Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

 
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== Biografia <ref name="fonte1">Fonte: Enciclopedia Peruzzo Larusse, 1984.</ref> ==
== Biografia <ref name="fonte1">Fonte: Enciclopedia Peruzzo Larusse, 1984.</ref> ==
'''Pier Paolo Pasolini''' nacque a Bologna il [[5 marzo]] [[1922]] da una famiglia benestante con il padre militare e la madre maestra elementare. A causa dei continui spostamenti del padre è costretto a cambiare spesso abitazione in vari luoghi, durante l'adolescenza, ma si affeziona al luogo di nascita della madre, Casarsa in Friuli, in cui trascorre le vacanze estive. Nel [[1939]] si iscrisse al Collegio di Letteratura presso l'Università di Bologna, scoprendo nuovi temi, come la filologia e l'[[estetica]] delle [[arte|arti]] figurative. Frequenta il locale club cinematografico. Pasolini ha sempre mostrato ai suoi amici una personalità virile e forte, nascondendo la sua omosessualità di cui comincia ad essere sempre più consapevole. Figlio di [[Fascismo|fascista]] (col quale Pier Paolo sviluppò un rapporto molto conflittuale), prese parte forzatamente ad alcuni eventi ricreativi organizzati dal GUF <ref>'''Il problema dei GUF, ovvero Gruppi Universitari Fascisti, risulta piuttosto complesso in quanto una buona parte di nomi noti dal punto di vista storico e già appartenenti ai GUF passarono, nel proseguo, armi in pugno, all'[[antifascismo]] militante, per cui è necessario accennare alla storia dei GUF e ad alcuni personaggi di spicco che combatterono contro il [[Fascismo|fascisti]]'''. I GUF erano delle articolazioni del Partito nazionale fascista, istituiti nel 1927, erano ad iscrizione volontaria e raccoglievano al proprio interno sia gli universitari che fossero interessati a far carriera nel fascismo, che gli iscritti alle accademie militari. Scopo dei GUF era l'educazione della futura classe dirigente seguendo i dettami e le direttive del [[Fascismo|regime fascista]]. Questi incontri di confronto tra giovani intellettuali portarono alla nascita dei primi contrasti in seno al Partito Nazionale Fascista. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto che il GUF "''era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato''" ([https://www.edmondoberselli.net/lord-giorgio-ditalia/ come da articolo di Edmondo Berselli del 27-3-2008]), a detta di altri esperti altri commentatori questa interpretazione è falsa: come dimostrato da più fonti, gli aderenti ai Guf non erano [[antifascismo|antifascisti]] bensì fascisti fanatici, e spesso antisemiti, che si ponevano alla destra del regime criticandolo per la sua supposta eccessiva morbidezza da quanto scritto nell'articolo "[http://lafrusta.homestead.com/rec_serri.html I redenti di Mirella Serri]" e in quello di  [http://www.unilibro.it/find_buy/findresult/libreria/prodotto-libro/editore-europa_editrice_.htm?redirectt Nino Tripodi dal titolo Italia fascista in piedi!]. Certo è che da queste organizzazioni uscirono antifascisti militanti del calibro di Giaime Pintor, Antonello Trombadori che formò squadre antifasciste a Roma durante la Resistenza chiamandole col nome di [[Arditi del Popolo]], nome assai caro agli antifascisti romani, e di Felice Chilanti redattore di ''Bandiera Rossa'', giornale della formazione partigiana [[Bandiera Rossa Roma]]. Nella stessa formazione militava anche un altro ex fascista decorato noto ancora adesso per le sue azioni spericolate contro i nazi fascisti: Vincenzo Guarniera, nome di battaglia ''Tommaso Moro'', straconosciuto per l'audacissimo colpo di mano con cui liberò 11 compagni destinati alla fucilazione a Forte Bravetta. Catturò anche dei fascisti e dopo aver indossato le loro divise si introdusse tranquillamente nel forte con una squadra di miliziani; [[Bandiera Rossa Roma]] era la più forte formazione della Resistenza romana, politicamente antistalinista, in cui confluirono anche anarchici di spicco. "Stranamente" fu quella la formazione che ebbe il numero maggiore di massacrati fra quelli trucidati alle fosse ardeatine, mentre il poliziotto che scelse i nomi fece carriera senza esser perseguito. Dal [[1934]] vennero organizzati a cadenza annuale degli incontri denominati Littoriali della cultura e dell'arte (organizzati da Giuseppe Bottai ed Alessandro Pavolini) che si affiancarono a quelli dello sport, creati nel 1932 (nota di Lupo rosso).</ref> e scrisse qualche articolo sulla rivista "Il Setaccio" della GIL, Gioventù Italiana del Littorio, in cui vi sono i primi segni di un antifascismo sia pure naïf e volto per il momento solamente agli aspetti culturali di una opposizione al potere costituito (aggiungono Angela Molteni e Massimiliano Valente: ''se i "moderni" sostenitori di un'assurda appartenenza del poeta a una ideologia di destra non confidassero, per le loro asserzioni, fondamentalmente su una diffusa "ignoranza" dei più - com'è d'altronde costume di chi fa dell'inganno e dello stravolgimento della storia la propria bandiera - probabilmente non avremmo mai letto certe loro dichiarazioni tanto lontane dalla verità '' [...] ''il suo amico casarsese Cesare Bortotto, anch'egli collaboratore al "Setaccio", ha scritto di Pasolini: "Il suo antifascismo viscerale e culturale era una nota ricorrente nei suoi discorsi; a volte era il tono caricaturale e grottesco (riferito agli aspetti esteriori del gerarchismo fascista) comune a molta gioventù studentesca"''). Nel [[1941]], insieme con Francesco Leonetti, Roberto Roversi e altri, ha tentato di pubblicare una [[stampa anarchica|rivista]] di poesia, ma il tentativo fallì a causa di carenza di carta. Nelle sue poesie di questo periodo, Pasolini ha iniziato a includere frammenti in friulano, che aveva imparato da sua madre. I suoi primi versi in friulano sono raccolti sotto il titolo di "''Poesie a Casarza''" ([[1942]]) e "''La meglio gioventù''" ([[1954]]). Tali opere delimitano il "periodo friulano" i cui temi ricorrenti sono la madre, la terra e l'infanzia. Inoltre, il periodo trascorso in Friuli ha causato il suo interesse per la società contadina ed i suoi modi di vivere che saranno presto spazzati via. Nelle settimane prima dell'armistizio dell'[[8 settembre]], fu catturato e imprigionato dai tedeschi. Riuscì a fuggire travestito da contadino, fa cosi ritorno a Casarsa. Qui è entrato a far parte di un gruppo di altri giovani appassionati della lingua friulana, che ha voluto dare al friulano di Casarsa uno status uguale a quello di Udine, il principale dialetto regionale. Dal maggio [[1944]] pubblicarono una [[stampa anarchica|rivista]] intitolata “''Stroligùt di cà da l'aga''”. Nel frattempo, Casarsa subì bombardamenti alleati e i rastrellamenti da parte della Repubblica Sociale Italiana. Nel [[1945]] Pasolini si laurea con una tesi sul [[Pascoli]] ed è segnato da un grave lutto familiare: il fratello partigiano viene ucciso da altri [[partigiani]] comunisti durante i tragici fatti che ruotano attorno alla [[Brigata Osoppo]] ed ai contatti di alcuni suoi appartenenti coi fascisti della Xª MAS (il fratello Guido, nome di battaglia ''Ermes'', probabilmente venne ucciso da incolpevole nella complessa situazione che si era verificata ai confini della Jugoslavia). Nel [[1947]] si iscrive al [[Partito Comunista Italiano]] a cui aderì, senza mai prescindere dalla propria coscienza critica, perché rispondeva alle sue aspettative di impegno civile in quanto profondo ammiratore di [[Karl Marx]] e [[Gramsci]].
'''Pier Paolo Pasolini''' nacque a Bologna il [[5 marzo]] [[1922]] da una famiglia benestante con il padre militare e la madre maestra elementare. A causa dei continui spostamenti del padre è costretto a cambiare spesso abitazione in vari luoghi, durante l'adolescenza, ma si affeziona al luogo di nascita della madre, Casarsa in Friuli, in cui trascorre le vacanze estive. Nel [[1939]] si iscrisse al Collegio di Letteratura presso l'Università di Bologna, scoprendo nuovi temi, come la filologia e l'[[estetica]] delle [[arte|arti]] figurative. Frequenta il locale club cinematografico. Pasolini ha sempre mostrato ai suoi amici una personalità virile e forte, nascondendo la sua omosessualità di cui comincia ad essere sempre più consapevole. Figlio di [[Fascismo|fascista]] (col quale Pier Paolo sviluppò un rapporto molto conflittuale), prese parte forzatamente ad alcuni eventi ricreativi organizzati dal GUF <ref>I GUF erano delle articolazioni del Partito nazionale fascista, istituiti nel [[1927]], erano ad iscrizione volontaria e raccoglievano al proprio interno sia gli universitari che fossero interessati a far carriera nel fascismo, che gli iscritti alle accademie militari. Scopo dei GUF era l'educazione della futura classe dirigente seguendo i dettami e le direttive del [[Fascismo|regime fascista]]. Dai GUF, tuttavia, uscirono antifascisti militanti del calibro di Giaime Pintor, Antonello Trombadori, che formò squadre antifasciste a Roma durante la Resistenza chiamandole col nome di [[Arditi del Popolo]], e di Felice Chilanti, redattore di ''Bandiera Rossa'', giornale della formazione partigiana [[Bandiera Rossa Roma]], la più forte formazione della Resistenza romana, politicamente antistalinista, in cui confluirono anche