Giuseppe Boldrini: differenze tra le versioni

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'''Giuseppe Boldrini''' nasce a Cicognara (provincia di Mantova) il [[20 novembre]] [[1894]] da Giovanni e Cecilia Madesani. Di professione operaio e minatore, si avvicina all'[[anarchismo]] ed in particolare alla [[anarco-individualismo|corrente individualista]]. Entra in contatto con il gruppo milanese di cui fanno parte quelli che saranno due suoi amici e compagni: [[Ettore Aguggini]] e [[Giuseppe Mariani]].  
'''Giuseppe Boldrini''' nasce a Cicognara (provincia di Mantova) il [[20 novembre]] [[1894]] da Giovanni e Cecilia Madesani. Di professione operaio e minatore, si avvicina all'[[anarchismo]] ed in particolare alla [[anarco-individualismo|corrente individualista]]. Entra in contatto con il gruppo milanese di cui fanno parte quelli che saranno due suoi amici e compagni: [[Ettore Aguggini]] e [[Giuseppe Mariani]].  


Le [[autorità ]] cominciano ad interessarsi a lui ed al suo gruppo dopo i due attentati al ristorante Cova di Milano ([[26 giugno]] ed [[8 agosto]]). Pochi giorni dopo, con [[Ettore Aguggini|Aguggini]] e [[Giuseppe Mariani|Mariani]], travestito da ferroviere passa la frontiera ed entra clandestinamente in [[Svizzera]] per sfuggire ad un possibile arresto. Dopo un periodo trascorso a Zurigo, i tre ritornano a Milano nel settembre [[1920]] con l'intento di partecipare alle rivolte del [[biennio rosso]]. Il [[14 ottobre]], Boldrini e compagni mettono a segno un'[[azione diretta]] contro l'albergo Cavour, che doveva ospitare la delegazione inglese partecipante al congresso della Società  delle Nazioni.
Le [[autorità]] cominciano ad interessarsi a lui ed al suo gruppo dopo i due attentati al ristorante Cova di Milano ([[26 giugno]] ed [[8 agosto]]). Pochi giorni dopo, con [[Ettore Aguggini|Aguggini]] e [[Giuseppe Mariani|Mariani]], travestito da ferroviere passa la frontiera ed entra clandestinamente in [[Svizzera]] per sfuggire ad un possibile arresto. Dopo un periodo trascorso a Zurigo, i tre ritornano a Milano nel settembre [[1920]] con l'intento di partecipare alle rivolte del [[biennio rosso]]. Il [[14 ottobre]], Boldrini e compagni mettono a segno un'[[azione diretta]] contro l'albergo Cavour, che doveva ospitare la delegazione inglese partecipante al congresso della Società  delle Nazioni.
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Nel marzo del [[1921]], visto che dall'ottobre precedente molti anarchici - tra cui [[Malatesta]], [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] - si trovavano detenuti a San Vittore (Milano) senza alcuna specifica accusa, il gruppo milanese di Boldrini decide di mettere a segno una terna di attentati (alla centrale elettrica di via Gladio, alla sede del giornale socialista «l'Avanti» e all'albergo Diana, in via Mascagni, nei pressi dell'[[Teatro Diana|omonimo Teatro]].) per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'assurda detenzione degli anarchici e costringere i magistrati quantomeno a fissare la data del processo.


Gli attentati sono programmati per il [[23 marzo]] ([[Malatesta]], [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] avevano iniziato da cinque giorni lo sciopero della fame), ma le cose non vanno come pronosticate e l'[[Teatro Diana|azione contro il Diana si trasforma in una strage]]: 21 morti e 80 feriti. L'obiettivo non era il teatro ma l'albergo, dove si pensava risiedesse il questore Giovanni Gasti. Casualità  e approssimazione trasformarono un gesto di [[solidarietà ]] verso altri compagni in una drammatica strage che susciterà  orrore anche nel [[movimento anarchico]].
Gli attentati sono programmati per il [[23 marzo]] ([[Malatesta]], [[Armando Borghi|Borghi]] e [[Corrado Quaglino|Quaglino]] avevano iniziato da cinque giorni lo sciopero della fame), ma le cose non vanno come pronosticate e l'[[Teatro Diana|azione contro il Diana si trasforma in una strage]]: 21 morti e 80 feriti. L'obiettivo non era il teatro ma l'albergo, dove si pensava risiedesse il questore Giovanni Gasti. Casualità  e approssimazione trasformarono un gesto di [[solidarietà]] verso altri compagni in una drammatica strage che susciterà  orrore anche nel [[movimento anarchico]].


