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== Critiche al PDA == | == Critiche al PDA == | ||
Una delle principali critiche al PDA emerse dal confronto-dibattito tra anarcopediani, è stata quella di potersi rivelare "controproducente" dal momento che chiunque potrebbe impossessarsi dell'opera modificandola e ripubblicandola sotto full-copyright.<br /> Per rispondere a tale affermazione non si può prescindere dal concetto di "[[consumo e/o uso critico]]" attualmente dibattuto proprio per combattere in modo consapevole e partecipato, tutte quelle forme commerciali insostenibili della nostra società dei consumi. Ebbene il PDA, nel promuovere e favorire una editoria no-profit collaterale e alternativa, subordinerebbe alla logica di promozione al consumo consapevole e partecipato anche le opere d'ingegno nell'intento di rafforzare coesione e benessere sociale non soltanto in risposta ai limiti ambientali ma soprattutto, come nella fattispecie, a quelli sociali generati dal mercato convenzionale dell'editoria della proprietà intellettuale.<br /> Nella maggioranza dei casi le opere artistiche (video, audio, letterarie), conservano una loro peculiarità di prodotto finito non suscettibile di ulteriori rimaneggiamenti e la preoccupazione che un'opera già ascritta al PDA possa essere oggetto di full-copyright diventa, a questo punto, un falso problema, dal momento che i sostenitori del PDA, oltre a non essere minimamente interessati al mercato culturale lucrativo ed ai rischi di plagio ad esso connessi, sarebbero anche in grado di gestire autonomamente una propria editoria e di fornire una copia dell'opera ad un prezzo di costo "certamente" inferiore a quello eventualmente di mercato, per il semplice fatto che tale "rimborso spese" non include i profitti per lucro garantiti dalla proprietà intellettuale.<br /> La suddetta critica al PDA sarebbe in definitiva circoscritta ai soli "programmi di computer e brevetti industriali", quei prodotti commerciali, cioé, caratteristici dell'attuale società dei consumi e che, proprio in quanto tali, andrebbero | Una delle principali critiche al PDA emerse dal confronto-dibattito tra anarcopediani, è stata quella di potersi rivelare "controproducente" dal momento che chiunque potrebbe impossessarsi dell'opera modificandola e ripubblicandola sotto full-copyright.<br /> Per rispondere a tale affermazione non si può prescindere dal concetto di "[[consumo e/o uso critico]]" attualmente dibattuto proprio per combattere in modo consapevole e partecipato, tutte quelle forme commerciali insostenibili della nostra società dei consumi. Ebbene il PDA, nel promuovere e favorire una editoria no-profit collaterale e alternativa, subordinerebbe alla logica di promozione al consumo consapevole e partecipato anche le opere d'ingegno nell'intento di rafforzare coesione e benessere sociale non soltanto in risposta ai limiti ambientali ma soprattutto, come nella fattispecie, a quelli sociali generati dal mercato convenzionale dell'editoria della proprietà intellettuale.<br /> Nella maggioranza dei casi le opere artistiche (video, audio, letterarie), conservano una loro peculiarità di prodotto finito non suscettibile di ulteriori rimaneggiamenti e la preoccupazione che un'opera già ascritta al PDA possa essere oggetto di full-copyright diventa, a questo punto, un falso problema, dal momento che i sostenitori del PDA, oltre a non essere minimamente interessati al mercato culturale lucrativo ed ai rischi di plagio ad esso connessi, sarebbero anche in grado di gestire autonomamente una propria editoria e di fornire una copia dell'opera ad un prezzo di costo "certamente" inferiore a quello eventualmente di mercato, per il semplice fatto che tale "rimborso spese" non include i profitti per lucro garantiti dalla proprietà intellettuale.<br /> La suddetta critica al PDA sarebbe in definitiva circoscritta ai soli "programmi di computer e brevetti industriali", quei prodotti commerciali, cioé, caratteristici dell'attuale società dei consumi e che, proprio in quanto tali, andrebbero riconsiderati e verificati, relativamente alla loro supposta utilità .<br /> In secondo luogo il PDA, nel prendere definitivamente le distanze dall'editoria consumistica lucrativa, anela a essere anche la sede più "evoluta e consapevole" in fatto di [[software libero]] per la rielaborazione collettiva dei programmi di computer anticopyright che siano veramente liberi, gratuiti e pertanto accessibili a tutti. | ||
== Autori anticopyright e/o aderenti al PDA == | == Autori anticopyright e/o aderenti al PDA == |