Fortunato Serantoni

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search

Fortunato Serantoni (Firenze, 1856 - Firenze 23 dicembre 1908), è stato un militante anarchico italiano, particolarmente attivo in Argentina. È stato un importante editore di giornali e libri, tra cui La Questione Sociale, El Perseguido, El Oprimido e Ciencia Social.

Biografia [1]

Fortunato Serantoni nasce a Firenze nel 1856, da Cesare, parrucchiere e tipografo. Nel novembre del 1872, giovanissimo, aderisce alla sezione fiorentina dell'Internazionale. Presto abbandona le iniziali posizioni filo marxiste avvicinandosi alle posizioni antiautoritarie, fino ad abbracciare decisamente il socialismo anarchico. Riveste un ruolo di primo piano nell'organizzazione e nei lavori del III Congresso della sezione italiana dell'AIL, che si tiene a Tosi, nelle vicinanze di Firenze, nell'ottobre del 1876. Partecipa come delegato della Sezione di Montescudaio (Pisa) al I Congresso Operaio Toscano, tenutosi a Firenze nei giorni 27 e 28 novembre del 1876.

Nel 1877 firma insieme ad altri compagni un duro manifesto di protesta, per il quale viene successivamente denunciato, contro le persecuzioni messe in atto dal ministro Nicotera e dal questore di Firenze ai danni degli internazionalisti fiorentini. In questo periodo è attivo in diverse iniziative internazionaliste e anticlericali e collabora a diversi periodici, come «Il Vero Satana», «L'Internazionale», «Il Ladro», «La Campana del Bargello», «Miseria», «Il Petrolio», «Il Miserabile», «La Lanterna». Cura l'edizione di un «Almanacco Socialista per l'anno 1876», pubblicato a Firenze e sequestrato dalla polizia e dirige «Il Parrucchiere».

Nell'aprile 1878 viene arrestato per aver «disturbato la quiete» pubblica. Verso la fine dello stesso anno viene nuovamente arrestato, insieme ad altri 68 internazionalisti, in seguito allo scoppio di una bomba a Firenze, in via Nazionale, durante una manifestazione monarchica, che uccide quattro persone e ne ferisce molte altre; le autorità attribuiscono senza dubbi l'attentato agli internazionalisti. L'accusa si rivelerà presto infondata, ma l'episodio darà il via ad una nutrita serie di azioni giudiziarie contro i libertari fiorentini. Serantoni viene liberato il 6 febbraio del 1879, una volta dichiarato il non luogo procedere a suo carico. Ammonito, viene arrestato di nuovo con l'accusa di «provocazione a commettere reati, manifestazione sediziosa e violazione dell'ammonizione» per aver deposto, come segno di cordoglio, una corona di fiori con un nastro rosso e nero sulla tomba delle vittime di via Nazionale. Dopo aver scontato tre mesi di carcere preventivo, viene assolto, ma successivamente viene arrestato ancora diverse volte, e sconta un altro mese di carcere, per «turpiloquio».

Dal 1880 si impegna insieme a Francesco Pezzi nella riorganizzazione delle sezioni dell'AIL travolte dalla repressione; dalle pagine de «La Lanterna», da lui diretta, lancia una campagna tesa a difendere gli incarcerati di via Nazionale e a smascherare la montatura organizzata a loro danno dalla Questura di Firenze. Nuove vicende giudiziarie lo spingono ad espatriare nell'ottobre del 1882. Ripara in un primo momento in Francia e nel gennaio del 1883 si stabilisce a Barcellona. Nel porto catalano, dove esercita il mestiere di marmista e conduce vita modesta, partecipa a congressi ed altre iniziative libertarie, collabora a diversi giornali del movimento e dal 1888 al 1889 dirige il periodico «La Revolución Social». È nella capitale catalana che Serantoni, molto probabilmente, conosce la sua compagna Isabella, con cui avrà due figli, Comunardo ed Enrico. Durante il suo soggiorno spagnolo non perde contatti con Malatesta e con i circoli libertari italiani, in particolare i toscani. Viene costantemente sorvegliato dalla polizia, che gli attribuisce un ruolo di importante e «pericoloso» militante.

Un indice di Ciencia Social, con la menzione della Librería Sociológica di Fortunato Serantoni.

Tra la fine del 1892 e i primi mesi del 1893, Serantoni, anticipato da allarmati dispacci del consolato italiano di Barcellona circa la sua partenza verso l'Argentina, si trasferisce a Buenos Aires. Dall'ottobre del 1893 collabora alla redazione de «La Riscossa», periodico comunista anarchico in lingua italiana che si pubblica nella capitale argentina fino all'aprile 1894, quando la polizia sequestra tutti i numeri del periodico, arresta e poi espelle molti dei suoi redattori. Serantoni riesce a sfuggire a questi provvedimenti. A questo periodo di difficoltà si somma il dolore per la perdita del figlio Comunardo, ucciso dalla difterite e il morbillo.

