impresa_di_Fiume|Alcestre De Ambris]], autore della ''Carta del Carnaro'' ovvero la "costituzione" della [[Impresa di Fiume|Libera Repubblica di Fiume]], molto più progressista ed [èeguaglianza|eguaglitaria]] della costituzione italiana, era andato a chiedere aiuto e sostegno a [[Impresa_di_Fiume|Gabriele D'Annunzio]] per l'elaborazione di una strategia globale miltare contro i [[Fascismo|fascisti]] che non ammettesse tentennamenti di sorta. Il comandante "sul campo" fu quindi Vittorio Picelli. Vittorio Picelli è noto anche per aver fondato nel [[1909]] il "Fascio Anticlericale [[Francisco Ferrer y Guardia|Francisco_Ferrer]]". | Con l'anarchico [[Antonio Cieri]] è tra gli organizzatori degli [[Arditi del Popolo]] e l'anima della leggendaria [[Difesa di Parma del 1922]], in cui 350 [[Arditi del Popolo]] (tra cui anche il fratello Vittorio <ref> '''Vittorio Picelli''', nato a Parma nel [[1893]] e morto a Roma nel [[1979]], fu presente con il fratello Guido nelle 5 giornate della [[Difesa di Parma del 1922]]. [[sindacalismo rivoluzionario|Sindacalista rivoluzionario]], momentaneamente capo militare della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" che combattè a Parma gli [[Fascismo|squadristi fascisti]] a fianco degli [[Arditi del Popolo]], l'effettivo leader, [[Impresa_di_Fiume|Alcestre De Ambris]], autore della ''Carta del Carnaro'' ovvero la "costituzione" della [[Impresa di Fiume|Libera Repubblica di Fiume]], molto più progressista ed [èeguaglianza|eguaglitaria]] della costituzione italiana, era andato a chiedere aiuto e sostegno a [[Impresa_di_Fiume|Gabriele D'Annunzio]] per l'elaborazione di una strategia globale miltare contro i [[Fascismo|fascisti]] che non ammettesse tentennamenti di sorta. Il comandante "sul campo" fu quindi Vittorio Picelli. Vittorio Picelli è noto anche per aver fondato nel [[1909]] il "Fascio Anticlericale [[Francisco Ferrer y Guardia|Francisco_Ferrer]]". | ||
Con il [[fascismo]] asceso a regime, Guido Picelli divenne membro di "[[Italia Libera]]", nascente organizzazione [[antifascismo|antifascista]]. Riparò in [[Francia]] nel [[1924]] e a Parigi fu fra i promotori del gruppo sindacalista intitolato a [[Filippo Corridoni]], occupandosi del giornale dell'organizzazione: «Corriere degli Italiani». Entro' in contatto con Vittorio Ambrosini e Giuseppe Mingrino che in quel periodo da dirigenti valorosi degli [[Arditi del Popolo]] erano finiti a causa di sporchi ricatti da parte dell'[[OVRA]] a far azioni di rottura all'interno del fronte [[antifascismo|antifascista]] dei "fuoriusciti". Vittorio Picelli non prese parte a simili vili atti provocatori. In seguito aderì alla "Lega italiana dei diritti e della concentrazione antifascista" e nel [[1934]] divenne simpatizzante di [[Carlo Rosselli|Giustizia e | Con il [[fascismo]] asceso a regime, Guido Picelli divenne membro di "[[Italia Libera]]", nascente organizzazione [[antifascismo|antifascista]]. Riparò in [[Francia]] nel [[1924]] e a Parigi fu fra i promotori del gruppo sindacalista intitolato a [[Filippo Corridoni]], occupandosi del giornale dell'organizzazione: «Corriere degli Italiani». Entro' in contatto con Vittorio Ambrosini e Giuseppe Mingrino che in quel periodo da dirigenti valorosi degli [[Arditi del Popolo]] erano finiti a causa di sporchi ricatti da parte dell'[[OVRA]] a far azioni di rottura all'interno del fronte [[antifascismo|antifascista]] dei "fuoriusciti". Vittorio Picelli non prese parte a simili vili atti provocatori. In seguito aderì alla "Lega italiana dei diritti e della concentrazione antifascista" e nel [[1934]] divenne simpatizzante di [[Carlo Rosselli|Giustizia e Libertà ]]. Entrato in un periodo di forti difficoltà economiche, si recò in [[Belgio]] nel [[1935]] ed a questo punto tradì la causa [[antifascismo|antifascista]] chiedendo a Mussolini di parteciapre al conflitto in Africa Orientale onde aver di che sostentarsi, lui e la sua famiglia; ovviamente a Mussolini neppur sembrò vero che un irriducibile antifascista "ritornasse all'ovile" e concedette quanto richiesto. Rientrato a Roma dall'Africa Orientale, divenne dirigente nel sindacato fascista e scrisse ''Il fante nella guerra nell'Africa Orientale''. La sua vicenda è opposta a quella di [[Alceste De Ambris]], a cui Mussolini avrebbe fatto ponti d'oro per il suo ingresso nel partito fascista, vista anche la sua enorme notorietà , ma mai l'ex capo sindacalista rivoluzionario accettò tali inviti, occupandosi invece del sostententamento dei "fuoriusciti" antifascisti in Francia. | ||
</ref>, comandate sul campo della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Legione_Proletaria_Filippo_Corridoni Cenni storici relativi alla "Legione Proletaria Filippo Corridoni"]</ref>, affiancati dalla popolazione, compresi alcuni religiosi (ci fu il tacito assenso del vescovo di Parma), riescono a mettere in fuga decine di migliaia di [[Fascismo|squadristi fascisti]] comandati da Farinacci, poi sostituito da Italo Balbo visto che Mussolini non poteva accettare un'onta simile. Anche dopo l'occupazione di Parma da parte dei militari, necessari per "sedare" le acque e soffocare quello che per loro era un pericolosissimo focolaio [[antifascismo|antifascista]] dopo la caduta della [http://www.ainfos.ca/02/nov/ainfos00320.html Camera del Lavoro di Genova], nodo focale per il [[Fascismo|fascismo]], Guido Picelli continua la sua azione antifascista favorito dall'essere ancora un deputato socialista che gli garantisce l' | </ref>, comandate sul campo della "Legione Proletaria Filippo Corridoni" <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Legione_Proletaria_Filippo_Corridoni Cenni storici relativi alla "Legione Proletaria Filippo Corridoni"]</ref>, affiancati dalla popolazione, compresi alcuni religiosi (ci fu il tacito assenso del vescovo di Parma), riescono a mettere in fuga decine di migliaia di [[Fascismo|squadristi fascisti]] comandati da Farinacci, poi sostituito da Italo Balbo visto che Mussolini non poteva accettare un'onta simile. Anche dopo l'occupazione di Parma da parte dei militari, necessari per "sedare" le acque e soffocare quello che per loro era un pericolosissimo focolaio [[antifascismo|antifascista]] dopo la caduta della [http://www.ainfos.ca/02/nov/ainfos00320.html Camera del Lavoro di Genova], nodo focale per il [[Fascismo|fascismo]], Guido Picelli continua la sua azione antifascista favorito dall'essere ancora un deputato socialista che gli garantisce l'immunità e la liberazione quasi immediata dopo ogni arresto. | ||
Di carattere estroverso, è amatissimo dagli strati più poveri della popolazione, soprattutto per alcune azioni coraggiose: si racconta che riuscì a fermare un plotone di poliziotti pronti alla carica di una inerme manifestazione popolare, frapponendo un gruppo di [[Arditi del Popolo]] e rifiutandosi non solo di obbedire agli ordini dell'ufficiale che comandava i poliziotti, ma anche intimando loro di ritirarsi. Il carisma di Picelli era tale che i poliziotti obbedirono ai suoi ordini piuttosto che a quelli del loro diretto superiore <ref name="anedotto">Aneddoto sintetizzato da ''Oltretorrente'', di Pino Caccucci</ref>. | Di carattere estroverso, è amatissimo dagli strati più poveri della popolazione, soprattutto per alcune azioni coraggiose: si racconta che riuscì a fermare un plotone di poliziotti pronti alla carica di una inerme manifestazione popolare, frapponendo un gruppo di [[Arditi del Popolo]] e rifiutandosi non solo di obbedire agli ordini dell'ufficiale che comandava i poliziotti, ma anche intimando loro di ritirarsi. Il carisma di Picelli era tale che i poliziotti obbedirono ai suoi ordini piuttosto che a quelli del loro diretto superiore <ref name="anedotto">Aneddoto sintetizzato da ''Oltretorrente'', di Pino Caccucci</ref>. | ||
