Storia dell'anarchismo nel Regno Unito

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L'anarchismo come movimento nacque in Gran Bretagna fra il 1880 e il 1890, sotto l'influenza di modelli stranieri più che indigeni. Né gli scritti di Godwin e dei suoi discepoli, né il primitivo sindacalismo di Robert Owen, con la sua Grand National Consolidated Trades Union, o di William Benbow, con la sua primitiva versione dello sciopero come inizio di un'era nuova, portarono alcun diretto contributo all'anarchismo dell'ultima parte del secolo XIX. Semmai, la loro influenza ne impedì l'affermarsi in Inghilterra, in quanto quel ripudio del potere che fu il loro legato al movimento operaio inglese produsse un'ostinata e durevole sfiducia nell'autorità centralizzata che in certi momenti fece apparire l'anarchia un estremismo inutile. Vera culla dell'anarchismo britannico moderno furono i clubs per lavoratori stranieri fondati a Soho già nel decennio 1840-1850, e un po' più tardi nell'East End di Londra. Il Club di Rose Street a Soho, l'Autonomie Club in Windmill Street, e più tardi (dopo il 1885) l'Intemational Club in Bemers Street, Whitechapel, furono i centri preferiti della fazione anarchica fra gli espatriati. Il Club di Rose Street era la roccaforte dei seguaci di Johann Most, che era arrivato in Inghilterra nel 1878 e l'anno seguente aveva fondato Die Freiheit, il primo giornale anarchico pubblicato su suolo inglese. Scotland Yard, chiudendo gli occhi per discrezione, in genere lasciava che gli espatriati svolgessero in pace le loro attività politiche, e per una sorta di tacito "gentlemen's agreement" quasi tutti i rivoluzionari stranieri evitavano di intromettersi nelle faccende politiche inglesi e di procurare guai al governo britannico sul piano intemazionale. Ma Most dimenticò la discrezione, nel 1881, quando dedicò un editoriale entusiasta all'assassinio di Alessandro II; fini in carcere e vi rimase 18 mesi. I compagni a cui aveva affidato Die Freiheit non vollero apparire meno coraggiosi di lui e, quando i ribelli irlandesi assassinarono Lord Cavendish in Phoenix Park, proclamarono a gran voce la loro solidarietà con gli uccisori. Ciò rappresentava una chiara ingerenza in una questione che riguardava la politica inglese; vi fu un'incursione della polizia nella redazione del giornale, e questo fu soppresso. Ne furono pubblicati alcuni numeri in Svizzera, e quando Most fu scarcerato il giornale iniziò negli Stati Uniti una nuova, sensazionale carriera, la cui storia appartiene a un'altra parte di questo capitolo. Die Freiheit era destinata alla propaganda in Austria e in Germania ed ebbe poca influenza in Inghilterra, tranne fra gli espatriati. L'anarchismo continentale influenzò il movimento socialista, che si andava lentamente affermando nel decennio 1880-1990, soprattutto grazie all'attività personale di un piccolo numero d'inglesi che frequentavano i clubs operai; dei sei delegati inglesi partecipanti al congresso anarchico intemazionale del 1881, quattro avevano credenziali di clubs di Soho. Popo dopo questo congresso fu fondata la prima organizzazione anarchica in Gran Bretagna, la Labour Emancipation League, emanazione di una fazione rivoluzionaria dello Stratford Radicai Club. Era suo leader Joseph Lane, un anziano carrettiere che ricordava i giorni dei cartisti ed era da molto tempo un attivo oratore "all'aria aperta". La Labour Emancipation League, che trovò un modesto seguito fra gli operai dell'East End, era dominata dall'anarchismo di Lane e Franz Kitz, uno fra i militanti del Club di Rose Street, e si oppose energicamente al socialismo di Stato e all'attività parlamentare. In quei primi, pacifici giorni del movimento operaio inglese non esisteva, fra anarchismo e socialismo, la rigorosa distinzione stabilita poi dalla II Intemazionale, e nel 1884 la Labour Emancipation League si affiliò alla Social Democratic Federation, che riunì quasi tutte le piccole fazioni socialiste inglesi, con l'eccezione dei troppo intellettuali Fabiani. L'unione non durò a lungo, a causa del carattere dittatoriale di H. M. Hyndman, leader marxista della Federazione. Nel dicembre 1884 questa era in rivolta, e quasi tutti i suoi membri di maggior rilievo, compresi William Morris, Belfort Bax ed Eleanor Marx Aveling, se ne dimiseroin segno di protesta. La Labour Emancipation League li seguì nella nuova organizzazione da essi creata, la Lega socialista, che poco dopo cominciò a pubblicare Commonweal, sotto la direzione di William Morris. In seno alla Lega la fazione anarchica, capeggiata da Lane, Kitz e C. W. Mowbray, raccolse rapidamente proseliti e si avviò ad una posizione di predominio. Essa trovò un temporaneo alleato in William Morris, i cui rapporti con l'anarchismo non sono facili a definirsi. In La terra promessa egli non dipinse nulla meno che la paradisiaca anarchia di cui i libertari sognavano da tre secoli. Anche nel non utopistico presente condivideva pienamente il disprezzo degli anarchici per i voltafaccia e i compromessi della politica, e mantenne sino alla fine il suo atteggiamento antiparlamentare; concedeva infatti, al massimo, che sarebbe stato giustificato da parte dei socialisti entrare in parlamento se fossero stati sicuri di ottenere una maggioranza tanto forte da potere, con i loro voti, imporre la definitiva scomparsa di quell'istituzione. Per lui, come per gli anarchici, era necessario trovare un mezzo grazie al quale il popolo potesse «distruggere da solo la sua schiavitù». È vero che dissentiva dagli anarchici della Lega socialista a proposito della loro estremistica difesa della violenza, della loro insistenza sugli aspetti negativi della rivoluzione. Considerava necessario un lungo processo di educazione prima che la lotta per la trasformazione della società potesse anche soltanto cominciare. Ma questo, benché portasse nel socialismo di Morris un elemento di gradualismo, non lo escluse dalla tradizione libertaria: Godwin e Proudhon nutrivano la stessa convinzione, e nei suoi ultimi anni Kropotkin non fu molto lontano dal condividerla. È vero anche che, amareggiato dalle esperienze nella Lega socialista, Morris negò categoricamente di essere un anarchico, ma le sue dichiarazioni in proposito dimostrano chiaramente che per anarchismo intendeva individualismo. [1]

