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:«Alla proclamazione della repubblica in Spagna, alcuni di questi esiliati erano venuti nel nostro paese (...). Gli [[anarchici]], nella loro maggioranza, avevano preferito fermarsi in Catalogna, ben accolti nella organizzazione della [[CNT]]. Tra di essi si era distinto [[Fosco Falaschi]], uomo di 50 anni, di una certa levatura intellettuale esule dal 1925 ed espulso dalla [[Francia]], donde era passato in [[Argentina]], ove aveva pubblicato il giornale «Protesta». Costretto ad uscire anche da quella nazione si era stabilito a Barcellona, pubblicando articoli in «S[[olidariedad Obrera]]» e in «[[Tierra y Libertad]]». Intorno a lui s'era riunita una piccola cellula anarchica nella quale figuravano tra gli altri: [[Gino Baloschi]], [[Lorenzo Giusti]], [[Settimo Guerrini]], [[Maria Margherite]], [[Giuseppe Pessel]] ed Enrico Zambonini (detto Lucifero), mogliato con una catalana. Tutti questi avevano preso parte ai combattimenti in Barcellona quando s'era prodotto l'“alzamiento” (sollevamento, insurrezione...), incorporandosi in seguito alle colonne ch'erano partite per l'Aragona. Quasi contemporaneamente avevano varcato la frontiera altri anarchici italiani con in testa [[Camillo Berneri]], i quali avevano organizzato in Barcellona una ''Sezione Italiana'' i cui componenti s'erano aggregati alle [[Colonna Buenaventura Durruti|Colonne Durruti]], [[Colonna Ascaso|Ascaso]] ed [[Colonna Ortiz|Ortiz]]. Nella loro bandiera figurava la seguente frase: "'''''Nostra patria è il mondo intiero, nostra legge è la libertà.'''''"» <ref>Tratto da “La colonna italiana sul fronte di Huesca”, di Josè Luis Perez (J. L .Alcofar), in Rivista “Historia Y Vida” ([http://www.pollicinognus.it/Joomla/images/PollicinoGnus/2008/160-apr08-monografico.PDF Monografia su Enrico Zambonini])</ref> | :«Alla proclamazione della repubblica in Spagna, alcuni di questi esiliati erano venuti nel nostro paese (...). Gli [[anarchici]], nella loro maggioranza, avevano preferito fermarsi in Catalogna, ben accolti nella organizzazione della [[CNT]]. Tra di essi si era distinto [[Fosco Falaschi]], uomo di 50 anni, di una certa levatura intellettuale esule dal 1925 ed espulso dalla [[Francia]], donde era passato in [[Argentina]], ove aveva pubblicato il giornale «Protesta». Costretto ad uscire anche da quella nazione si era stabilito a Barcellona, pubblicando articoli in «S[[olidariedad Obrera]]» e in «[[Tierra y Libertad]]». Intorno a lui s'era riunita una piccola cellula anarchica nella quale figuravano tra gli altri: [[Gino Baloschi]], [[Lorenzo Giusti]], [[Settimo Guerrini]], [[Maria Margherite]], [[Giuseppe Pessel]] ed Enrico Zambonini (detto Lucifero), mogliato con una catalana. Tutti questi avevano preso parte ai combattimenti in Barcellona quando s'era prodotto l'“alzamiento” (sollevamento, insurrezione...), incorporandosi in seguito alle colonne ch'erano partite per l'Aragona. Quasi contemporaneamente avevano varcato la frontiera altri anarchici italiani con in testa [[Camillo Berneri]], i quali avevano organizzato in Barcellona una ''Sezione Italiana'' i cui componenti s'erano aggregati alle [[Colonna Buenaventura Durruti|Colonne Durruti]], [[Colonna Ascaso|Ascaso]] ed [[Colonna Ortiz|Ortiz]]. Nella loro bandiera figurava la seguente frase: "'''''Nostra patria è il mondo intiero, nostra legge è la libertà.'''''"» <ref>Tratto da “La colonna italiana sul fronte di Huesca”, di Josè Luis Perez (J. L .Alcofar), in Rivista “Historia Y Vida” ([http://www.pollicinognus.it/Joomla/images/PollicinoGnus/2008/160-apr08-monografico.PDF Monografia su Enrico Zambonini])</ref> | ||
Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [ | Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/bollettino_30.pdf Archivio Pinelli]</ref>. Il [[7 novembre]] [[1938]] apre a Pins del Valles, grazie anche all'impegno di Zambonini, la colonia per bambini spagnoli “L'Adunata dei Refrattari”. A tal proposito viene girato un corto di 4 minuti bianco e nero, muto. | ||
Nel gennaio [[1939]], quando le sorti dei rivoluzionari sembrano segnate (caduta di Barcellona) partecipa alla fondazione del gruppo “Libertà o Morte” a Torello. Arrestato, viene trattenuto nel campo di concentramento francese di Argeles Sur Mer, poi in quello di Gurs e infine all'ospedale di Perpignan, da dove il [[6 agosto]] [[1942]], viene riconsegnato all'[[Italia]] che lo spedisce al confino a Ventotene. | Nel gennaio [[1939]], quando le sorti dei rivoluzionari sembrano segnate (caduta di Barcellona) partecipa alla fondazione del gruppo “Libertà o Morte” a Torello. Arrestato, viene trattenuto nel campo di concentramento francese di Argeles Sur Mer, poi in quello di Gurs e infine all'ospedale di Perpignan, da dove il [[6 agosto]] [[1942]], viene riconsegnato all'[[Italia]] che lo spedisce al confino a Ventotene. |