Passa al Partito Comunista D'Italia, Picelli viene arrestato insieme ad un gruppo di [[Arditi del Popolo|Arditi]] nel [[1923]] ma è rilasciato poiché gode ancora dell' | Passa al Partito Comunista D'Italia, Picelli viene arrestato insieme ad un gruppo di [[Arditi del Popolo|Arditi]] nel [[1923]] ma è rilasciato poiché gode ancora dell'immunità parlamentare. Quando però nel [[1926]] i parlamentari di sinistra vengono dichiarati decaduti dal mandato parlamentare, Picelli è arrestato e condannato a 5 anni di confino a Lampedusa e Lipari. Nel [[1927]], dopo aver già scontato 7 mesi di [[carcere]], si sposa con Paolina Rocchetti, compagna conosciuta negli ambienti della "sinistra". Riparato in [[Francia]] nel [[1932]], la sua propaganda [[antifascismo|antifascista]] e rivoluzionaria è ugualmente molto efficace, tant'è che è anche da lì espulso e costretto a trasferirsi in [[Belgio]] e poi in [[URSS]]. | ||
=== Il periodo in URSS === | === Il periodo in URSS === | ||
: «L'odissea di Guido Picelli a Mosca, rimasta segreta fino a oggi, è emersa da una serie di documenti riservati che abbiamo trovato nell'Archivio del Comintern (Rgaspi) e in altri due archivi moscoviti. Sono carte che testimoniano dall'interno i meccanismi segreti dello stalinismo e mettono a fuoco il ruolo di Togliatti.» <ref name="tele2">[http://www.telestreetbari.it/content/view/642/5/ ''Guido Picelli: l'eroe di Parma e Spagna'', da «L'Espresso» del [[2 ottobre]] [[2008]]]</ref> | : «L'odissea di Guido Picelli a Mosca, rimasta segreta fino a oggi, è emersa da una serie di documenti riservati che abbiamo trovato nell'Archivio del Comintern (Rgaspi) e in altri due archivi moscoviti. Sono carte che testimoniano dall'interno i meccanismi segreti dello stalinismo e mettono a fuoco il ruolo di Togliatti.» <ref name="tele2">[http://www.telestreetbari.it/content/view/642/5/ ''Guido Picelli: l'eroe di Parma e Spagna'', da «L'Espresso» del [[2 ottobre]] [[2008]]]</ref> | ||
Giunto in URSS lavora come operaio, distinguendosi tuttavia dalla linea stalinista. Per questo rischia il [[carcere]], così come lo rischiano gli altri dissidenti, tra cui il compagno Dante Corneli ([[Ardito del Popolo|Ardito]], amico di [[Antonio Gramsci]], che solo dopo molti anni di [[carcere]] stalinista, alla fine della seconda guerra mondiale, | Giunto in URSS lavora come operaio, distinguendosi tuttavia dalla linea stalinista. Per questo rischia il [[carcere]], così come lo rischiano gli altri dissidenti, tra cui il compagno Dante Corneli ([[Ardito del Popolo|Ardito]], amico di [[Antonio Gramsci]], che solo dopo molti anni di [[carcere]] stalinista, alla fine della seconda guerra mondiale, potrà tornare in [[Italia]] | ||