anarchici di spicco. </ref> e scrisse qualche articolo sulla rivista "Il Setaccio" della GIL, Gioventù Italiana del Littorio, in cui vi sono i primi segni di un antifascismo sia pure naïf e volto per il momento solamente agli aspetti culturali di una opposizione al potere costituito (aggiungono Angela Molteni e Massimiliano Valente: ''se i "moderni" sostenitori di un'assurda appartenenza del poeta a una ideologia di destra non confidassero, per le loro asserzioni, fondamentalmente su una diffusa "ignoranza" dei più - com'è d'altronde costume di chi fa dell'inganno e dello stravolgimento della storia la propria bandiera - probabilmente non avremmo mai letto certe loro dichiarazioni tanto lontane dalla verità '' [...] ''il suo amico casarsese Cesare Bortotto, anch'egli collaboratore al "Setaccio", ha scritto di Pasolini: "Il suo antifascismo viscerale e culturale era una nota ricorrente nei suoi discorsi; a volte era il tono caricaturale e grottesco (riferito agli aspetti esteriori del gerarchismo fascista) comune a molta gioventù studentesca"''). Nel [[1941]], insieme con Francesco Leonetti, Roberto Roversi e altri, ha tentato di pubblicare una [[stampa anarchica|rivista]] di poesia, ma il tentativo fallì a causa di carenza di carta. Nelle sue poesie di questo periodo, Pasolini ha iniziato a includere frammenti in friulano, che aveva imparato da sua madre. I suoi primi versi in friulano sono raccolti sotto il titolo di "''Poesie a Casarza''" ([[1942]]) e "''La meglio gioventù''" ([[1954]]). Tali opere delimitano il "periodo friulano" i cui temi ricorrenti sono la madre, la terra e l'infanzia. Inoltre, il periodo trascorso in Friuli ha causato il suo interesse per la società contadina ed i suoi modi di vivere che saranno presto spazzati via. Nelle settimane prima dell'armistizio dell'[[8 settembre]], fu catturato e imprigionato dai tedeschi. Riuscì a fuggire travestito da contadino, fa cosi ritorno a Casarsa. Qui è entrato a far parte di un gruppo di altri giovani appassionati della lingua friulana, che ha voluto dare al friulano di Casarsa uno status uguale a quello di Udine, il principale dialetto regionale. Dal maggio [[1944]] pubblicarono una [[stampa anarchica|rivista]] intitolata “''Stroligùt di cà da l'aga''”. Nel frattempo, Casarsa subì bombardamenti alleati e i rastrellamenti da parte della Repubblica Sociale Italiana. Nel [[1945]] Pasolini si laurea con una tesi sul [[Pascoli]] ed è segnato da un grave lutto familiare: il fratello partigiano viene ucciso da altri partigiani comunisti durante i tragici fatti che ruotano attorno alla [[Brigata Osoppo]] ed ai contatti di alcuni suoi appartenenti coi fascisti della Xª MAS (il fratello Guido, nome di battaglia ''Ermes'', probabilmente venne ucciso da incolpevole nella complessa situazione che si era verificata ai confini della Jugoslavia). Nel [[1947]] si iscrive al Partito Comunista Italiano a cui aderì, senza mai prescindere dalla propria coscienza critica, perché rispondeva alle sue aspettative di impegno civile in quanto profondo ammiratore di [[Karl Marx]] e Gramsci.
[[Image:Pasolini_naldini_casarsa.jpg |thumb|left|165|Il cugino Nico Naldini e Pasolini: la giovinezza a Casarsa.]]
[[Image:Pasolini_naldini_casarsa.jpg |thumb|left|165|Il cugino Nico Naldini e Pasolini: la giovinezza a Casarsa.]]
Nel [[1949]] inizia il suo lungo calvario giudiziario a causa della sua diversità dalla [[società]] [[cattolicesimo|cattolico]]-[[borghesia|borghese]] e della sua [[omosessualità]]. Nel mese di ottobre dello stesso anno, Pasolini fu accusato di corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico. Di conseguenza, venne espulso dalla sezione del Partito Comunista di Udine e perse il posto di lavoro, l'insegnamento che aveva ottenuto l'anno precedente a Valvasone. Tutte le accuse in seguito caddero, Pasolini fu vittima di una [[omofobia]] presente a quei tempi anche negli ambienti del [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Vive una situazione difficile, nel gennaio del [[1950]] Pasolini si trasferisce a Roma con la madre; giunge tra le borgate romane di Rebibbia. Invece di chiedere l'aiuto di altri scrittori, Pasolini preferisce cavarsela per conto suo. Trova lavoro negli studi di Cinecittà e vende i suoi libri nelle bancarelle di Roma. Infine, attraverso l'aiuto del poeta dialettale abruzzese Vittorio Clemente, trova lavoro come insegnante a Ciampino, un sobborgo di Roma. Durante la sua permanenza nella capitale orienta i suoi interessi verso il sottoproletariato ed i comportamenti giovanili. In questo periodo nascono le tre opere che lo portano ai vertici della letteratura italiana: "''Ragazzi di vita''" ([[1955]]), "Una vita violenta" ([[1959]]) e la raccolta di poesie "''Le ceneri di Gramsci''" ([[1957]]) animata da una grande tensione civile e caratterizzata dalla coesistenza di diversi registri linguistici. Il grande successo di "''Ragazzi di vita''" è mal ricevuto dal PCI e, soprattutto, da parte del governo italiano, che ha avviato anche una causa contro Pasolini e il suo editore, Garzanti. Dal [[1955]] al [[1959]] collabora con la [[stampa anarchica|rivista]] di poesie "Officina" il cui scopo era quello di constatare la crisi del neorealismo e di ridefinire il ruolo dell'artista all'interno della propria società. Nella prima metà degli anni sessanta il suo impegno non si limita alla mera analisi di una società contadina costretta all'omologazione ma ricerca le radici umane in quelle aree del mondo non ancora corrotte dalla società borghese. Per questo compie dei viaggi in India, Kenya, Nigeria, Israele e Giordania. Nell'ultima parte della sua vita Pasolini si dedica soprattutto alla collaborazione con diversi quotidiani in cui si segnala per le sue originali critiche contro il [[comunismo]], la contestazione studentesca, la televisione "Il medium di massa" secondo lui, dove sostenne che "tutti possono inviare messaggi ''ex cathedra'' a prescindere dalla veridicità del messaggio". <ref name="Vedi">[https://www.youtube.com/watch?v=CpFJK3LI4Vs ''Terza B, facciamo l'appello''], puntata registrata nel 1971 ma trasmessa, dopo la morte del poeta, il 3 novembre 1975.</ref> Un violento pestaggio, le cui dinamiche sono ancora incerte, uccide Pasolini ad Ostia (in provincia di Roma) il [[2 novembre]] [[1975].
Nel [[1949]] inizia il suo lungo calvario giudiziario a causa della sua diversità dalla [[società]] cattolico-borghese e della sua omosessualità. Nel mese di ottobre dello stesso anno, Pasolini fu accusato di corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico. Di conseguenza, venne espulso dalla sezione del Partito Comunista di Udine e perse il posto di lavoro, l'insegnamento che aveva ottenuto l'anno precedente a Valvasone. Tutte le accuse in seguito caddero, Pasolini fu vittima di una omofobia presente a quei tempi anche negli ambienti del Partito Comunista Italiano. Vive una situazione difficile, nel gennaio del [[1950]] Pasolini si trasferisce a Roma con la madre; giunge tra le borgate romane di Rebibbia. Invece di chiedere l'aiuto di altri scrittori, Pasolini preferisce cavarsela per conto suo. Trova lavoro negli studi di Cinecittà e vende i suoi libri nelle bancarelle di Roma. Infine, attraverso l'aiuto del poeta dialettale abruzzese Vittorio Clemente, trova lavoro come insegnante a Ciampino, un sobborgo di Roma. Durante la sua permanenza nella capitale orienta i suoi interessi verso il sottoproletariato ed i comportamenti giovanili. In questo periodo nascono le tre opere che lo portano ai vertici della letteratura italiana: "''Ragazzi di vita''" ([[1955]]), "Una vita violenta" ([[1959]]) e la raccolta di poesie "''Le ceneri di Gramsci''" ([[1957]]) animata da una grande tensione civile e caratterizzata dalla coesistenza di diversi registri linguistici. Il grande successo di "''Ragazzi di vita''" è mal ricevuto dal PCI e, soprattutto, da parte del governo italiano, che ha avviato anche una causa contro Pasolini e il suo editore, Garzanti. Dal [[1955]] al [[1959]] collabora con la [[stampa anarchica|rivista]] di poesie "Officina" il cui scopo era quello di constatare la crisi del neorealismo e di ridefinire il ruolo dell'artista all'interno della propria società. Nella prima metà degli anni sessanta il suo impegno non si limita alla mera analisi di una società contadina costretta all'omologazione ma ricerca le radici umane in quelle aree del mondo non ancora corrotte dalla società borghese. Per questo compie dei viaggi in India, Kenya, Nigeria, Israele e Giordania. Nell'ultima parte della sua vita Pasolini si dedica soprattutto alla collaborazione con diversi quotidiani in cui si segnala per le sue originali critiche contro il [[comunismo]], la contestazione studentesca, la televisione "Il medium di massa" secondo lui, dove sostenne che "tutti possono inviare messaggi ''ex cathedra'' a prescindere dalla veridicità del messaggio". <ref name="Vedi">[https://www.youtube.com/watch?v=CpFJK3LI4Vs ''Terza B, facciamo l'appello''], puntata registrata nel 1971 ma trasmessa, dopo la morte del poeta, il 3 novembre 1975.</ref> Un violento pestaggio, le cui dinamiche sono ancora incerte, uccide Pasolini ad Ostia (in provincia di Roma) il [[2 novembre]] [[1975]].


