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A capo della [[rivolta]] contro le macchine e lindustrializzazione si pose un certo [[Ned Ludd]], un operaio tessile presumibilmente di Anstey, vicino a Leicester. Nel [[1779]], dopo essere stato frustato con l'accusa di pigrizia sul lavoro o dopo essere stato schernito da giovani del posto, distrusse due telai per maglieria in ciò che fu descritto come un «impeto di passione».<ref>George Gordon Lord Byron (2002) ''The Works of Lord Byron. Letters and Journals'', Adamant Media Corporation, p. 97</ref> Tutto ciò fa riferimento ad un articolo del [[20 dicembre]] [[1811]] pubblicato sul ''The Nottingham Review'', tuttavia non vi è alcuna prova della veridicità della storia. | A capo della [[rivolta]] contro le macchine e lindustrializzazione si pose un certo [[Ned Ludd]], un operaio tessile presumibilmente di Anstey, vicino a Leicester. Nel [[1779]], dopo essere stato frustato con l'accusa di pigrizia sul lavoro o dopo essere stato schernito da giovani del posto, distrusse due telai per maglieria in ciò che fu descritto come un «impeto di passione». <ref>George Gordon Lord Byron (2002) ''The Works of Lord Byron. Letters and Journals'', Adamant Media Corporation, p. 97</ref> Tutto ciò fa riferimento ad un articolo del [[20 dicembre]] [[1811]] pubblicato sul ''The Nottingham Review'', tuttavia non vi è alcuna prova della veridicità della storia. | ||
John Blackner's, nel suo ''History of Nottingham'', fa invece riferimento ad un certo '''Ludnam''' che distrusse alcuni telai per protesta e fu poi imitato da altri operai tessili. Secondo altri ancora <ref>[http://www.finimondo.org/node/94 I distruttori di macchine]</ref> Ned Ludd era solo un'invenzione di coloro che distruggevano le macchine e dietro il quale si nascondevano per celare la verità, ovvero che si trattava di una rivolta popolare spontanea che giungeva dal basso, senza capi o guide avanguardistiche ma non senza esser disorganizzati. | John Blackner's, nel suo ''History of Nottingham'', fa invece riferimento ad un certo '''Ludnam''' che distrusse alcuni telai per protesta e fu poi imitato da altri operai tessili. Secondo altri ancora <ref>[http://www.finimondo.org/node/94 I distruttori di macchine]</ref> Ned Ludd era solo un'invenzione di coloro che distruggevano le macchine e dietro il quale si nascondevano per celare la verità, ovvero che si trattava di una rivolta popolare spontanea che giungeva dal basso, senza capi o guide avanguardistiche ma non senza esser disorganizzati. |
Versione delle 19:43, 14 dic 2019
Il luddismo è stato un movimento di sabotatori che agì principalmente in Gran Bretagna, soprattutto nei primi decenni del XIX secolo, opponendosi in questo modo alla violenza dell'industrializzazione forzata e alle conseguenze che ne derivarono. Il luddismo trae il suo nome da Ned Ludd, operaio, sulla cui effettiva esistenza non si hanno certezze, che sarebbe divenuto il leader dei rivoltosi.
Breve storia del luddismo
La rivoluzione industriale, che si sviluppò principalmente in Inghilterra determinò un epocale cambiamento socio-economico. In particolare si radicalizzò lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo: divisione del lavoro e conseguente alienazione. A questa massiccia introduzione di macchine nelle fabbriche, molti operai reagirono istintivamente contro di esse, distruggendole e compiendo azioni di sabotaggio.
A capo della rivolta contro le macchine e lindustrializzazione si pose un certo Ned Ludd, un operaio tessile presumibilmente di Anstey, vicino a Leicester. Nel 1779, dopo essere stato frustato con l'accusa di pigrizia sul lavoro o dopo essere stato schernito da giovani del posto, distrusse due telai per maglieria in ciò che fu descritto come un «impeto di passione». [1] Tutto ciò fa riferimento ad un articolo del 20 dicembre 1811 pubblicato sul The Nottingham Review, tuttavia non vi è alcuna prova della veridicità della storia.
John Blackner's, nel suo History of Nottingham, fa invece riferimento ad un certo Ludnam che distrusse alcuni telai per protesta e fu poi imitato da altri operai tessili. Secondo altri ancora [2] Ned Ludd era solo un'invenzione di coloro che distruggevano le macchine e dietro il quale si nascondevano per celare la verità, ovvero che si trattava di una rivolta popolare spontanea che giungeva dal basso, senza capi o guide avanguardistiche ma non senza esser disorganizzati.