"<ref name="togliatti1">[http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2043047/16&print=true Quel Togliatti mai visto di [[Giancarlo Bocchi]]]</ref>). Coinvolto nelle lotte intestine con l'opposizione trotzkista, Picelli è presto un uomo avvilito e deluso; egli sa che l'arresto di [[Emilio Guarnaschelli]] significa che il cerchio si sta stringendo sui comunisti italiani antistalinisti. Infatti, il [[9 gennaio]] [[1935]], Picelli è interrogato dall'[[Ceka|Nkvd]], la polizia segreta di [[Stalin]]. Immediatamente licenziato, gli vengono negati i ''talon'', ovvero i buoni per comprare il cibo e pagarsi l'appartamento in affitto. | "<ref name="togliatti1">[http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2043047/16&print=true Quel Togliatti mai visto di [[Giancarlo Bocchi]]]</ref>). Coinvolto nelle lotte intestine con l'opposizione trotzkista, Picelli è presto un uomo avvilito e deluso; egli sa che l'arresto di [[Emilio Guarnaschelli]] significa che il cerchio si sta stringendo sui comunisti italiani antistalinisti. Infatti, il [[9 gennaio]] [[1935]], Picelli è interrogato dall'[[Ceka|Nkvd]], la polizia segreta di [[Stalin]]. Immediatamente licenziato, gli vengono negati i ''talon'', ovvero i buoni per comprare il cibo e pagarsi l'appartamento in affitto. | ||
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=== In Spagna === | === In Spagna === | ||
Guido Picelli può a questo punto lasciare l'URSS ([[1936]]) e giungere a Parigi, dove incontra [[Julian Gorkin]] <ref>'''Julian Gorkin''', pseudonimo di Julian Gómez García (Camp de Morvedre, [[1901]] – Parigi, [[1987]]), politico, scrittore e rivoluzionario spagnolo. Militò in diverse formazioni politiche socialiste e comuniste: il suo soprannome è un omaggio a [[Maksim Gor'kij]] e a [[Lenin]], pur essendo politicamente vicino alle tesi di [[Lev Trotzkij]]. Nel [[1933]] confluì nel "Blocco Operaio e Contadino" (da cui, fondendosi con ''Izquierda Comunista de España'', nacque il [[POUM]]), si stabilì a Valencia e curò l'organo del partito, «[[La Batalla]]». Nel [[1934]] dovette di nuovo espatriare in [[Francia]], ivi si occupò dell'organizzazione dei rifugiati politici spagnoli. Candidato nelle liste del Fronte Popolare a Valencia, durante la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione Spagnola]] si occupò principalmente, grazie a «La Batalla», di avversare la deriva stalinista e anti-rivoluzionaria che la Repubblica stava attraversando. Fu imprigionato come molti capi politici del [[POUM]], ma riuscì a fuggire nel [[1937]] attraversando i Pirenei per riparare in [[Francia]]. Durante la seconda guerra mondiale, con [[Nazionalsocialismo|l'occupazione nazista]] della [[Francia]] e il conseguente governo fantoccio fascista di Vichy, si rifugiò in Messico. In quella terra scrisse la sua famosa opera ''Così fu assassinato Trotsky''. Ritornato in [[Francia]], proseguì il suo lavoro come scrittore e come memoria storica del periodo fra le due guerre mondiali. </ref> del [[POUM]] (Partido Obrero de Unificación Marxista, [[comunismo|comunisti]] antistalinisti, il cui leader [[Andreas Nin]] in seguito | Guido Picelli può a questo punto lasciare l'URSS ([[1936]]) e giungere a Parigi, dove incontra [[Julian Gorkin]] <ref>'''Julian Gorkin''', pseudonimo di Julian Gómez García (Camp de Morvedre, [[1901]] – Parigi, [[1987]]), politico, scrittore e rivoluzionario spagnolo. Militò in diverse formazioni politiche socialiste e comuniste: il suo soprannome è un omaggio a [[Maksim Gor'kij]] e a [[Lenin]], pur essendo politicamente vicino alle tesi di [[Lev Trotzkij]]. Nel [[1933]] confluì nel "Blocco Operaio e Contadino" (da cui, fondendosi con ''Izquierda Comunista de España'', nacque il [[POUM]]), si stabilì a Valencia e curò l'organo del partito, «[[La Batalla]]». Nel [[1934]] dovette di nuovo espatriare in [[Francia]], ivi si occupò dell'organizzazione dei rifugiati politici spagnoli. Candidato nelle liste del Fronte Popolare a Valencia, durante la [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Rivoluzione Spagnola]] si occupò principalmente, grazie a «La Batalla», di