== Il pensiero ==
== Il pensiero ==
[[Image:Pasolini_pensiero.jpg|thumb|right|200px|P. P. P.]]
[[Image:Pasolini_pensiero.jpg|thumb|right|200px|P. P. P.]]
Pasolini fu certamente un ribelle in quanto avversario dei valori della propria società e nemico della classe dirigente italiana, legata alla [[Democrazia Cristiana]], i cui "gerarchi" egli avrebbe voluto vedere davanti ad un tribunale per aver provocato tutti i danni del paese. Non è un caso, dunque, la sua frequente condanna nell'arco di '''33 procedimenti per offese alla religione di [[Stato]] e al comune senso del pudore'''. Punti fermi del suo pensiero sono: '''l'avversione allo sviluppo''' e l'interesse per il [[sottoproletariato]].
Pasolini fu certamente un ribelle in quanto avversario dei valori della propria società e nemico della classe dirigente italiana, legata alla Democrazia Cristiana, i cui "gerarchi" egli avrebbe voluto vedere davanti ad un tribunale per aver provocato tutti i danni del paese. Non è un caso, dunque, la sua frequente condanna nell'arco di '''33 procedimenti per offese alla religione di [[Stato]] e al comune senso del pudore'''. Punti fermi del suo pensiero sono: '''l'avversione allo sviluppo''' e l''''interesse per il sottoproletariato'''.


===Il concetto pasoliniano di sviluppo===  
===Il concetto pasoliniano di sviluppo===  
Lo sviluppo è voluto sia da chi produce - gli [[industriali]] - sia dalla [[massa]] che nel [[consumismo|consumo]] di [[bene economico|beni]] superflui vede una promozione sociale ed una liberazione dai propri vecchi valori culturali che la estraniavano dal benessere tenendo i suoi vari membri sotto lo schema di "poveri" e "[[lavoratori]]". Pasolini vedeva in atto - in [[Italia]] - un vero e proprio [[genocidio]] ovvero la distruzione di ampi strati sociali causata dal [[consumismo]]. Un grande ruolo, in questa repressione culturale delle [[civiltà]] locali e delle classi povere è svolto dalla televisione che ha diffuso i [[borghesia|valori borghesi]] e ucciso i dialetti uniformando tutta la [[società]] alla sola lingua nazionale. Inoltre, secondo il poeta, l'uso dei più potenti [[mass media|mezzi di comunicazione]] e l'eccessivo [[industrialismo]] hanno reso il "centralismo della società dei consumi" di oggi molto più repressivo del [[fascismo|regime fascista]] il quale non è riuscito a cambiare il [[popolo]] italiano secondo il proprio modello ma si limitava a chiedere l'adesione ad esso in via prettamente verbale.
Lo sviluppo è voluto sia da chi produce - gli industriali - sia dalla massa, che nel consumo di beni superflui vede una promozione sociale ed una liberazione dai propri vecchi valori culturali che la estraniavano dal benessere tenendo i suoi vari membri sotto lo schema di "poveri" e "lavoratori". Pasolini vedeva in atto - in [[Italia]] - un vero e proprio genocidio ovvero la distruzione di ampi strati sociali causata dal consumismo. Un grande ruolo, in questa repressione culturale delle [[civiltà]] locali e delle classi povere è svolto dalla televisione che ha diffuso i valori borghesi e ucciso i dialetti uniformando tutta la [[società]] alla sola lingua nazionale. Inoltre, secondo il poeta, l'uso dei più potenti [[mass media|mezzi di comunicazione]] e l'eccessivo industrialismo hanno reso il "centralismo della società dei consumi" di oggi molto più repressivo del [[fascismo|regime fascista]] il quale non è riuscito a cambiare il popolo italiano secondo il proprio modello ma si limitava a chiedere l'adesione ad esso in via prettamente verbale.


