Template:Biblioteca/Opuscolo consigliato: differenze tra le versioni

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Versione delle 18:20, 23 feb 2023

{{Biblioteca/Titolo 2|nome=Giuseppe Ciancabilla
di [[Ugo Fedeli]|autore=Ugo Fedeli|altro=}}

Giuseppe Ciancabilla, (Autoproduzioni Cassa Anti-repressione Bruno Filippi, 2022), un libro di Ugo Fedeli (1965). Acquista una copia per sostenere l'antirepressione.

Il viaggio libertario di Giuseppe Ciancabilla si compie in soli sette anni, sette anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, un periodo breve ma intenso, in cui la sua energia intellettuale e la sua verve polemica consegnano all'anarchismo un uomo che ancora oggi si sottrae ad ogni aggettivo associabile alla parola "anarchico" («a noi basta qualificarci anarchici semplicemente»). Ciancabilla sfugge, infatti, a qualsiasi ferrea categorizzazione: non è un individualista, traduce Kropotkin ma non è un vero e proprio evoluzionista, manifesta solidarietà ai regicidi ma non è, per usare un termine a noi coevo, un "informale", soprattutto rifiuta l'appellativo di antiorganizzatore e lo fa con validi argomenti: oggetto della sua critica non è il concetto di organizzazione, bensì l'autoritarismo che può derivare dalla burocratizzazione organizzativa, a cui Ciancabilla preferisce l'aggregazione spontanea.

Nella biografia qui presentata, uno degli ultimi lavori di Ugo Fedeli, l'autore riconosce al giornalista nato a Roma nel 1872 «il merito di essere stato uno fra i primi a tentare d'innestare l'uno sull'altro [...] i due modi di vedere e di comprendere l'anarchismo negli Stati Uniti: [...] la tendenza americana e quella latino-italiana; individualista la prima, socialista libertaria l'altra». Anche lo storico Pier Carlo Masini ha reso a Ciancabilla il merito di essere stato il primo a dare all'individualismo anarchico italiano un'elaborazone teorica tale da non renderlo corpo estraneo rispetto al movimento operaio e all'anarchismo. Tuttavia, la biografia di Fedeli, pubblicata nel 1965 e qui tornata alle stampe, è all'oggi l'unica biografia su Ciancabilla, un anarchico che, a fronte del contributo teorico e pratico portato all'Ideale, avrebbe meritato di non finire nel dimenticatoio, né di essere "riesumato" strumentalmente. È per queste ragioni che è parsa necessaria questa nuova edizione.