avversare la deriva stalinista e anti-rivoluzionaria che la Repubblica stava attraversando. Fu imprigionato come molti capi politici del [[POUM]], ma riuscì a fuggire nel [[1937]] attraversando i Pirenei per riparare in [[Francia]]. Durante la seconda guerra mondiale, con [[Nazionalsocialismo|l'occupazione nazista]] della [[Francia]] e il conseguente governo fantoccio fascista di Vichy, si rifugiò in Messico. In quella terra scrisse la sua famosa opera ''Così fu assassinato Trotsky''. Ritornato in [[Francia]], proseguì il suo lavoro come scrittore e come memoria storica del periodo fra le due guerre mondiali. </ref> del [[POUM]] (Partido Obrero de Unificación Marxista, [[comunismo|comunisti]] antistalinisti, il cui leader [[Andreas Nin]] in seguito sarà trucidato da emissari di Stalin tramite il Nkvd). [[Julian Gorkin]] vorrebbe che un battaglione di miliziani del [[POUM]] fosse comandato da Guido Picelli, così come lo vorrebbero molti miliziani italiani [[antifascismo|antifascisti]] presenti sul fronte di Madrid. Il carisma di Picelli mandò nel panico molti [[comunismo|comunisti]] autoritari, i quali decidono di spedire a Barcellona [[Ottavio Pastore]], vecchio compagno ed amico di Guido, autore nel [[1922]] del resoconto sulla [[Difesa di Parma del 1922]] (pubblicata su «L'Ordine nuovo» di [[Antonio Gramsci]]), con l'intento di convincere Picelli a rifiutare l'offerta di Gorkin. Resosi conto che la sua vita è ancora in pericolo, accetta solo il comando del IX° battaglione delle [[Brigate Internazionali]]. In seguito costituisce un vero e proprio battaglione formato da 500 miliziani che però senza avviso alcuno verrà inglobato nel Battaglione Garibaldi, con l'evidente intento di emarginare il "comandante eretico". | ||
«Picelli meriterebbe il comando di una Brigata!», scrive [[Gustav Regler]], commissario politico di una brigata internazionale. Pure [[Randolfo Pacciardi]], repubblicano italiano e comandante del Battaglione Garibaldi, imbarazzato per quanto verificatosi, vorrebbe quantomeno che Picelli ricoprisse il ruolo di vicecomandante. | «Picelli meriterebbe il comando di una Brigata!», scrive [[Gustav Regler]], commissario politico di una brigata internazionale. Pure [[Randolfo Pacciardi]], repubblicano italiano e comandante del Battaglione Garibaldi, imbarazzato per quanto verificatosi, vorrebbe quantomeno che Picelli ricoprisse il ruolo di vicecomandante. | ||
Alla fine Guido Picelli ed il suo battaglione affronteranno i franchisti a Boadilla del Monte, conquistando Mirabueno e liberando Almadrones. Combattente coraggioso, Picelli è ferito a morte il [[5 gennaio]] [[1937]] durante la cruenta battaglia di Guadalajara. Gli viene reso onore con un funerale di [[Stato]] a Barcellona trasformatosi in una grande manifestazione [[antifascismo|antifascista]] e antifranchista. La salma di Picelli non | Alla fine Guido Picelli ed il suo battaglione affronteranno i franchisti a Boadilla del Monte, conquistando Mirabueno e liberando Almadrones. Combattente coraggioso, Picelli è ferito a morte il [[5 gennaio]] [[1937]] durante la cruenta battaglia di Guadalajara. Gli viene reso onore con un funerale di [[Stato]] a Barcellona trasformatosi in una grande manifestazione [[antifascismo|antifascista]] e antifranchista. La salma di Picelli non sarà mai riportata in [[Italia]]. | ||
== Ipotesi sulla sua morte == | == Ipotesi sulla sua morte == | ||
Una versione della vicenda e che sembrerebbe presagire i tragici fatti a danno di [[ | Una versione della vicenda e che sembrerebbe presagire i tragici fatti a danno di [[Personalità anarchiche|anarchici]], comunisti del [[POUM]], e/o comunisti antistalinisti in genere, è quella riportata su un articolo di «La Repubblica» a firma di Giancarlo Bocchi <ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/quel-togliatti-mai-visto/2043047//2 quel Togliatti maivisto]</ref>: | ||