===Il concetto pasoliniano di sottoproletariato===
===Il concetto pasoliniano di sottoproletariato===
La sua ribellione contro il modello di sviluppo propugnato dalla classe dirigente democristiana lo spinge all'adesione al Partito Comunista da lui considerato un baluardo di onestà in un paese corrotto. Tuttavia, a differenza della linea generale del [[partito politico|partito]] e contrariamente alla ortodossia, non ha fiducia nel [[proletariato]] - ormai troppo corrotto dal consumismo - e rivolge la sua attenzione al [[sottoproletariato]] senza speranza e senza cultura con un occhio di riguardo per i giovani come i borgatari romani immortalati in "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta". Le sue "eresie politiche" - come l'avversione al [[sessantotto]] e all'aborto - ci fanno pensare a Pasolini come ad un pensatore libero dall'[[ideologia]], critico e profetico ancor di più oggi, dopo il crollo delle ideologie, per qualsiasi fazione politica asservita al [[neoliberismo]] imperante.
La sua ribellione contro il modello di sviluppo propugnato dalla classe dirigente democristiana lo spinge all'adesione al Partito Comunista da lui considerato un baluardo di onestà in un paese corrotto. Tuttavia, a differenza della linea generale del partito e contrariamente alla ortodossia, non ha fiducia nel proletariato - ormai troppo corrotto dal consumismo - e rivolge la sua attenzione al sottoproletariato senza speranza e senza cultura con un occhio di riguardo per i giovani come i borgatari romani immortalati in "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta". Le sue "eresie politiche" - come l'avversione al [[sessantotto]] e all'aborto - ci fanno pensare a Pasolini come ad un pensatore libero dall'ideologia, critico e profetico ancor di più oggi, dopo il crollo delle ideologie, per qualsiasi fazione politica asservita al [[neoliberismo]] imperante.


===Il concetto pasoliniano di "anarchia del potere" e la tendenza anarchica di Pasolini===
===Il concetto pasoliniano di "anarchia del potere" e la tendenza anarchica di Pasolini===
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==Il mistero della morte <ref name="fonte3">Fonte: AA.VV., ''Omicidio nella persona di Pasolini Pier Paolo'', Kaos Edizioni, Milano, 1992.</ref> <ref name="fonte4">Fonte: [https://www.raiplay.it/video/2017/02/Blu-notte-Pier-Paolo-Pasolini-062fb88a-efae-4e10-8835-1227c3c3db2c.html ''Il delitto Pasolini''], ''Blu notte'', 2005.</ref>==
==Il mistero della morte <ref name="fonte3">Fonte: AA.VV., ''Omicidio nella persona di Pasolini Pier Paolo'', Kaos Edizioni, Milano, 1992.</ref> <ref name="fonte4">Fonte: [https://www.raiplay.it/video/2017/02/Blu-notte-Pier-Paolo-Pasolini-062fb88a-efae-4e10-8835-1227c3c3db2c.html ''Il delitto Pasolini''], ''Blu notte'', 2005.</ref>==
[[Image:Cadavere_pasolini.jpg|thumb|right|239|Il ritrovamento del cadavere di Pasolini. Sono evidenti i segni del feroce assassinio.]]
[[Image:Cadavere_pasolini.jpg|thumb|right|239|Il ritrovamento del cadavere di Pasolini. Sono evidenti i segni del feroce assassinio.]]
Ufficialmente, secondo una sentenza confermata dalla Corte di Cassazione, '''Pasolini sarebbe stato assassinato da Giuseppe Pelosi''', uno dei "ragazzi di vita" di cui il poeta parla nei suoi scritti. Stando alle dichiarazioni dello stesso Pelosi, Pasolini lo avrebbe adescato e dopo averlo portato a cena in un ristorante di un amico, avrebbe avuto con lui un rapporto sessuale incompleto. Quando il ragazzo si rifiutò di proseguire, fuggendo, Pasolini lo avrebbe inseguito e a seguito di una colluttazione il ragazzo avrebbe avuto la meglio, poi facendo marcia in dietro con l'auto del poeta - una alfa - lo avrebbe schiacciato per sbaglio, uccidendolo, facendogli esplodere il cuore.  
Ufficialmente, secondo una sentenza confermata dalla Corte di Cassazione, Pasolini sarebbe stato assassinato da Giuseppe Pelosi, uno dei "ragazzi di vita" di cui il poeta parla nei suoi scritti. Stando alle dichiarazioni dello stesso Pelosi, Pasolini lo avrebbe adescato e dopo averlo portato a cena in un ristorante di un amico, avrebbe avuto con lui un rapporto sessuale incompleto. Quando il ragazzo si rifiutò di proseguire, fuggendo, Pasolini lo avrebbe inseguito e a seguito di una colluttazione il ragazzo avrebbe avuto la meglio, poi facendo marcia in dietro con l'auto del poeta - una alfa - lo avrebbe schiacciato per sbaglio, uccidendolo, facendogli esplodere il cuore.  
Ci sono in questa ricostruzione dei fatti, delle incongruenze che ancora oggi non convincono sulla veridicità della ricostruzione ufficiale, sia perché Pelosi, un diciassettenne di corporatura notevolmente meno prestante del poeta, difficilmente poteva avere la meglio in uno scontro con esso, sia perché Pelosi non presenta alcuna traccia di collutazione al momento dell'arresto; vari indizi poi dimostrano che Pelosi non fosse solo e che non poteva aver schiacciato con la macchina per sbaglio Pasolini, ma che (chiunque fosse stato alla guida) fosse stato investito apposta. Fin dall'inizio del processo giornalisti come [[Oriana Fallaci]] raccolgono informazioni aprendo una inchiesta parallela, dal quale saltano fuori nuovi particolari, per esempio Pasolini non poteva essere stato ucciso con delle tavolette di legno (come dichiara il Pelosi) le quali erano fradice e si sarebbero spezzate al primo colpo, ma bensì da degli oggetti metallici contundenti, probabilmente delle catene. '''Un particolare della dichiarazione di Pelosi fa pensare''': egli dichiara che nella fuga in auto si sarebbe prima fermato a lavarsi le mani sporche di sangue (in risposta ad una domanda riguardo ad una impronta di sangue, che contrasta col fatto che lui non avesse tracce di sangue nel corpo) ma il volante dell'auto risultò pulito e l'impronta si trovava sul lato del passeggero.
Ci sono in questa ricostruzione dei fatti, delle incongruenze che ancora oggi non convincono sulla veridicità della ricostruzione ufficiale, sia perché Pelosi, un diciassettenne di corporatura notevolmente meno prestante del poeta, difficilmente poteva avere la meglio in uno scontro con esso, sia perché Pelosi non presenta alcuna traccia di collutazione al momento dell'arresto; vari indizi poi dimostrano che Pelosi non fosse solo e che non poteva aver schiacciato con la macchina per sbaglio Pasolini, ma che (chiunque fosse stato alla guida) fosse stato investito apposta. Fin dall'inizio del processo giornalisti come Oriana Fallaci raccolgono informazioni aprendo una inchiesta parallela, dal quale saltano fuori nuovi particolari, per esempio Pasolini non poteva essere stato ucciso con delle tavolette di legno (come dichiara il Pelosi) le quali erano fradice e si sarebbero spezzate al primo colpo, ma bensì da degli oggetti metallici contundenti, probabilmente delle catene. Un particolare della dichiarazione di Pelosi fa pensare: egli dichiara che nella fuga in auto si sarebbe prima fermato a lavarsi le mani sporche di sangue (in risposta ad una domanda riguardo ad una impronta di sangue, che contrasta col fatto che lui non avesse tracce di sangue nel corpo) ma il volante dell'auto risultò pulito e l'impronta si trovava sul lato del passeggero.
[[Image:Funerali_pasolini.jpg|thumb|right|483|I funerali del poeta]]
[[Image:Funerali_pasolini.jpg|thumb|right|483|I funerali del poeta.]]
Una ricostruzione più attendibile fa pensare alla possibilità che Pelosi sia innocente o comunque un complice indiretto. Il rapporto sessuale tra i due sarebbe stato interrotto da terze persone che avrebbero gettato fuori dall'auto Pasolini e dopo averlo massacrato con calci, pugni e colpi di catene. Alla fine il colpo di grazia gli fu dato schiacciando il suo corpo con l'auto, due volte, uccidendolo.  
Una ricostruzione più attendibile fa pensare alla possibilità che Pelosi sia innocente o comunque un complice indiretto. Il rapporto sessuale tra i due sarebbe stato interrotto da terze persone che avrebbero gettato fuori dall'auto Pasolini e dopo averlo massacrato con calci, pugni e colpi di catene. Alla fine il colpo di grazia gli fu dato schiacciando il suo corpo con l'auto, due volte, uccidendolo.  
Il [[7 maggio]] [[2005]], nel corso della trasmissione televisiva ''Ombre sul giallo'', Pelosi rivela di non essere stato solo quella sera del 2 novembre 1975, come invece aveva sostenuto fin dal primo interrogatorio e sempre ribadito. Trent'anni dopo, confessa di non essere stato lui a uccidere Pasolini, ma tre uomini sulla quarantina che, con accento siciliano o calabrese, insultavano lo scrittore chiamandolo “sporco comunista”.
Il [[7 maggio]] [[2005]], nel corso della trasmissione televisiva ''Ombre sul giallo'', Pelosi rivela di non essere stato solo quella sera del 2 novembre 1975, come invece aveva sostenuto fin dal primo interrogatorio e sempre ribadito. Trent'anni dopo, confessa di non essere stato lui a uccidere Pasolini, ma tre uomini sulla quarantina che, con accento siciliano o calabrese, insultavano lo scrittore chiamandolo “sporco comunista”.