Nessun anarchico tranne uno stimeriano arrabbiato potrebbe non essere d'accordo con l'ideale di Morris, con l'idea che gli uomini devono agire per il bene dei loro simili; uno dei principali dogmi anarchici afferma anzi che la libertà dà modo di manifestarsi alla naturale socialità umana, mentre il rilievo dato dagli anarchici al potere dell'opinione pubblica nel disciplinare l'individuo anti-sociale ci autorizza a pensare che nessuno di loro troverebbe nulla da obiettare all'idea di Morris che il bene comune debba essere protetto da «costumi sociali, frutto dell’esperienza della società». Un anarchico, per contro, non accetterebbe l'idea di leggi votate da assemblee o consigli del popolo. Qui per l'appunto sta la vera differenza tra Morris e gli anarchici. Morris ammetteva, entro certi limiti, un tipo di democrazia diretta che avrebbe lasciato la sovranità al popolo; gli anarchici negano qualsiasi tipo di democrazia e riservano la sovranità all'individuo. Ma è evidente che anche Morris faceva a malincuore quelle poche concessioni al principio dell'autorità popolare: ne La Terra promessa, quadro della società da lui sognata, non rimane neppur la più vaga parvenza di autorità o di un governo; è un mondo veramente e compiutamente anarchico quello in cui lo scrittore ci invita ad entrare. Siamo dunque costretti a concludere che le gravi divergenze insorte più tardi fra Morris e gli anarchici della Lega socialista fossero questioni di personalità più che di ideologia, e che più stretti rapporti con Kropotkin avrebbero aiutato Morris a formarsi un'idea più chiara sia dell'anarchismo sia dei propri rapporti con esso. Ma nei primi tempi della Lega socialista Morris e gli anarchici lavoravano ancora in apparente armonia; insieme ottennero, nel giugno 1887, una decisione di maggioranza che impegnava la Lega all'antiparlamentarismo. I marxisti e i socialisti moderati si dimisero e gli anarchici assunsero rapidamente il controllo dell'organizzazione. Nel 1889 si assicurarono una maggioranza in seno al consiglio esecutivo e immediatamente si sbarazzarono del loro ex alleato Morris, togliendogli la direzione di Commonweal; questo divenne un giornale esclusivamente anarchico, informato a idee molto simili a quelle che avevano trovato espressione in Die Freiheit di Most.

Note

  1. «Essere anarchici significa, per come l'intendo io, distruggere ogni sorta di leggi e di norme, fame a meno, consentire a ciascuno di fare soltanto ciò che gli piace. Io non voglio che gli uomini facciano soltanto ciò che piace loro; voglio che essi riflettano su ciò che è bene per i loro simili, agiscano per il bene dei loro simili, per il bene comune. Ora, ciò che costituisce il bene comune, o la nozione comune di ciò che è bene per tutti, si esprimerà sempre e dovrà sempre esprimersi in leggi d'un tipo o d'un altro: o leggi politiche - adottate dai cittadini in pubblica assemblea, come anticamente dalle assemblee popolari, o se volete da consigli o parlamenti del popolo - o costumi sociali, frutto dell'esperienza della società».