Olimpiada Evgrafovna Kutuzova: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Nata nel governatorato di Tver, a Lalino, si trasferisce a Locarno (Svizzera, Canton Ticino) dove risiede la sorella Elena (sposata con Bartolomeo Aleksanovi Zajcev). In [[Svizzera]] conosce l'anarchico russo [[Michail Bakunin]] e l'italiano [[Carlo Cafiero]], del quale si s'innamora e con il quale convivrà a ''[[La Baronata]]'' (ubicata a Minusio, nei pressi di Locarno), una residenza acquistata da un gruppo di anarchici e che servì lungamente da rifugio per [[Bakunin]], [[Malatesta]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]] ed altri anarchici esiliati in [[Svizzera]].
Nata nel governatorato di Tver, a Lalino, si trasferisce a Locarno (Svizzera, Canton Ticino) dove risiede la sorella Elena (sposata con Bartolomeo Aleksanovi Zajcev). In [[Svizzera]] conosce l'anarchico russo [[Michail Bakunin]] e l'italiano [[Carlo Cafiero]], del quale si s'innamora e con il quale convivrà a ''[[La Baronata]]'' (ubicata a Minusio, nei pressi di Locarno), una residenza acquistata da un gruppo di anarchici e che servì lungamente da rifugio per [[Bakunin]], [[Malatesta]], [[Carlo Cafiero|Cafiero]] ed altri anarchici esiliati in [[Svizzera]].


Ritornata in [[Russia]] nel [[1874]] per far visita alla madre malata, viene inquisita come rivoluzionaria dalle [[autorità]] zariste. Nel giugno dello stesso anno sposa [[Carlo Cafiero]] al consolato italiano di Pietroburgo. Espatriata, dall'agosto [[1874]] all'ottobre [[1875]] vive in [[Italia]], poi in [[Svizzera]], a Locarno, insieme a [[Carlo Cafiero]]. L'anarchico svizzero [[James Guillaume]] riferirà in seguito che la Kutuzova era stata incaricata di trasportare della dinamite da utilizzare per l'[[Insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione di Bologna]], che però non fu mai utilizzata in quanto durante il viaggio s'era bagnata ed era stata quindi gettata in fondo al Reno perché oramai era inuttilizzabile (l'opinione di Guillaume è stata però respinta dallo storico anarchico [[Pier Carlo Masini]], che ritiene che la russa non abbia affatto partecipato a quei moti).
Ritornata in [[Russia]] nel [[1874]] per far visita alla madre malata, viene inquisita come rivoluzionaria dalle [[autorità]] zariste. Nel giugno dello stesso anno sposa [[Carlo Cafiero]] al consolato italiano di Pietroburgo. Espatriata, dall'agosto [[1874]] all'ottobre [[1875]] vive in [[Italia]], poi in [[Svizzera]], a Locarno, insieme a [[Carlo Cafiero]]. L'anarchico svizzero [[James Guillaume]] riferirà in seguito che la Kutuzova era stata incaricata di trasportare della dinamite da utilizzare per l'[[Insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione di Bologna]], che però non fu mai utilizzata in quanto durante il viaggio s'era bagnata ed era stata quindi gettata in fondo al Reno perché oramai era inuttilizzabile (l'opinione di Guillaume è stata però respinta dallo storico anarchico [[Pier Carlo Masini]], che ritiene che la russa non abbia affatto partecipato a quei moti).