===Il movente dell'omicidio===
===Il movente dell'omicidio===
Nel [[1972]] Pasolini inizia a scrivere quello che può a tutti gli effetti essere considerato il suo vero “romanzo delle stragi”: ''Petrolio'', così si chiamerà il suo romanzo rimasto incompiuto e pubblicato postumo. E forse è proprio in ''Petrolio'' che si trova la chiave della morte del suo autore, legata a un altro mistero italiano: la “strana” morte di [[Enrico Mattei]]. Pasolini era venuto in possesso di informazioni scottanti, riguardanti il coinvolgimento di Eugenio Cefis nel caso Mattei.
Nel [[1972]] Pasolini inizia a scrivere quello che può a tutti gli effetti essere considerato il suo vero “romanzo delle stragi”: ''Petrolio'', così si chiamerà il suo romanzo rimasto incompiuto e pubblicato postumo. E forse è proprio in ''Petrolio'' che si trova la chiave della morte del suo autore, legata a un altro mistero italiano: la “strana” morte di Enrico Mattei. Pasolini era venuto in possesso di informazioni scottanti, riguardanti il coinvolgimento di Eugenio Cefis nel caso Mattei.
In ''Petrolio'' descrive la storia dell'Eni e in particolare quella del suo presidente Cefis. Lo fa con un espediente letterario: il personaggio inventato di Troya, ricalcato sulla figura di Cefis. Secondo il sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia, che ha indagato sul caso Mattei (depositando una sentenza di archiviazione nel [[2003]]), le carte di ''Petrolio'' appaiono come fonti credibili di una storia vera del potere economico-politico e dei suoi legami con le varie fasi dello stragismo italiano [[Fascismo|fascista]] e di [[Stato]]. Calia si spinse ad affermare che «l'esecuzione dell'attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero di [[Stato]]». Il che porterebbe a ritenere Eugenio Cefis come il probabile mandante. Probabilmente questa era una delle scomode verità di cui Pasolini era venuto a conoscenza.
In ''Petrolio'' descrive la storia dell'Eni e in particolare quella del suo presidente Cefis. Lo fa con un espediente letterario: il personaggio inventato di Troya, ricalcato sulla figura di Cefis. Secondo il sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia, che ha indagato sul caso Mattei (depositando una sentenza di archiviazione nel [[2003]]), le carte di ''Petrolio'' appaiono come fonti credibili di una storia vera del potere economico-politico e dei suoi legami con le varie fasi dello stragismo italiano [[Fascismo|fascista]] e di [[Stato]]. Calia si spinse ad affermare che «l'esecuzione dell'attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero di [[Stato]]». Il che porterebbe a ritenere Eugenio Cefis come il probabile mandante. Probabilmente questa era una delle scomode verità di cui Pasolini era venuto a conoscenza.


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==La narrativa==
==La narrativa==
La prima opera in prosa risale agli stessi anni dei suoi scritti in friulano. '''I giorni del lodo De Gasperi''', romanzo d'esordio scritto tra il [[1948]] e il [[1949]], sarà pubblicato nel [[1962]] col titolo '''Il sogno di una cosa'''. <ref name="Il">[http://archive.is/wlNHZ Il sogno di una cosa]</ref> Esistono però due racconti precedenti, '''Atti impuri''' <ref name="Atti">[http://tondelli.comune.correggio.re.it/database/correggio/tondelli.nsf/4cde79c085bc5503c125684d0047d9a0/2533d8e05661a94bc12574240045f755/$FILE/Iniesta.pdf Atti impuri]</ref> ([[1943]]) e '''Amado mio''' <ref name="Amado">[http://archive.is/ebnH5 Amado mio]</ref> ([[1948]]) pubblicati postumi nel [[1982]]. Ovviamente in queste prose l'ambiente friulano fa da sfondo. Vi possiamo vedere la lotta tra i braccianti e i latifondisti e l'esperienza omosessuale come espressione spontanea di una corporeità aliena dai vincoli e dalle censure della società moderna.
La prima opera in prosa risale agli stessi anni dei suoi scritti in friulano. '''I giorni del lodo De Gasperi''', romanzo d'esordio scritto tra il [[1948]] e il [[1949]], sarà pubblicato nel [[1962]] col titolo '''Il sogno di una cosa'''. <ref name="Il">[http://archive.is/wlNHZ Il sogno di una cosa]</ref> Esistono però due racconti precedenti, '''Atti impuri''' <ref name="Atti">[http://tondelli.comune.correggio.re.it/database/correggio/tondelli.nsf/4cde79c085bc5503c125684d0047d9a0/2533d8e05661a94bc12574240045f755/$FILE/Iniesta.pdf Atti impuri]</ref> ([[1943]]) e '''Amado mio''' <ref name="Amado">[http://archive.is/ebnH5 Amado mio]</ref> ([[1948]]) pubblicati postumi nel [[1982]]. Ovviamente in queste prose l'ambiente friulano fa da sfondo. Vi possiamo vedere la lotta tra i braccianti e i latifondisti e l'esperienza omosessuale come espressione spontanea di una corporeità aliena dai vincoli e dalle censure della società moderna.
Nei romanzi romani '''Ragazzi di vita''' <ref name="Ragazzi">[http://archive.is/Ih5ez Ragazzi di vita]</ref> ([[1955]]) e '''Una vita violenta''' <ref name="Vita">[http://www.italialibri.net/opere/vitaviolenta.html Vita violenta]</ref> ([[1959]]) il mondo del [[sottoproletariato]] urbano viene descritto con l'ausilio del dialetto romanesco. La vita di borgata diviene il simbolo della condizione marginalee, il luogo della violenza comunicata coi gesti e le parole, non che dagli "atti osceni".
Nei romanzi romani '''Ragazzi di vita''' <ref name="Ragazzi">[http://archive.is/Ih5ez Ragazzi di vita]</ref> ([[1955]]) e '''Una vita violenta''' <ref name="Vita">[http://www.italialibri.net/opere/vitaviolenta.html Vita violenta]</ref> ([[1959]]) il mondo del sottoproletariato urbano viene descritto con l'ausilio del dialetto romanesco. La vita di borgata diviene il simbolo della condizione marginalee, il luogo della violenza comunicata coi gesti e le parole, non che dagli "atti osceni".
Nella raccolta '''Alì dagli occhi azzurri''' <ref name="Alì">[http://archive.is/bNkCl Alì dagli occhi azzurri]</ref> ([[1965]]) troviamo coesistere vari elementi della narrativa: il diario, il linguaggio gergale borgataro e la prosa colta del letterato. La conflittualità, il sofferto antagonismo di Pasolini nei confronti dello ''status quò'', il romanticismo di intellettuale ribelle, il suo impulso a raccontare e raccontarsi sono ben visibili nella sua opera letteraria. Caratterizzano la sua scrittura, egli li ribadisce sempre senza falsi pudori, fino alla sua fine prematura.  Il suo ultimo romanzo sarà '''La divina mimesis''' <ref name="La divina">[http://archive.is/YxsxG La divina mimesis]</ref> ([[1975]]). Come è accaduto per '''Amado mio''' non è da escludere che la bibliografia pasoliniana possa arricchirsi di nuovi inediti, approfondendo ulteriormente quello che sappiamo della sua complessa e poliedrica personalità.
Nella raccolta '''Alì dagli occhi azzurri''' <ref name="Alì">[http://archive.is/bNkCl Alì dagli occhi azzurri]</ref> ([[1965]]) troviamo coesistere vari elementi della narrativa: il diario, il linguaggio gergale borgataro e la prosa colta del letterato. La conflittualità, il sofferto antagonismo di Pasolini nei confronti dello ''status quò'', il romanticismo di intellettuale ribelle, il suo impulso a raccontare e raccontarsi sono ben visibili nella sua opera letteraria. Caratterizzano la sua scrittura, egli li ribadisce sempre senza falsi pudori, fino alla sua fine prematura.  Il suo ultimo romanzo sarà '''La divina mimesis''' <ref name="La divina">[http://archive.is/YxsxG La divina mimesis]</ref> ([[1975]]). Come è accaduto per '''Amado mio''' non è da escludere che la bibliografia pasoliniana possa arricchirsi di nuovi inediti, approfondendo ulteriormente quello che sappiamo della sua complessa e poliedrica personalità.


