Patria (concetto)

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Patria.

Il termine «patria» deriva da «terram patria», «terra dei padri», e suole indicare la terra natale di una persona. L'equivalente tedesco è Vaterland o Heimat, quello inglese è father land ou birth.

In diversi momenti e luoghi, questo termine ha assunto, più o meno esplicitamente, diversi valori: un significato relativamente recente, figlio della cultura militarista e guerrafondaia, attribuisce alla patria quello di «paese per cui si è disposti a sacrificarsi e morire». Un altro modo di definire la patria è quello del luogo in cui si hanno legami familiari e/o emozionale o addirittura, in caso di immigrati, esso è il paese che si è scelto per vivere e prosperare.

Il termine patriottismo (parola del 1750) identifica l'attaccamento sentimentale o politico alla patria.

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Patria.

Definizioni

Il Vocabolario Zingarelli la definisce come il «paese comune ai componenti di una nazione, cui essi si sentono legati come individui e come collettività, sia per nascita sia per motivi psicologici, storici, culturali e simili». Il sito Treccani.it riporta quasi similmente che la patria è «il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni: il suolo, i confini della patria».

Come riportato, patria significa «terra dei padri», ma per gli antichi «i padri» non erano necessariamente presenti in un luogo fisico, per cui la patria può essere intesa anche come luogo spirituale, legato sicuramente ad uno spazio geografico ma non in senso giuridico-territoriale (un pò come la intendevano i pellerossa).

Risulta evidente che, quantunque le dottrine nazionalistiche e quelle che si fondano sul culto dello Stato (in primis il fascismo) facciano coincidere il concetto di patria con quello di Stato e/o Nazione, esso è molto più soggettivo e storicamente più vario di quanto si voglia far credere. Emblematico in tal senso è Primo Levi nel suo I sommersi e i salvati:

«"Patria": non sarà inutile soffermarsi sul termine. Si colloca vistosamente fuori dal linguaggio parlato: nessun italiano, se non per scherzo, dirà mai "prendo il treno e ritorno in patria". È di conio recente, e non ha senso univoco; non ha equivalenti esatto in lingue diverse dall'italiano, non compare, che io sappia, in nessuno dei nostri dialetti (e questo è un segno della sua origine recente dotta e della sua intrinseca astrattezza), né in Italia ha avuto sempre lo stesso significato. Infatti, a seconda delle epoche, ha indicato entità geografiche di estensione diversa, dal villaggio dove si è nati e (etimologicamente) dove hanno vissuto i nostri padri, fino, dopo il Risorgimento, all'intera nazione. In altri paesi, equivale press'a poco al focolare, o al luogo nati; In Francia (e talora anche fra noi) il termine ha assunto una connotazione ad un tempo drammatica, polemica e retorica; la "Patrie" è tale quando è minacciata o disconosciuta. Per chi si sposta, il concetto di patria diventa doloroso ed insieme tende ad impallidire; già il Pascoli, allontanatosi (non poi di molto) dalla sua Romagna, "dolce paese", sospirava "io, la mia patria or dove si vive". Per Lucia Mondella, la patria si identificava visibilmente con le "cime ineguali" dei suoi monti sorgenti dalla acque del lago di Como. Per contro, in paesi ed in tempi di intensa mobilità, quali sono oggi gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, di patria non si parla se non in termini politico-burocratici: quel è il focolare, quale "la terra dei padri" di quei cittadini in eterna trasferta? Molti di loro non lo sanno né se ne preoccupano.»

La Patria secondo gli anarchici

Gli anarchici non negano il sentimento di affetto che può legare una persona ad un determinato territorio (dov'è nato, vissuto o dove vorrebbe vivere), quanto piuttosto si rifiutano di trasformarlo in sciovinismo o in amore verso lo Stato o in becero nazionalismo.