Dopo il trasferimento di [[Bakunin]] a Lugano e di [[Carlo Cafiero|Cafiero]] in [[Italia]], Olimpiada ritorna in [[Russia]] grazie al passaporto svizzero procuratogli da [[Bakunin]], dove prima lavora come insegnante a Pietroburgo, poi come aiuto-infermiera nel governatorato di Simbirsk. Evidentemente in [[patria]] prosegue nella sua attività rivoluzionaria visto che nel [[1877]] viene tratta in arresto per un breve periodo. Si assume da volontaria il compito di alfabetizzare i contadini aprendo una [[scuola]] gratuita e si attiva propagandisticamente in favore di [[Zemlja i Volja]]. Nel giugno [[1879]] subisce un nuovo arresto. Espulsa ancora una volta dalla [[Russia]], raggiunge Parigi, Nizza, poi Ginevra. In questo periodo ha oramai posto fine alla sua relazione con [[Carlo Cafiero]].   
Dopo il trasferimento di [[Bakunin]] a Lugano e di [[Carlo Cafiero|Cafiero]] in [[Italia]], Olimpiada ritorna in [[Russia]] grazie al passaporto svizzero procuratogli da [[Bakunin]], dove prima lavora come insegnante a Pietroburgo, poi come aiuto-infermiera nel governatorato di Simbirsk. Evidentemente in [[patria]] prosegue nella sua attività rivoluzionaria visto che nel [[1877]] viene tratta in arresto per un breve periodo. Si assume da volontaria il compito di alfabetizzare i contadini aprendo una [[scuola]] gratuita e si attiva propagandisticamente in favore di [[Zemlja i Volja]]. Nel giugno [[1879]] subisce un nuovo arresto. Espulsa ancora una volta dalla [[Russia]], raggiunge Parigi, Nizza, poi Ginevra. In questo periodo ha oramai posto fine alla sua relazione con [[Carlo Cafiero]].   


Ritornata clandestinamente in [[Russia]] nel febbraio [[1881]], a Pietroburgo incontra la rivoluzionaria [[Ol'ga Spiridonovna Ljubatovic]], alla quale offre la propria disponibilità per aiutarla nella difficile impresa di liberare dal [[carcere]] il [[populismo russo|populista russo]] Morozov. Non potrà mai mettere in atto il suo progetto perché sarà arrestata poco dopo.
Ritornata clandestinamente in [[Russia]] nel febbraio [[1881]], a Pietroburgo incontra la rivoluzionaria [[Ol'ga Spiridonovna Ljubatovic]], alla quale offre la propria disponibilità per aiutarla nella difficile impresa di liberare dal [[carcere]] il [[populismo russo|populista russo]] Morozov. Non potrà mai mettere in atto il suo progetto perché sarà arrestata poco dopo.


Viene nuovamente arrestata il mese seguente, condotta prima a Pietroburgo, poi a Mosca nel febbraio [[1882]] ed infine a maggio è deportata in via amministrativa ad Isim (gorvernatorato di Tobolsk, Siberia occidentale). Il [[25 luglio]] [[1883]] riesce ad evadere e dopo un viaggio lungo tre mesi raggiunge la sorella a Clarens ([[Svizzera]]). Avendo saputo che il marito [[Carlo Cafiero]] era stato ricoverato nel manicomio di San Bonifacio a Firenze, Olimpiada si reca in [[Italia]] per prendersene cura. Nel [[1886]] ne ottiene il trasferimento ad Imola. Nel novembre [[1888]] ne ottiene le dimissioni e l'affido. Quando il marito sceglie di trasferirsi a Barletta, nel [[1889]] Olimpiada abbandona Bologna e nel maggio [[1890]] è nuovamente a Clarens prima di rientrare in [[Russia]], nel suo paese natale, dove il governo zarista le concede di stabilirsi ma con il vincolo di tre anni di [[libertà]] vigilata.
Viene nuovamente arrestata il mese seguente, condotta prima a Pietroburgo, poi a Mosca nel febbraio [[1882]] ed infine a maggio è deportata in via amministrativa ad Isim (gorvernatorato di Tobolsk, Siberia occidentale). Il [[25 luglio]] [[1883]] riesce ad evadere e dopo un viaggio lungo tre mesi raggiunge la sorella a Clarens ([[Svizzera]]). Avendo saputo che il marito [[Carlo Cafiero]] era stato ricoverato nel manicomio di San Bonifacio a Firenze, Olimpiada si reca in [[Italia]] per prendersene cura. Nel [[1886]] ne ottiene il trasferimento ad Imola. Nel novembre [[1888]] ne ottiene le dimissioni e l'affido. Quando il marito sceglie di trasferirsi a Barletta, nel [[1889]] Olimpiada abbandona Bologna e nel maggio [[1890]] è nuovamente a Clarens prima di rientrare in [[Russia]], nel suo paese natale, dove il governo zarista le concede di stabilirsi ma con il vincolo di tre anni di [[libertà]] vigilata.