==La drammaturgia==
==La drammaturgia==
Nell'arco di un solo anno, il [[1965]], Pasolini scrisse le sei tragedie che rappresentano il suo contributo al teatro: '''Pilade''' <ref name="Pilade">[http://archive.is/dN2Z6 Pilade]</ref>, '''Orgia''' <ref name="Orgia">[http://archive.is/opjpg Orgia]</ref>, '''Affabulazione''' <ref name="Affabulazione">[http://archive.is/zO65k Affabulazione]</ref>, '''Calderòn''' <ref name="Calderòn">[http://archive.is/MDMh0 Calderòn]</ref>, '''Porcile''' <ref name="Porcile">[http://archive.is/d51yV Porcile]</ref> e '''Bestia da stile'''. <ref name="Bestia">[http://archive.is/berGF Bestia da stile]</ref> La sua produzione teatrale rivela l'originale rifiuto della tradizione [[retorica]], proponendo un [[teatro]] che si regga sulla forza delle parole e sul loro potere espressivo. L'azione è pressoché assente, se non nella dinamica dei concetti che si susseguono, materializzati dalla realtà dell'enunciazione orale.
Nell'arco di un solo anno, il [[1965]], Pasolini scrisse le sei tragedie che rappresentano il suo contributo al teatro: '''Pilade''' <ref name="Pilade">[http://archive.is/dN2Z6 Pilade]</ref>, '''Orgia''' <ref name="Orgia">[http://archive.is/opjpg Orgia]</ref>, '''Affabulazione''' <ref name="Affabulazione">[http://archive.is/zO65k Affabulazione]</ref>, '''Calderòn''' <ref name="Calderòn">[http://archive.is/MDMh0 Calderòn]</ref>, '''Porcile''' <ref name="Porcile">[http://archive.is/d51yV Porcile]</ref> e '''Bestia da stile'''. <ref name="Bestia">[http://archive.is/berGF Bestia da stile]</ref> La sua produzione teatrale rivela l'originale rifiuto della tradizione retorica, proponendo un [[teatro]] che si regga sulla forza delle parole e sul loro potere espressivo. L'azione è pressoché assente, se non nella dinamica dei concetti che si susseguono, materializzati dalla realtà dell'enunciazione orale.


==La saggistica==
==La saggistica==
Pasolini collabora con diversi quotidiani e periodici, nonché a riviste culturali come '''Paragone''' e '''Nuovi Argomenti''', ha rappresentato negli anni settanta l'intenzione da parte dell'intellettuale di intervenire nel vivo del dibattito apertosi a quei tempi su temi ispirati dalla decadenza della cosiddetta ''società del benessere'', all'indomani del [[Sessantotto]]. Pasolini esprime le sue drastiche posizioni anti-progressiste, accende vivaci dibattiti con i ''compagni di strada'' della contestazione:
Pasolini collabora con diversi quotidiani e periodici, nonché a riviste culturali come '''Paragone''' e '''Nuovi Argomenti''', ha rappresentato negli anni settanta l'intenzione da parte dell'intellettuale di intervenire nel vivo del dibattito apertosi a quei tempi su temi ispirati dalla decadenza della cosiddetta ''società del benessere'', all'indomani del [[Sessantotto]]. Pasolini esprime le sue drastiche posizioni anti-progressiste, accende vivaci dibattiti con i ''compagni di strada'' della contestazione:


"''Avete facce di figli di papà.''
"''Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente.'' [...] ''Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri.''"
''Buona razza non mente.''
...
''Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte''
''coi poliziotti''
''io simpatizzavo coi poliziotti!''
''Perché i poliziotti sono figli di poveri.''"