: «Il [[5 gennaio]] del [[1937]], dopo aver conquistato le alture di El Matoral, viene colpito alle spalle da una pallottola 'vagante'. Dopo tre funerali di Stato, a Madrid, Valencia e Barcellona, questi ultimi imponenti e ai quali partecipano 100 mila persone, che [[POUM|Andrés Nin]] e [[POUM|Julian Gorkin]] del [[POUM|Poum]] leggeranno come un avvertimento nei loro confronti, Togliatti | : «Il [[5 gennaio]] del [[1937]], dopo aver conquistato le alture di El Matoral, viene colpito alle spalle da una pallottola 'vagante'. Dopo tre funerali di Stato, a Madrid, Valencia e Barcellona, questi ultimi imponenti e ai quali partecipano 100 mila persone, che [[POUM|Andrés Nin]] e [[POUM|Julian Gorkin]] del [[POUM|Poum]] leggeranno come un avvertimento nei loro confronti, Togliatti scriverà un ampio necrologio sull'Internazionale comunista, e l'Unità clandestina pubblicherà l'ultima lettera (11 dicembre 1936) di Picelli alla moglie. Uno scritto molto strano alla luce dei documenti oggi ritrovati, che egli così conclude: "(.) Salutami Lusignoli e tutti i parmensi". Solo un saluto o un ultimo messaggio in codice ai suoi [[Arditi del Popolo]] a Parigi?» | ||
Questo fa presupporre un altro caso di "pulizia staliniana" a danno di Guido Picelli come nel seguito | Questo fa presupporre un altro caso di "pulizia staliniana" a danno di Guido Picelli come nel seguito accadrà ai miliziani [[POUM|comunisti non stalinisti o, meglio, antistalinisti]]. Nonostante nessun storico di vaglia abbia mai documentato la ricostruzione della fine di Picelli, son sorte diverse discussioni in merito e comunque, quale che sia la modalità della sua morte, nulla toglie alla sua figura, sia umana che di grande miliziano [[antifascismo|antifascista]]. | ||
==Il ricordo della figura di Guido Picelli== | ==Il ricordo della figura di Guido Picelli== | ||
La sua | La sua città natale, Parma, gli ha dedicato una piazza, ma il ricordo del suo nome è stato così grande per l'[[antifascismo]] che anche altre città gli hanno intitolate vie e piazze: Via Guido Picelli a Bibbiano (Reggio Emilia), Via Guido Picelli a Montechiarugolo (Parma), Vicolo Guido Picelli a Sorbolo (Parma), Via Guido Picelli a Ferrara, Via Guido Picelli a Melito (Napoli). | ||
Intorno alla sua figura, a quella di [[Antonio Cieri]], e alla battaglia combattuta a [[Difesa_di_Parma_del_1922|Parma]], lo scrittore Pino Cacucci ha scritto il libro ''Oltretorrente'', edito da Feltrinelli. | Intorno alla sua figura, a quella di [[Antonio Cieri]], e alla battaglia combattuta a [[Difesa_di_Parma_del_1922|Parma]], lo scrittore Pino Cacucci ha scritto il libro ''Oltretorrente'', edito da Feltrinelli. | ||
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di Guido Picelli</ref> di Parma è stata collocata una lapide in suo onore, in cui Picelli è così ricordato e descritto: | di Guido Picelli</ref> di Parma è stata collocata una lapide in suo onore, in cui Picelli è così ricordato e descritto: | ||
: «...fulgida espressione dell'eroismo popolare. Condottiero, animatore instancabile strenuo difensore della nostra | : «...fulgida espressione dell'eroismo popolare. Condottiero, animatore instancabile strenuo difensore della nostra città contro le orde [[Fascismo|fasciste]] nel 1922 alla testa degli [[Arditi del Popolo|arditi del popolo]], deputato [[comunismo|comunista]] in parlamento, nelle galere [[Fascismo|fasciste]] esempio ai compagni, s'immolò in terra di Spagna nel 1937 combattendo per la libertà . Vivrà eterno nella memoria dei popoli» <ref>[http://3.bp.blogspot.com/_MQWoxy8PamI/SWANKnsiMxI/AAAAAAAAC8s/9BqcoOyLGcA/s1600-h/02prpicelli.jpg Foto]</ref> | ||