Dal 1894 al 1896 è il redattore principale e editore de «La Questione Sociale» rivista libertaria in lingua italiana - in seguito diventa bilingue - che raccoglie contributi dei più prestigiosi pensatori libertari europei ed argentini. La rivista è il tassello centrale di una ampia iniziativa editoriale, che comprende anche degli almanacchi annuali («Almanaque Ilustrado de la Questione sociale»), pubblicati dal 1894 al 1901, ed una collana di opuscoli («Biblioteca della Questione Sociale») e pamphlet. Le pubblicazioni curate da Serantoni vengono spedite in grandi quantità anche in Brasile, negli Stati Uniti, in Europa ed in particolare in Italia.

Dal 1897 al febbraio 1900 dirige e pubblica la rivista «Ciencia Social». Scritta interamente in spagnolo, è una rivista di approfondimento politico e culturale segnatamente libertaria, cui collabora anche Pietro Gori durante il suo soggiorno argentino. Serantoni vive grazie ai proventi della Librería Sociológica, che si trova a Buenos Aires, in calle Corrientes e che gestisce insieme alla compagna. La libreria è la sede di tutte le sue iniziative editoriali e, durante la seconda metà degli anni novanta, un punto di riferimento per gli anarchici, nonché un nodo importante della rete internazionale della propaganda anarchica in lingua italiana. Dalla Sociológica di Buenos Aires partono molte delle sottoscrizioni che gli anarchici argentini destinano ai compagni europei in difficoltà.

Collabora ai principali periodici anarchici pubblicati in Argentina, come «L'Avvenire», «El Oprimido» e, più tardi, «La Protesta Humana», di cui è uno dei principali promotori. Cura anche l'edizione di alcuni numeri unici, come «XX Settembre» (Buenos Aires, 20 setembre 1895) ed «El Alba del siglo XX» (Buenos Aires, 31 dicembre 1900). Nel 1899 scrive e pubblica l'opuscolo Per un innocente d'Italia: Cesare Batacchi condannato all'ergastolo. Con questo pamphlet ed un instancabile impegno, Serantoni partecipa alla campagna internazionale che riesce, nel 1900, a far concedere la grazia all'anarchico fiorentino ingiustamente condannato per la bomba di Firenze del 1878. Costantemente sorvegliato dalla polizia italiana, Serantoni si impegna anche nella costituzione, nel 1902, della federazione sindacale argentina (Federación obrera argentina) e nelle agitazioni operaie che culminano nello sciopero generale del novembre del 1902. Proprio in quei giorni la polizia fa irruzione nella Librería Sociológica per arrestare Serantoni, che non si fa trovare e si rifugia in Uruguay. Tutto il materiale della libreria viene sequestrato dalla polizia e non sarà mai restituito.

Amareggiato ed economicamente rovinato, Serantoni intraprende la via di un nuovo esilio. Mentre la sua famiglia rimane a Buenos Aires, Serantoni approda in Spagna, da dove viene subito espulso. Dopo un breve soggiorno in Francia, ritorna in Italia, dove le vecchie condanne sono estinte per amnistia. Si stabilisce nuovamente a Firenze, dove riprende l'attività di editore, collaborando soprattutto con Pietro Gori, Luigi Fabbri e il tipografo Camillo Di Sciullo. Nel 1904 fonda a Firenze la Casa Editrice Fortunato Serantoni, che pubblica opere teatrali, opuscoli anticlericali e libertari. Progetta la pubblicazione di una collana di libri con l'intenzione di formare le basi di una autorevole «letteratura sociologica della libertà». Durante lo stesso anno partecipa a molte iniziative pubbliche a favore dei detenuti politici. In occasione del Congresso Internazionale del Libero Pensiero tenutosi a Roma nel 1904, pubblica un numero unico, «I diritti del Pensiero», cui collabora Luigi Fabbri. Nel giugno 1907 partecipa a Roma al Congresso Anarchico Italiano, proponendo insieme ad Enrico Belli una mozione, poi approvata, che sollecita la creazione di gruppi locali che diano vita ad una «Alleanza Socialista Anarchica Italiana», e fa parte del gruppo che si incarica di creare la pubblicazione portavoce dell'organizzazione, «L'Alleanza Libertaria», che sarà poi pubblicata a Roma dal 1908 al 1911.

All'inizio del 1908 vengono sequestrate in casa di Serantoni 200 copie dell'«Almanacco della Rivoluzione». Viene perciò arrestato e, dopo quaranta giorni di reclusione, riesce ad ottenere la libertà provvisoria. Pochissimo tempo dopo è condannato nuovamente a sei mesi di reclusione e ad una multa per «apologia di reato» (la sentenza viene confermata in appello il 29 ottobre 1908). Muore a Firenze il 23 dicembre 1908.

Note

  1. Fonte: A. P. Giordano, Fortunato Serantoni, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, Tomo II, Pisa, BFS, 2004, pp. 543-545

Collegamenti esterni