Versione delle 04:38, 18 gen 2020

Olimpiada Evgrafovna Kutuzova

Olimpiada Evgrafovna Kutuzova (Lalino, Russia, 1843 o 1846 -) è stata una rivoluzionaria ed un'anarchica russa moglie di Carlo Cafiero.

Biografia

Nata nel governatorato di Tver, a Lalino, si trasferisce a Locarno (Svizzera, Canton Ticino) dove risiede la sorella Elena (sposata con Bartolomeo Aleksanovi Zajcev). In Svizzera conosce l'anarchico russo Michail Bakunin e l'italiano Carlo Cafiero, del quale si s'innamora e con il quale convivrà a La Baronata (ubicata a Minusio, nei pressi di Locarno), una residenza acquistata da un gruppo di anarchici e che servì lungamente da rifugio per Bakunin, Malatesta, Cafiero ed altri anarchici esiliati in Svizzera.

Ritornata in Russia nel 1874 per far visita alla madre malata, viene inquisita come rivoluzionaria dalle autorità zariste. Nel giugno dello stesso anno sposa Carlo Cafiero al consolato italiano di Pietroburgo. Espatriata, dall'agosto 1874 all'ottobre 1875 vive in Italia, poi in Svizzera, a Locarno, insieme a Carlo Cafiero. L'anarchico svizzero James Guillaume riferirà in seguito che la Kutuzova era stata incaricata di trasportare della dinamite da utilizzare per l'insurrezione di Bologna, che però non fu mai utilizzata in quanto durante il viaggio s'era bagnata ed era stata quindi gettata in fondo al Reno perché oramai era inuttilizzabile (l'opinione di Guillaume è stata però respinta dallo storico anarchico Pier Carlo Masini, che ritiene che la russa non abbia affatto partecipato a quei moti).

Dopo il trasferimento di Bakunin a Lugano e di Cafiero in Italia, Olimpiada ritorna in Russia grazie al passaporto svizzero procuratogli da Bakunin, dove prima lavora come insegnante a Pietroburgo, poi come aiuto-infermiera nel governatorato di Simbirsk. Evidentemente in patria prosegue nella sua attività rivoluzionaria visto che nel 1877 viene tratta in arresto per un breve periodo. Si assume da volontaria il compito di alfabetizzare i contadini aprendo una scuola gratuita e si attiva propagandisticamente in favore di Zemlja i Volja. Nel giugno 1879 subisce un nuovo arresto. Espulsa ancora una volta dalla Russia, raggiunge Parigi, Nizza, poi Ginevra. In questo periodo ha oramai posto fine alla sua relazione con Carlo Cafiero.

Ritornata clandestinamente in Russia nel febbraio 1881, a Pietroburgo incontra la rivoluzionaria Ol'ga Spiridonovna Ljubatovic, alla quale offre la propria disponibilità per aiutarla nella difficile impresa di liberare dal carcere il populista russo Morozov. Non potrà mai mettere in atto il suo progetto perché sarà arrestata poco dopo.

Viene nuovamente arrestata il mese seguente, condotta prima a Pietroburgo, poi a Mosca nel febbraio 1882 ed infine a maggio è deportata in via amministrativa ad Isim (gorvernatorato di Tobolsk, Siberia occidentale). Il 25 luglio 1883 riesce ad evadere e dopo un viaggio lungo tre mesi raggiunge la sorella a Clarens (Svizzera). Avendo saputo che il marito Carlo Cafiero era stato ricoverato nel manicomio di San Bonifacio a Firenze, Olimpiada si reca in Italia per prendersene cura. Nel 1886 ne ottiene il trasferimento ad Imola. Nel novembre 1888 ne ottiene le dimissioni e l'affido. Quando il marito sceglie di trasferirsi a Barletta, nel 1889 Olimpiada abbandona Bologna e nel maggio 1890 è nuovamente a Clarens prima di rientrare in Russia, nel suo paese natale, dove il governo zarista le concede di stabilirsi ma con il vincolo di tre anni di libertà vigilata.

Voci correlata

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