Inoltre nelle sue invettive non risparmia lo [[Stato]] e la [[Chiesa]], attacca tutte le [[istituzioni]], divenendo un personaggio scomodo e solo contro tutti. Tra le numerose raccolte di saggi e articoli -editi prima e dopo la sua morte- ricordiamo: '''Passione e ideologia''' <ref name="Passione">[http://archive.is/Y4kMA Passione e ideologia]</ref> ([[1960]]), '''Empirismo eretico''' <ref name="Empirismo">[http://archive.is/RF2kO Empirismo eretico]</ref> ([[1972]]), '''Scritti corsari''' <ref name="Scritti">[http://www.divshare.com/i/7593882-61e Scritti corsari]</ref> ([[1975]]), '''Lettere luterane''' <ref name="Lettere">[http://www.italialibri.net/opere/lettereluterane.html Lettere luterane]</ref> ([[1976]]), '''Le belle bandiere''' <ref name="Le belle">[http://archive.is/GcLdb Le belle bandiere]</ref> ([[1977]]), '''Descrizioni di descrizioni''' <ref name="Descrizioni">[http://archive.is/YYFpF Descrizioni di descrizioni]</ref> ([[1979]]), e infine '''Il sogno del centauro'''<ref name="Il sogno">[http://books.google.it/books?id=NppdUWe41lgC&pg=PA116&lpg=PA116&dq=Il+sogno+del+centauro+pasolini&source=bl&ots=megRMGhgJi&sig=yorBwijQIP8lgn8U1CbnGvBjkrs&hl=it&ei=9CM7StKVOcGysAaZvehZ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7 Il sogno del centauro]</ref> ([[1983]]), una confessione-intervista in due tempi ([[1969]] - [[1975]]) raccolta dal critico francese J. Duflot.
Inoltre nelle sue invettive non risparmia lo [[Stato]] e la [[Chiesa]], attacca tutte le istituzioni, divenendo un personaggio scomodo e solo contro tutti. Tra le numerose raccolte di saggi e articoli - editi prima e dopo la sua morte - ricordiamo: '''Passione e ideologia''' <ref name="Passione">[http://archive.is/Y4kMA Passione e ideologia]</ref> ([[1960]]), '''Empirismo eretico''' <ref name="Empirismo">[http://archive.is/RF2kO Empirismo eretico]</ref> ([[1972]]), '''Scritti corsari''' <ref name="Scritti">[http://www.divshare.com/i/7593882-61e Scritti corsari]</ref> ([[1975]]), '''Lettere luterane''' <ref name="Lettere">[http://www.italialibri.net/opere/lettereluterane.html Lettere luterane]</ref> ([[1976]]), '''Le belle bandiere''' <ref name="Le belle">[http://archive.is/GcLdb Le belle bandiere]</ref> ([[1977]]), '''Descrizioni di descrizioni''' <ref name="Descrizioni">[http://archive.is/YYFpF Descrizioni di descrizioni]</ref> ([[1979]]), e infine '''Il sogno del centauro''' <ref name="Il sogno">[http://books.google.it/books?id=NppdUWe41lgC&pg=PA116&lpg=PA116&dq=Il+sogno+del+centauro+pasolini&source=bl&ots=megRMGhgJi&sig=yorBwijQIP8lgn8U1CbnGvBjkrs&hl=it&ei=9CM7StKVOcGysAaZvehZ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7 Il sogno del centauro]</ref> ([[1983]]), una confessione-intervista in due tempi ([[1969]] - [[1975]]) raccolta dal critico francese J. Duflot.


==Il Cinema <ref name="C">Serafino Murri, ''Pier Paolo Pasolini'', Il Castoro - l'Unità, 1995</ref> <ref name="D">Pier Paolo Pasolini, ''Lettere Luterane'', Einaudi - L'Unità, 1991</ref> <ref name="E">Franco Grattarola, ''Pasolini una vita violentata'', Coniglio Editore, 2005</ref>==
==Il Cinema <ref name="C">Serafino Murri, ''Pier Paolo Pasolini'', Il Castoro - l'Unità, 1995</ref> <ref name="D">Pier Paolo Pasolini, ''Lettere Luterane'', Einaudi - L'Unità, 1991</ref> <ref name="E">Franco Grattarola, ''Pasolini una vita violentata'', Coniglio Editore, 2005</ref>==
[[Image:Pasolini_regista.jpg|thumb|left|200px|Pasolini regista]]
[[Image:Pasolini_regista.jpg|thumb|left|200px|Pasolini regista.]]
[[Image:Sodoma_Pasolini.png |thumb|right|200px|Locandina del film "Salò o le 120 giornate di Sodoma"]]
[[Image:Sodoma_Pasolini.png |thumb|right|200px|Locandina del film "Salò o le 120 giornate di Sodoma".]]
[[Image:PASOLINI-RABBIA_small.jpg |thumb|right|200px|Pasolini in una scena di "Comizi d'amore"]]
[[Image:PASOLINI-RABBIA_small.jpg |thumb|right|200px|Pasolini in una scena di "Comizi d'amore".]]
Il Pasolini cineasta non può essere considerato a prescindere dalla sua esperienza di scrittore. Gran parte della sua opera cinematografica può essere compresa solo alla luce della sua opera letteraria, dalle pagine di prosa e poesia alla sua personale visione del mondo. Pochi dei suoi film saranno privi di influenze letterarie, da '''L'Edipo Re''', a '''Il Vangelo secondo Matteo''', ''grande opera letteraria'' secondo Pasolini. Viceversa, molte delle sue sceneggiature sono da considerarsi come aventi una propria autonoma dignità letteraria, come '''Accattone''', '''Mamma Roma''' e '''Teorema'''. Pasolini non è un ''esperto del settore'', i suoi film sono sempre sperimentali, la ricerca continua di un modo per comunicare ciò che non può essere comunicato nella scrittura; secondo Pasolini la dove la scrittura comunica attraverso meri simboli arbitrari, (come le lettere dell'alfabeto, la semantica ecc.) il [[cinema]] comunica in modo diretto attraverso le azioni e i gesti.
Il Pasolini cineasta non può essere considerato a prescindere dalla sua esperienza di scrittore. Gran parte della sua opera cinematografica può essere compresa solo alla luce della sua opera letteraria, dalle pagine di prosa e poesia alla sua personale visione del mondo. Pochi dei suoi film saranno privi di influenze letterarie, da '''L'Edipo Re''', a '''Il Vangelo secondo Matteo''', ''grande opera letteraria'' secondo Pasolini. Viceversa, molte delle sue sceneggiature sono da considerarsi come aventi una propria autonoma dignità letteraria, come '''Accattone''', '''Mamma Roma''' e '''Teorema'''. Pasolini non è un ''esperto del settore'', i suoi film sono sempre sperimentali, la ricerca continua di un modo per comunicare ciò che non può essere comunicato nella scrittura; secondo Pasolini la dove la scrittura comunica attraverso meri simboli arbitrari, (come le lettere dell'alfabeto, la semantica ecc.) il [[cinema]] comunica in modo diretto attraverso le azioni e i gesti.
Benché siano evidenti le influenze dei [[neorealismo|neorealisti]] Rossellini, Godard e Mizoguchi, Pasolini si distingue nettamente da essi sviluppando un proprio linguaggio cinematografico che egli stesso ha definito ''cinema di poesia'': un cinema che si pone di fronte alla necessità di svilupparsi ed esprimersi, secondo le peculiarità offerte dal mezzo, in una direzione stilistica opposta a quella soggetta alle normative e ai codici uniformanti del ''cinema commerciale''. Grande influenza nella fotografia e nelle inquadrature plastiche la riceve dallo storico dell'arte Roberto Longhi, di cui fu allievo, e dal manierismo italiano, soprattutto dal Pontormo.
Benché siano evidenti le influenze dei neorealisti Rossellini, Godard e Mizoguchi, Pasolini si distingue nettamente da essi sviluppando un proprio linguaggio cinematografico che egli stesso ha definito ''cinema di poesia'': un cinema che si pone di fronte alla necessità di svilupparsi ed esprimersi, secondo le peculiarità offerte dal mezzo, in una direzione stilistica opposta a quella soggetta alle normative e ai codici uniformanti del ''cinema commerciale''. Grande influenza nella fotografia e nelle inquadrature plastiche la riceve dallo storico dell'arte Roberto Longhi, di cui fu allievo, e dal manierismo italiano, soprattutto dal Pontormo.