Boldrini fugge con [[Ettore Aguggini|Aguggini]] nella Repubblica di San Marino, poi in [[Svizzera]] e in [[Germania]], dove lavora come minatore in Westfalia, celandosi sotto il falso nome di Taiani. Catturato, viene estradato in [[Italia]] e processato con i suoi compagni a partire dal [[9 maggio]] [[1922]]. Condannato all'ergastolo, Boldrini si dichiarerà  sempre innocente, sostenendo di non essere stato presente al momento dell'esplosione.  
Boldrini fugge con [[Ettore Aguggini|Aguggini]] nella Repubblica di San Marino, poi in [[Svizzera]] e in [[Germania]], dove lavora come minatore in Westfalia, celandosi sotto il falso nome di Taiani. Catturato, viene estradato in [[Italia]] e processato con i suoi compagni a partire dal [[9 maggio]] [[1922]]. Condannato all'ergastolo, Boldrini si dichiarerà  sempre innocente, sostenendo di non essere stato presente al momento dell'esplosione.  

Versione delle 16:22, 3 set 2019

Prima pagina de «La Stampa» che riporta la notizia della strage del Diana

Giuseppe Boldrini (Cicognara, Mantova, 20 novembre 1894 - Campo di concentramento di Mödling, uno dei sottocampi di Mauthausen, in Austria, marzo 1945?) è stato un anarco-individualista italiano. Insieme ad Ettore Aguggini e Giuseppe Mariani fu coinvolto nella Strage del Teatro Diana di Milano del 23 marzo 1921.

Biografia

Giuseppe Boldrini nasce a Cicognara (provincia di Mantova) il 20 novembre 1894 da Giovanni e Cecilia Madesani. Di professione operaio e minatore, si avvicina all'anarchismo ed in particolare alla corrente individualista. Entra in contatto con il gruppo milanese di cui fanno parte quelli che saranno due suoi amici e compagni: Ettore Aguggini e Giuseppe Mariani.

Le autorità cominciano ad interessarsi a lui ed al suo gruppo dopo i due attentati al ristorante Cova di Milano (26 giugno ed 8 agosto). Pochi giorni dopo, con Aguggini e Mariani, travestito da ferroviere passa la frontiera ed entra clandestinamente in Svizzera per sfuggire ad un possibile arresto. Dopo un periodo trascorso a Zurigo, i tre ritornano a Milano nel settembre 1920 con l'intento di partecipare alle rivolte del biennio rosso. Il 14 ottobre, Boldrini e compagni mettono a segno un'azione diretta contro l'albergo Cavour, che doveva ospitare la delegazione inglese partecipante al congresso della Società delle Nazioni.

Nel marzo del 1921, visto che dall'ottobre precedente molti anarchici - tra cui Malatesta, Borghi e Quaglino - si trovavano detenuti a San Vittore (Milano) senza alcuna specifica accusa, il gruppo milanese di Boldrini decide di mettere a segno una terna di attentati (alla centrale elettrica di via Gladio, alla sede del giornale socialista «l'Avanti» e all'albergo Diana, in via Mascagni, nei pressi dell'omonimo Teatro.) per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'assurda detenzione degli anarchici e costringere i magistrati quantomeno a fissare la data del processo.

Gli attentati sono programmati per il 23 marzo (Malatesta, Borghi e Quaglino avevano iniziato da cinque giorni lo sciopero della fame), ma le cose non vanno come pronosticate e l'azione contro il Diana si trasforma in una strage: 21 morti e 80 feriti. L'obiettivo non era il teatro ma l'albergo, dove si pensava risiedesse il questore Giovanni Gasti. Casualità e approssimazione trasformarono un gesto di solidarietà verso altri compagni in una drammatica strage che susciterà orrore anche nel movimento anarchico.

Boldrini fugge con Aguggini nella Repubblica di San Marino, poi in Svizzera e in Germania, dove lavora come minatore in Westfalia, celandosi sotto il falso nome di Taiani. Catturato, viene estradato in Italia e processato con i suoi compagni a partire dal 9 maggio 1922. Condannato all'ergastolo, Boldrini si dichiarerà sempre innocente, sostenendo di non essere stato presente al momento dell'esplosione.

Nel giugno 1922 viene rinchiuso nel penitenziario di Porto Longone (oggi Porto Azzurro), dove rimane in isolamento per 16 anni. Nel 1943 si trova in carcere a Parma. In seguito, i nazisti lo trasferiscono nel campo di concentramento di Mauthausen, dove si unirà alla cellula dei detenuti politici comunisti, formata anche da alcuni gappisti fra cui Augusto Cambi, che parla di lui con ammirazione, un punto di sicuro riferimento per tutti i deportati poiché aveva trascorso 22 anni nel carcere di Porto Longone, aveva imparato a vincere la solitudine allevando canarini ma soprattutto studiando e acquisendo una profonda cultura politica. Morì a Mödling, un sottocampo di Mauthausen, alla fine dell'inverno del 1945, probabilmente a marzo del 1945.

Bibliografia

  • Giuseppe Mariani, Memorie di un ex-terrorista, Torino, 1953
  • Vincenzo Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Rusconi, Milano, 1978
  • Pier Carlo Masini, Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Ed. Rizzoli, Milano 1981
  • Vincenzo Mantovani, Anarchici alla sbarra. La strage del Diana tra primo dopoguerra..., Net editore, 2007
  • Augusto Cambi, Un gappista nel lager, supplemento a Triangolo Rosso giornale dell'ANED, Milano, 2002

Voci correlate

Collegamenti esterni