Sulla «Gazzetta di Parma» del [[5 gennaio]] [[2010]] è sta uficializzata la posa in opera di un monumento in bronzo dedicato a Picelli: | Sulla «Gazzetta di Parma» del [[5 gennaio]] [[2010]] è sta uficializzata la posa in opera di un monumento in bronzo dedicato a Picelli: | ||
: «Oggi si celebrava il 73° della morte di Guido Picelli, e l'assessore Sommi - intervenuto all cerimonia - ha annunciato che l'eroe delle Barricate | : «Oggi si celebrava il 73° della morte di Guido Picelli, e l'assessore Sommi - intervenuto all cerimonia - ha annunciato che l'eroe delle Barricate avrà un suo monumento dopo l'estate»<br /> | ||
:«Con buona pace di Giuseppe Verdi, è stato l'unico parmigiano (e forse anche l'unico italiano) ad essersi meritato ben tre funerali di Stato. Uno più oceanico dell'altro» <ref>[http://www.casadelpopolo.org/spip.php?article61 Gazzetta di Parma, 5 gennaio 2010]</ref> | :«Con buona pace di Giuseppe Verdi, è stato l'unico parmigiano (e forse anche l'unico italiano) ad essersi meritato ben tre funerali di Stato. Uno più oceanico dell'altro» <ref>[http://www.casadelpopolo.org/spip.php?article61 Gazzetta di Parma, 5 gennaio 2010]</ref> | ||
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*Marco Rossi, ''Arditi non gendarmi!'', Feltrinelli, 1997, [[EAN]] 9788886389334 | *Marco Rossi, ''Arditi non gendarmi!'', Feltrinelli, 1997, [[EAN]] 9788886389334 | ||
*AA.VV., ''Dietro le barricate, Parma 1922'', testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma | *AA.VV., ''Dietro le barricate, Parma 1922'', testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma | ||
*AA.VV., ''Pro Memoria. La | *AA.VV., ''Pro Memoria. La città , le barricate, il monumento'', scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997 | ||
*Luigi Di Lembo, ''Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001 | *Luigi Di Lembo, ''Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001 | ||
*Gianni Furlotti, ''Parma libertaria'', edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001 | *Gianni Furlotti, ''Parma libertaria'', edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001 | ||
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*[http://www.barricateaparma.it/ Difesa di Parma del 1922: sito ufficiale] | *[http://www.barricateaparma.it/ Difesa di Parma del 1922: sito ufficiale] | ||
*[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/322/59.htm Guido Picelli e Antonio Cieri] | *[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/322/59.htm Guido Picelli e Antonio Cieri] | ||
*[http://parma.repubblica.it/dettaglio/La-citta-ricorda-Picelli-eroe-dellOltretorrente/1569931?edizi_one=EdRegionale La | *[http://parma.repubblica.it/dettaglio/La-citta-ricorda-Picelli-eroe-dellOltretorrente/1569931?edizi_one=EdRegionale La città ricorda Picelli eroe dell'Oltretorrente (La Repubblica, 5 gennaio 2009)] | ||
*[http://parma.repubblica.it/dettaglio/il-mistero-del-calco-di-picelli-dimenticati-in-un-armadio/1738765 Il mistero del calco di Picelli] | *[http://parma.repubblica.it/dettaglio/il-mistero-del-calco-di-picelli-dimenticati-in-un-armadio/1738765 Il mistero del calco di Picelli] | ||
*[http://parma.repubblica.it/cronaca/2010/04/19/news/guido_picelli_in_messico-3464701/ Il Messico ricorda Guido Picelli (da La Repubblica)] | *[http://parma.repubblica.it/cronaca/2010/04/19/news/guido_picelli_in_messico-3464701/ Il Messico ricorda Guido Picelli (da La Repubblica)] |