Cesare Zaccaria: differenze tra le versioni

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In questi anni non è segnalato come elemento particolarmente pericoloso per il regime, anche se non si iscrive mai al [[PNF]]. Comunque, nel [[1929]], una perquisizione rivela che Zaccaria ha continuato a mantenere rapporti con esuli antifascisti, soprattutto con [[Camillo Berneri]]. Anche [[Camillo Berneri|Berneri]], in una lettera a [[Raffele Schiavina]], accenna ad un incontro con Zaccaria, in data non precisata, ma prima del [[1931]], «che si è sfogato a parlarmi di [[Luigi Galleani|Galleani]]». Nel carteggio sequestrato Zaccaria riconosce al regime «doti di forza e di chiarezza mai possedute dai precedenti governi» e «un gran valore costruttivo e spirituale nella costruzione della nazione», anche se il fascismo deve essere combattuto in quanto «senza libertà» e «autoritario, quindi non necessario». Durante l'interrogatorio susseguente, Zaccaria riesce a mettere nel sacco il suo inquisitore. Alcuni anni dopo ottiene il passaporto per motivi di lavoro e può effettuare vari viaggi all'estero a partire dal gennaio [[1935]]. Forse è presente, con lo pseudonimo di “Levi”, al Convegno d'Intesa degli anarchici italiani emigrati in Europa (Francia, Belgio, Svizzera), che si tiene a Parigi nel novembre del [[1935]]. <ref>A favore di questa tesi, il fatto che Zaccaria, dopo il [[1945]], firma “David Levi” alcuni suoi articoli apparsi sulla stampa libertaria. Tra le sue firme ricordiamo «Z.B.».</ref>
In questi anni non è segnalato come elemento particolarmente pericoloso per il regime, anche se non si iscrive mai al [[PNF]]. Comunque, nel [[1929]], una perquisizione rivela che Zaccaria ha continuato a mantenere rapporti con esuli antifascisti, soprattutto con [[Camillo Berneri]]. Anche [[Camillo Berneri|Berneri]], in una lettera a [[Raffele Schiavina]], accenna ad un incontro con Zaccaria, in data non precisata, ma prima del [[1931]], «che si è sfogato a parlarmi di [[Luigi Galleani|Galleani]]». Nel carteggio sequestrato Zaccaria riconosce al regime «doti di forza e di chiarezza mai possedute dai precedenti governi» e «un gran valore costruttivo e spirituale nella costruzione della nazione», anche se il fascismo deve essere combattuto in quanto «senza libertà» e «autoritario, quindi non necessario». Durante l'interrogatorio susseguente, Zaccaria riesce a mettere nel sacco il suo inquisitore. Alcuni anni dopo ottiene il passaporto per motivi di lavoro e può effettuare vari viaggi all'estero a partire dal gennaio [[1935]]. Forse è presente, con lo pseudonimo di “Levi”, al Convegno d'Intesa degli anarchici italiani emigrati in Europa (Francia, Belgio, Svizzera), che si tiene a Parigi nel novembre del [[1935]]. <ref>A favore di questa tesi, il fatto che Zaccaria, dopo il [[1945]], firma “David Levi” alcuni suoi articoli apparsi sulla stampa libertaria. Tra le sue firme ricordiamo «Z.B.».</ref>
 
[[File:Zaccaria caleffi.jpg|miniatura|left|Cesare Zaccaria e Giovanna Caleffi]]
In questi anni, segnati anche da alcuni problemi di salute, Zaccaria intensifica l'amicizia con la compagna di [[Camillo Berneri]], [[Giovanna Caleffi]], presso la casa della quale, a Gualtieri (RE), si reca più volte in villeggiatura, alle volte in compagnia della moglie. Nel [[1936]] incontra, inoltre, la giovane [[Fanny Bernini]], che diventerà per lui molto importante sotto l'aspetto affettivo. Mentre si dedica quasi completamente al lavoro, viaggia spesso in Gran Bretagna, dove è accettato come socio nel prestigioso "Istituto degli Architetti Navali", oltre che in Spagna, Francia e Portogallo. <ref>[[Pier Carlo Masini|Masini]] lo ricorda, nel secondo dopoguerra, come “consulente tecnico della flotta Lauro per l'acquisto e la vendita delle navi”. Secondo I. Rossi, Zaccaria sarebbe l'autore di una corrispondenza sulla situazione del fascismo apparsa a firma “Un italiano” su «Studi sociali» (1939, n. 13) di Montevideo, il giornale curato da [[Luce Fabbri]].</ref>
In questi anni, segnati anche da alcuni problemi di salute, Zaccaria intensifica l'amicizia con la compagna di [[Camillo Berneri]], [[Giovanna Caleffi]], presso la casa della quale, a Gualtieri (RE), si reca più volte in villeggiatura, alle volte in compagnia della moglie. Nel [[1936]] incontra, inoltre, la giovane [[Fanny Bernini]], che diventerà per lui molto importante sotto l'aspetto affettivo. Mentre si dedica quasi completamente al lavoro, viaggia spesso in Gran Bretagna, dove è accettato come socio nel prestigioso "Istituto degli Architetti Navali", oltre che in Spagna, Francia e Portogallo. <ref>[[Pier Carlo Masini|Masini]] lo ricorda, nel secondo dopoguerra, come “consulente tecnico della flotta Lauro per l'acquisto e la vendita delle navi”. Secondo I. Rossi, Zaccaria sarebbe l'autore di una corrispondenza sulla situazione del fascismo apparsa a firma “Un italiano” su «Studi sociali» (1939, n. 13) di Montevideo, il giornale curato da [[Luce Fabbri]].</ref>


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