===I ragazzi di vita===
===I ragazzi di vita===
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===Comizi d'amore===
===Comizi d'amore===
A conferma del suo vivo interesse verso le persone più umili, ''le persone con cui amo più stare non devono aver superato la quarta elementare'' diceva, Pasolini gira nel 1964 un documentario intitolato '''Comizi d'amore''', destinato a diventare un documento storico di grande valore. Gira per tutta Italia intervistando con la stessa dignità personaggi della strada, prostitute e intellettuali, sui temi dell'amore, sul ruolo della donna, sul sesso e la verginità, sulla legge Merlin ecc. La storia di un paese che stava per conoscere la rivoluzione culturale e di costume del [[Sessantotto]], la quale sarebbe esplosa solo quattro anni dopo. Non è solo un documentario, ma qualcosa di più. È l'esperimento di un concetto che aveva maturato già da tempo e che per quei tempi definire profetico sarebbe un eufemismo, il concetto della '''televisione come medium di massa''', la dove chi appare in TV -a prescindere dal contenuto più o meno valido, più o meno intellettuale- pronunciava dei proclami ''ex cattedra'' rovesciando totalmente il concetto democratico che si voleva dare a questo nuovo mezzo di comunicazione.
A conferma del suo vivo interesse verso le persone più umili, ''le persone con cui amo più stare non devono aver superato la quarta elementare'' diceva, Pasolini gira nel 1964 un documentario intitolato '''Comizi d'amore''', destinato a diventare un documento storico di grande valore. Gira per tutta Italia intervistando con la stessa dignità personaggi della strada, prostitute e intellettuali, sui temi dell'amore, sul ruolo della donna, sul sesso e la verginità, sulla legge Merlin ecc. La storia di un paese che stava per conoscere la rivoluzione culturale e di costume del [[Sessantotto]], la quale sarebbe esplosa solo quattro anni dopo. Non è solo un documentario, ma qualcosa di più. È l'esperimento di un concetto che aveva maturato già da tempo e che per quei tempi definire profetico sarebbe un eufemismo, il concetto della televisione come medium di massa, la dove chi appare in TV - a prescindere dal contenuto più o meno valido, più o meno intellettuale - pronunciava dei proclami ''ex cathedra'' rovesciando totalmente il concetto democratico che si voleva dare a questo nuovo mezzo di comunicazione.


===Il disagio dell'intellettuale===
===Il disagio dell'intellettuale===
Oltre alla poetica, nei suoi film troviamo anche temi religiosi filtrati dalla sua eretica ispirazione, '''Il Vangelo secondo Matteo''' ([[1964]]). Qui Pasolini crea attraverso [[Gesù Cristo|Cristo]] (interpretato da un anarchico basco), la metafora dell'intellettuale, impegnato nella lotta per una [[società]] più giusta a fianco di coloro che non sono ammessi a farne parte. L'uomo di cultura votato all'impegno politico e sociale si può vedere anche -in tutto il disagio del suo stato- in '''Uccellacci e Uccellini''' ([[1966]]) dove avviene la storica collaborazione con '''Totò'''. Durante gli anni della contestazione, Pasolini si schiera su posizioni che prefigurano il disgregarsi dei valori borghesi e l'omologazione derivata dagli strati piccolo-borghesi. Con '''Teorema''' ([[1968]]) e '''Porcile''' ([[1969]]) Pasolini conquista il pubblico giovanile, che vede in questi film la critica al potere e alle istituzioni.
Oltre alla poetica, nei suoi film troviamo anche temi religiosi filtrati dalla sua eretica ispirazione, '''Il Vangelo secondo Matteo''' ([[1964]]). Qui Pasolini crea attraverso Cristo (interpretato da un anarchico basco), la metafora dell'intellettuale, impegnato nella lotta per una [[società]] più giusta a fianco di coloro che non sono ammessi a farne parte. L'uomo di cultura votato all'impegno politico e sociale si può vedere anche -in tutto il disagio del suo stato- in '''Uccellacci e Uccellini''' ([[1966]]) dove avviene la storica collaborazione con '''Totò'''. Durante gli anni della contestazione, Pasolini si schiera su posizioni che prefigurano il disgregarsi dei valori borghesi e l'omologazione derivata dagli strati piccolo-borghesi. Con '''Teorema''' ([[1968]]) e '''Porcile''' ([[1969]]) Pasolini conquista il pubblico giovanile, che vede in questi film la critica al potere e alle istituzioni.


===Il mito e l'eros===
===Il mito e l'eros===
L'ultima fase del suo cinema è caratterizzato dalla sua rilettura dei classici greci e medievali, come in '''L'Edipo Re''' ([[1967]]) e '''Medea''' ([[1970]]) interpretati entrambi da '''Maria Callas'''; vi troviamo anche un [[erotismo]] socializzante e liberatorio. Nella '''Trilogia della vita''' <ref name="F">'''Decameron''' ([[1971]]), '''I racconti di Canterbury''' ([[1972]]), '''Il fiore delle mille e una notte''' ([[1974]])</ref> si celebra un mondo contadino, [[capitalismo|pre-capitalista]], dove mito e realtà si fondono assieme.
L'ultima fase del suo cinema è caratterizzato dalla sua rilettura dei classici greci e medievali, come in '''L'Edipo Re''' ([[1967]]) e '''Medea''' ([[1970]]) interpretati entrambi da '''Maria Callas'''; vi troviamo anche un erotismo socializzante e liberatorio. Nella '''Trilogia della vita''' <ref name="F">'''Decameron''' ([[1971]]), '''I racconti di Canterbury''' ([[1972]]), '''Il fiore delle mille e una notte''' ([[1974]]).</ref> si celebra un mondo contadino, [[capitalismo|pre-capitalista]], dove mito e realtà si fondono assieme.
Il ruolo di carnefice semi-occulto di tante vittime inermi che il potere incarna si precisa e si esplicita nella spietata e pessimistica ultima opera di Pasolini: '''Salò o le 120 giornate di Sodoma''' ([[1975]]). Può essere -col senno del poi- definito il testamento intellettuale di Pasolini, dettato dal suo temperamento provocatorio e dissacratorio: un messaggio in cerca di un destinatario, di uno o più interlocutori che rispondessero nel dibattito alla sua ennesima provocazione, il quale avrebbe prodotto elementi nuovi per la sua creatività tormentata. Purtroppo un gruppo di balordi non gli permise di replicare in tempo ai suoi soliti, indignati detrattori.
Il ruolo di carnefice semi-occulto di tante vittime inermi che il potere incarna si precisa e si esplicita nella spietata e pessimistica ultima opera di Pasolini: '''Salò o le 120 giornate di Sodoma''' ([[1975]]). Può essere - col senno del poi - definito il testamento intellettuale di Pasolini, dettato dal suo temperamento provocatorio e dissacratorio: un messaggio in cerca di un destinatario, di uno o più interlocutori che rispondessero nel dibattito alla sua ennesima provocazione, il quale avrebbe prodotto elementi nuovi per la sua creatività tormentata. Purtroppo un gruppo di balordi non gli permise di replicare in tempo ai suoi soliti, indignati detrattori.


== Canzone per Pier Paolo Pasolini (dell'anarchico Pino Bertelli) ==
== Canzone per Pier Paolo Pasolini (dell'anarchico Pino Bertelli) ==
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*Una vita violenta, "Narratori moderni", Garzanti 1989   
*Una vita violenta, "Narratori moderni", Garzanti 1989   
*Una vita violenta, a cura di M. Morazzoni M. e A. Parisi, Archimede Edizioni 1993   
*Una vita violenta, a cura di M. Morazzoni M. e A. Parisi, Archimede Edizioni 1993   
*Vita attraverso le lettere, a cura di Nico Naldini, "Einaudi tascabili". Einaudi 1994
*Vita attraverso le lettere, a cura di Nico Naldini, "Einaudi tascabili", Einaudi 1994


==Cinematografia <ref name="A">Fonte: [http://archive.is/C0FnG ''Il cinema di Pier Paolo Pasolini''].</ref> <ref name="B">Fonte: [https://web.archive.org/web/20211017192826/http://trovacinema.repubblica.it/attori-registi/pier-paolo-pasolini/170314/ ''Pier Paolo Pasolini''], filmografia.</ref>==
==Cinematografia <ref name="A">Fonte: [http://archive.is/C0FnG ''Il cinema di Pier Paolo Pasolini''].</ref> <ref name="B">Fonte: [https://web.archive.org/web/20211017192826/http://trovacinema.repubblica.it/attori-registi/pier-paolo-pasolini/170314/ ''Pier Paolo Pasolini''], filmografia.</ref>==
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