In ogni caso, a prescindere dall'esistenza o meno di Ned Ludd, si formò un gruppo di sabotatori che si faceva chiamare i “Riparatori di ingiustizie” e che si definivano seguaci di Ned Ludd. Essi venivano chiamati luddisti o ludditi e furono particolarmente attivi soprattutto tra il 1811 e il 1817. La prima azione di cui si ha notizia certa fu messa in atto il 12 aprile 1811, quando diverse centinaia di uomini, donne e bambini assaltarono una fabbrica di filati del Nottinghamshire di proprietà di William Cartwright, distruggendo i grandi telai a colpi di mazza e appiccando il fuoco alle installazioni. I luddisti si scagliarono violentemente contro la presenza delle macchine nelle fabbriche, considerate una vera e propria minaccia alla loro vita (alienazione, perdita del lavoro, ecc.), anche in numerose altre città della zona e nel tempo tali azioni si ripeterono costantemente. Secondo Edward Palmer Thompson il luddismo fu l'ultimo atto dei dopo il fallimento di tutte i mezzi che la legge consentiva (petizioni, appelli alle autorità ecc.).
La maggior parte dei casi di luddismo o comunque di contestazione delle conseguenze sociali ed economiche della rivoluzione industriale si ebbero in Gran Bretagna. L'anno seguente all'attacco contro la manifattura di William Cartwright, si tenne un processo di massa (164 imputati) che si concluse con tredici condanne a morte. Infatti, il governo inglese aveva introdotto la Framebreaking bill: la pena di morte per la distruzione di una macchina. Solamente Lord Byron aveva osato contestare pubblicamente (27 febbraio 1812) nella Camera dei Lords tale criminale legge, ma nessuno l'aveva ascoltato. Poco prima di abbandonare l'Inghilterra, Byron pubblicherà un poema in cui si legge Down with all the kings but King Ludd («Abbasso tutti i re tranne Re Ludd»).
Nel 1813, George Mellor, uno dei pochi capitani luddisti catturati, fu impiccato. Stessa sorte subirono in seguito altre persone e così, a causa della durissima repressione subita, il movimento ebbe un periodo di stasi, salvo riesplodere nel 1816 in concomitanza con la crisi economica. Un episodio si ebbe il 16 agosto 1819 quando a Saint Peter's Fields, vicino a Manchester, l'esercito caricò una pacifica manifestazione di 50000 persone, provocando undici morti e circa cinquecento feriti. Al di fuori del Regno Unito uno delle rivolte più famose si ebbe a Vienna nel 1819 contro il telaio Jacquar (alienante e foriero di nuovi licenziamenti) e in Svizzera con l'incendio di Uster nel 1832.
Luddismo e nascita del movimento operaio
Vedi Movimento operaio. |
Marx ed Engels, sin dal 1848, bollarono il luddismo come un ostacolo al normale evolvere degli eventi che scientificamente avrebbero portato alla rivoluzione sociale.
Storicamente quindi, anche a "sinistra", il luddismo, e l'azione diretta in genere, è stato spesso denigrato, incompreso o marginalizzato rispetto all'importanza che realmente ebbe. È da sottolineare che il luddismo nasce e si sviluppa nel periodo in cui gli inglesi concentrarono industrialmente al massimo il loro sforzo anti-napoleonico. In un periodo inoltre in cui l'associazionismo operaio e lo sciopero erano considerati gravissimi reati cospirativi. È forse solo un caso che il parlamento inglese abrogò nel 1824 la Combination Acts (una legge anti-operai del 1800)[3], riconoscendo il diritto di associazione, e poi concesse il diritto di sciopero nel 1831? [4]
Proclama di Ned Ludd
- «Non deporremo mai le armi prima che la Camera dei Comuni voti una legge per distruggere tutto il macchinario nocivo alla comunità ed abroghi quella per l'impiccagione dei Fracassatori dei telai. Ma noi, noi non presenteremo mai più nessuna petizione: non serve a nulla! Lotta deve essere». (Tratto da La Rivoluzione industriale, di P. Mantoux)
Note
- ↑ George Gordon Lord Byron (2002) The Works of Lord Byron. Letters and Journals, Adamant Media Corporation, p. 97
- ↑ I distruttori di macchine
- ↑ Combination Acts
- ↑ Luddismo incompreso e calunniato
Bibliografia
- T.S. Ashton, La rivoluzione industriale. 1760-1830 - Laterza, Bari, 1970
- F.D. Klingender, Arte e rivoluzione industriale. - Einaudi, Torino, 1972
- Pat Hudson, La rivoluzione industriale. - Il Mulino, Bologna, 1995
- Claude Fohlen, Che cos'è la rivoluzione industriale - Feltrinelli, Roma, 1976