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[[File:ErricoMalatesta.gif|thumb | [[File:ErricoMalatesta.gif|thumb|[[Errico Malatesta]], fece opera di propaganda rivoluzionaria tra i bersaglieri.]]Nella notte tra il [[25 giugno|25]] e il [[26 giugno]] l'11º reggimento dei i bersaglieri di stanza nella caserma Villarey di Ancona si ammutinarono agli ordini superiori. La loro paura era quella di essere inviati in [[Albania]], dove le truppe militari italiane occupavano il paese (l'[[Albania]] nel biennio [[1918]]-[[1920|20]] fu un protettorato italiano <ref>[http://digilander.libero.it/fiammecremisi/dopoguerra1/alba.htm Gli italiani in Albania]</ref>) e fronteggiavano le sempre più frequenti ribellioni armate dei locali. | ||
Inserita nell'ambito del [[biennio rosso]] e catalogata come "rivolta anarchica", essa si estenderà in tante città italiane grazie all'attività incendiaria dei militanti rivoluzionari, tra cui gli anarchici [[Errico Malatesta]], [[Antonio Cieri]] e [[Giovanni Mariga]] e i socialisti [[Mario Alberto Zingaretti]], [[Angelo Sorgoni]] e [[Albano Corneli]]. Ancora una volta la rivolta sarà soppressa nel sangue "grazie" alla risolutezza delle truppe militari inviate dal [[governo]] presieduto da Giolitti. Il [[28 giugno|28]] la calma e l'ordine regna in tutta l'[[Italia]]. | Inserita nell'ambito del [[biennio rosso]] e catalogata come "rivolta anarchica", essa si estenderà in tante città italiane grazie all'attività incendiaria dei militanti rivoluzionari, tra cui gli anarchici [[Errico Malatesta]], [[Antonio Cieri]] e [[Giovanni Mariga]] e i socialisti [[Mario Alberto Zingaretti]], [[Angelo Sorgoni]] e [[Albano Corneli]]. Ancora una volta la rivolta sarà soppressa nel sangue "grazie" alla risolutezza delle truppe militari inviate dal [[governo]] presieduto da Giolitti. Il [[28 giugno|28]] la calma e l'ordine regna in tutta l'[[Italia]]. | ||
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:«Allora, gli anarchici, che erano accorsi già verso l'Aspio, vennero su con una mitragliatrice, piantandola sotto Porta Pia; poi venne un soldato dell'Aspio che era un mitragliere e maneggiava molto bene la mitragliatrice. ...» <ref>[http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/guerraerivoluzione.htm Guerra e rivoluzione]</ref>. | :«Allora, gli anarchici, che erano accorsi già verso l'Aspio, vennero su con una mitragliatrice, piantandola sotto Porta Pia; poi venne un soldato dell'Aspio che era un mitragliere e maneggiava molto bene la mitragliatrice. ...» <ref>[http://digilander.libero.it/trombealvento/indicecuriosi/guerraerivoluzione.htm Guerra e rivoluzione]</ref>. | ||
Da Ancona la rivolta si estese inizialmente ai paesi limitrofi (Santa Maria Nova, Montesicuro, Aguliano, Polverigi, Chiaravalle), poi a tutte le Marche (Pesaro, Fano, Senigallia, Jesi, Macerata, Tolentino, San Severino, Civitanova, Porto Civitanova - dove un manifestante fu ucciso dalla [[polizia]] - | Da Ancona la rivolta si estese inizialmente ai paesi limitrofi (Santa Maria Nova, Montesicuro, Aguliano, Polverigi, Chiaravalle), poi a tutte le Marche (Pesaro, Fano, Senigallia, Jesi, Macerata, Tolentino, San Severino, Civitanova, Porto Civitanova - dove un manifestante fu ucciso dalla [[polizia]] - Monte San Giusto, Recanati, Fermo) <ref name="danno">[http://archive.is/48Kp Giornale Regione Marche]</ref>, in Romagna (Rimini, Forlimpopoli, Forlì e Cesena e in Umbria (Terni e Narni). Il sindacato dei ferrovieri indisse uno [[sciopero]] per impedire che ad Ancona arrivassero le guardie regie; a Milano e Roma furono proclamati [[sciopero|scioperi]] di [[solidarietà]] con i rivoltosi, nonostante non tutti i sindacati ufficiali appoggiassero totalmente quanto stava accadendo. | ||
A Pesaro i dimostranti assediarono la stazione (dove era fermo un treno carico di armi), prossima alla Caserma Cialdini, con l'intento di spingere i soldati ad imitare i bersaglieri anconetani. Dalla Caserma si sparò con la mitragliatrice sui manifestanti, provocando la morte di Luigi Cardinali e numerosi feriti. La folla, per protesta, diede fuoco allora all'abitazione del comandante della caserma e per protesta fu occupata la polveriera della città <ref>[http://www.pugliantagonista.it/archivio/4nov1918.htm Puglia antagonista]</ref>. | A Pesaro i dimostranti assediarono la stazione (dove era fermo un treno carico di armi), prossima alla Caserma Cialdini, con l'intento di spingere i soldati ad imitare i bersaglieri anconetani. Dalla Caserma si sparò con la mitragliatrice sui manifestanti, provocando la morte di Luigi Cardinali e numerosi feriti. La folla, per protesta, diede fuoco allora all'abitazione del comandante della caserma e per protesta fu occupata la polveriera della città <ref>[http://www.pugliantagonista.it/archivio/4nov1918.htm Puglia antagonista]</ref>. |