Contratto

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search

Il termine contratto deriva dal latino contrà ctus che altro non è che il p. p. di contrà here, cioè "trarre insieme", "riunire".

Il "contratto anarchico"

LysanderSpooner.jpg

Per buona parte degli anarchici il contratto assume il significato di un libero e volontario accordo, tra due o più parti, uguale e reciproco, non "teorico" ma effettivo, e che può essere modificato e/o annullato in ogni istante, per volontà esclusiva dei contraenti (associazioni dei produttori e dei consumatori, libere individualità ecc.).

Il federalismo anarchico, per esempio, è uno di quei principi anarchici che in qualche modo possono essere “regolamentati” attraverso il contratto. È da precisare che per gli anarchici il principio federalista non è una tecnica di governo, ma un principio di organizzazione in grado di coinvolgere tutti gli aspetti della vita sociale di una comunità. In questa maniera, attraverdo il libero accordo tra le parti, vengono precisati i diritti e i doveri di ciascuno ed così possibile regolamentare eventuali conflitti che possono insorgere tra individui, gruppi o collettività, o anche fra regioni.

Per esempio, è proprio il libero contratto alla base dei due elementi caratterizzanti l'anarchismo proudhoniano: il mutualismo e il federalismo.

Il contratto come mezzo di legittimazione della sovranità

Diversi filosofi (Hobbes, Rousseau...vedasi paragrafi seguenti) hanno provato a legittimare l'autorità dello Stato, seppur in maniera differente, con l'idea del libero contratto pattuito tra individui, i quali avrebbero in questo modo ceduto parte dei loro diritti per godere di un po'più di sicurezza e pace.

Tale legittimità fu dichiarata infondata dall'anarco-individualista americano Lysander Spooner, il quale ritenne che proprio perché le costituzioni dei paesi cosiddetti democratici possono essere assimilate a dei contratti, esse sono da ritenersi giuridicamente “non-valide”. La costituzione, se mai dotata di legittimità, è stata ratificata da individui ormai deceduti e quindi è inconcepibile che essa venga ritenuta ancora valida, proprio perché parte dei contraenti non esistono più. Spooner inoltre riteneva che tali “contratti” vengano raramente rispettati e quindi, proprio per inadempienza, dovrebbero ritenersi "non più validi". A partire da questi ragionamenti egli affermò che «le nazioni, i governi e gli stati non hanno legalità alcuna e che i giuramenti sulla costituzione non hanno validità giuridica», quindi i governi devono essere considerati come un'associazione di malfattori, una mafia, che dietro la pretesa d'offrire protezione ai cittadini, impone il pagamento delle tasse.

Il contratto hobbesiano

Per Hobbes lo «stato di natura» è quello caratterizzato dalla perenne «guerra di tutti contro tutti». Per evitare quindi questo stato di continuo pericolo per tutti e tutte, Hobbes suggerisce la stipula di un contratto che vincoli ognuno alla stessa maniera, anche se fosse stato esclusivamente stipulato dalla maggioranza o addirittura se la sottoscrizione fosse coatta. Questi dettami pattuiti tra i singoli (o tra la maggioranza) – i cui più importanti sono: 1) ricerca della pace; 2) rinunciare ad avere diritti su tutti; 3) rispettare i patti – sono per il filosofo inglese la legittimazione dell'ordinamento statale e delle sue leggi.

Il contratto hobbesiano legittima l'assolutismo più radicale, infatti poiché i cittadini con il contratto hanno ceduto una parte dei loro diritti ad un sovrano o ad un'istituzione, la sola libertà che spetta al singolo individuo è quella di agire secondo leggi; inoltre secondo Hobbes solo un'autorità assoluta può assolvere bene al suo compito autoritario (Hobbes simpatizza per la monarchia) e di dominio sulle individualità che hanno stipulato, o "subito", il contratto.

Il "contratto sociale" (secondo Rousseau)

Nel “Contratto sociale”, Jean-Jacques Rousseau parte dal principio che l'essere umano è nato libero (il «buon selvaggio») ed è diventato schiavo a causa della convivenza sociale. La società per Rousseau è una necessità venutasi a creare quando l'essere umano ha compreso di non poter più vivere isolato dagli altri. Il “Patto”, il “Contratto sociale”, ha lo scopo di unire e difendere ogni individuo, senza che questo debba perdere la propria libertà sottomettendosi ad una qualche autorità.

Il contratto sociale attribuisce sovranità e autorità (autorevolezza) inalienabile a tutto il corpo sociale, di conseguenza la sua idea è democratica; e poiché la sovranità è indivisibile, la democrazia per il quale propende è quella diretta: i governanti non sono padroni e nemmeno rappresentanti del popolo. Essi sono dei “commissari” che non decidono in nome del popolo, ma solo ed esclusivamente con la ratifica popolare.

Rousseau è ostile all'idea dello Stato moderno che si andava consolidando, immaginando al suo posto una società formata dalla federazione di piccole comunità.

Citazioni

«Nella teoria contrattualista di Hobbes, gli individui stipulano un contratto tra loro stessi al fine di mettere sul trono un sovrano il quale non può essere esautorato una volta chiuso il contratto.
Ciò impedisce un ritorno a una condizione pre-politica. Il sovrano ha il diritto di esigere obbedienza e di coartare. Eventuali giudizi, deliberazioni o sentimenti posteriori di un individuo non sono di alcun vantaggio una volta messo sul trono il sovrano. Una persona razionale, sia pure nell'ipotetico stato di natura raffigurato da Hobbes, troverebbe soddisfacente la soluzione Hobbesiana? Per dirla con il linguaggio di Godwin: converrebbe la persona saggia con un simile contratto? Chiaramente no, dice Godwin, giacchè così facendo l'individuo ha rinunciato al diritto di dare giudizi. È ovvio che si cerca seriamente di giustificare lo stato facendo riferimento a un contratto originario, allora, come per qualsiasi contratto, ci si deve chiedere: a chi lega il contratto? Se non sono stato parte del contratto originario, in che modo mi lega la forza del contratto?
In che modo io, singolo individuo, sono obbligato a obbedire e sottomettermi alla coercizione quando non sono stato in alcun modo parte di un contratto originario?
Queste sono imbarazzanti questioni per i sostenitori dello stato e per quei teorici i quali, sulla scia della tradizione contrattualista, cercano di usare la tesi del contratto originario per dimostrarne la legittimità. Lo stato non è mai stato creato da un contratto sociale. Esso è sempre nato dalla conquista e dallo sfruttamento». (Howard H. Harriott, L'anarchia è difendibile? VOLONTA'/ I DUE VOLTI DELLA LIBERTA)

Voci correlate