«Lo Stato non è la Patria; è l'astrazione, la finzione metafisica, mistica, politica, giuridica della Patria; ma si tratta di un amore naturale, reale; il patriottismo del popolo non è un'idea, ma un fatto; e il patriottismo politico, l'amore dello Stato, non è la giusta espressione di questo fatto, ma un'espressione snaturata per mezzo d'una menzognera astrazione, sempre a profitto di una minoranza che sfrutta. La Patria, la nazionalità, come l'individualità è un fatto naturale e sociale, fisiologico e storico al tempo stesso; non è un principio. Non si può definire principio umano che quello che è universale, comune a tutti gli uomini; ma la nazionalità li separa: non è, dunque, un principio. Principio è, invece, il rispetto che ognuno deve avere pei fatti naturali, reali o sociali. E la nazionalità, come l'individualità, è uno di questi fatti. Dobbiamo, dunque rispettarla. Violarla è un misfatto e, per parlare il linguaggio di Mazzini, diviene un sacro principio ogni volta che è minacciata e violata. Ed è per questo ch'io mi sento sempre e francamente il patriota di tutte le patrie oppresse. La Patria rappresenta il diritto incontestabile e sacro di tutti gli uomini, associazioni, comuni, regioni, nazioni, di vivere, pensare, volere, agire a loro modo e questo modo è sempre il risultato incontestabile di un lungo sviluppo storico.» (Lo Stato non è la Patria di Michail Bakunin)
«Patriottismo e giustizia universale. Ognuno di noi dovrebbe elevarsi sopra questo patriottismo piccolo e meschino, per il quale, il proprio paese è il centro del mondo, e che considera grande una nazione quando è temuta dai suoi vicini. Dobbiamo porre la giustizia umana universale sopra tutti gli interessi nazionali e abbandonare una volta per tutte il falso principio della nazionalità, inventato recentemente dai despoti della Francia, Prussia e Russia per schiacciare il supremo principio della libertà. La nazionalità non è un principio, è un diritto legittimo come l'individualità. Ogni nazione, grande o piccola ha l'indiscutibile e medesimo diritto ad esistere, a vivere in accordo con la propria natura. Questo diritto è semplicemente il corollario del principio generale della libertà. Tutti quelli che desiderano sinceramente la pace e la giustizia internazionale devono rinunciare una volta per sempre a quello che si chiama la gloria, il potere la grandezza della Patria, a tutti gli interessi egoisti e vani del patriottismo.» (Patria e nazionalità di Michail Bakunin)
«Che cosa rappresenta, infatti, questa parola, – Patria, – all'infuori del sentimento naturale di affetto che si ha per la famiglia e i parenti, e dell'affezione nata da l'abitudine di vivere sul suolo natìo? Nulla, meno che nulla, per la maggior parte di quelli che vanno a farsi spaccare la testa in guerre di cui ignorano le cause, e di cui sono i soli a sopportare i danni e i pericoli come lavoratori e combattenti. Fortunate o disastrose, queste guerre non possono in nulla cambiare la loro situazione. Vincitori o vinti, saranno sempre le bestie da soma sfruttate e sottomesse, che la borghesia tiene a mantenere sotto il suo dominio. Se ci riferiamo al senso che le danno coloro che più ne parlano, "la patria è il suolo, il territorio che appartiene allo Stato di cui si è sudditi"» (La società morente e l'anarchia, Jean Grave)

Citazioni

Exquisite-kfind.png Vedi Citazioni sulla_patria.
  • Che cos'è mai il patriottismo, se non la vostra convinzione che un paese sia superiore a tutti gli altri, per il semplice fatto che ci siete nati voi? (George Bernard Shaw)
  • Rinnegare le patrie e le nazioni significa restituire agli individui la capacità d'inventare e di dimenticare, di essere differenti e di essere nuovi, di essere liberi e di pensare da sé. (Fernando Savater)
  • Il patriottismo è un sentimento artificiale e irragionevole, funesta origine della maggior parte dei mali che desolano l'umanità. (Lev Tolstoj)
  • La Patria non è nient'altro che il corpo mistico dello Stato... (Ario Libert)

Voci correlate

Collegamenti esterni