Raoul Vaneigem

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
Raoul Vaneigem

Raoul Vaneigem (Lessines, 21 marzo 1934) è un filosofo, scrittore e giornalista belga il cui nome è strettamente legato allo sviluppo dell'Internazionale Situazionista.


La vita e il pensiero

Vaneigem iniziò i contatti con l'Internazionale Situazionista nel 1961. A quell'anno risalgono infatti i suoi due primi articoli sul n. 6 dell'«Internationale Situationniste». Prese parte al comitato di redazione della rivista dal n.7 al n.12, contribuendo attivamente alla stesura di diversi articoli.

Del 1967 è invece la sua opera più importante il Trattato di saper vivere ad uso delle giovani generazioni, che raccolse ampi consensi negli anni caldi delle lotte studentesche, arrivando a meritarsi l'appellativo di «libro più rubato del 1968».

Uscì dall'Internazionale Situazionista nel 1970 a seguito di dimissioni volontarie.

Opere

Probabilmente è impossibile stendere un elenco delle opere di Vaneigem, sia per la sua abitudine a scrivere anonimamente o con pseudonimi, sia per la sua esplicita opposizione al copyright, per cui le sue opere sono solitamente di pubblico dominio. È possibile scaricare integralmente diverse sue opere da Internet, in lingua originale francese o nelle traduzioni fatte in molte lingue.

L'opposizione al copyright di Vaneigem e dell'Internazionale Situazionista

La frase tipica sulle pubblicazioni di Vaneigem è la seguente: Poiché persistiamo nella nostra inimicizia verso le regole della proprietà, ancorché intellettuale, questo testo non è sottoposto ad alcun copyright, sicché è riproducibile ovunque, anche senza citare la fonte.

In realtà tale dicitura era ripresa dal foglio settimanale gratuito «Potlatch» dell'Internazionale Lettrista. Il potlatch è una forma arcaica di scambio, antecedente al baratto ed al commercio, nella quale figurano due contendenti che si scambiano doni di valore via via sempre crescente in un gioco al rialzo che sovverte completamente il concetto stesso di valore. Tale pratica – in uso presso i nativi Americani – è stata analizzata da Marcel Mauss e poi da George Bataille in La notion de dépens del 1933. Dando questo titolo al proprio bollettino, l'Internazionale Lettrista ne vuole sottolineare l'assoluta gratuità (infatti la rivista porterà sempre la dicitura “tutti i testi pubblicati possono essere liberamente riprodotti, tradotti o adattati anche senza l'indicazione d'origine”) ed il ruolo di provocazione in cui consiste: esso è infatti un dono “di idee e problemi nuovi” a cui la società deve sentirsi obbligata a rispondere in maniera adeguata. Si tratta, dunque, di un'opposizone fondata sulla rinuncia ai diritti d'autore e sulla donazione dell'opera al pubblico dominio.

Lettera di dimissioni dall'Internazionale Situazionista

Sabato, 14 novembre 1970

Compagni,

la tendenza che si è costituita, l'11 novembre 1970, nella sezione francese ha il merito di essere l'ultima astrazione a potersi formulare dentro, per, e a nome dell'I.S. Se è vero che il gruppo non è mai stato che la somma delle capacità e delle debolezze, assai disegualmente ripartite, dei suoi membri, non c'è più, nel momento che ci preoccupa, apparente comunità, e neppure tendenza, che faccia dimenticare che ciascuno è solo a rispondere di sé stesso. Come ha potuto ciò che c'era di appassionante nella coscienza di un progetto comune trasformarsi in un malessere a stare insieme? È quello che stabiliranno gli storici. Non mi sento né la vocazione di storico, né quella di pensatore, in pensione o no, per divenire un ex combattente. A parte che la facile analisi della scarsa penetrazione della teoria situazionista nell'ambiente operaio e della scarsa penetrazione operaia nell'ambiente situazionista sarebbe in questo istante soltanto un pretesto per la falsa buona coscienza del nostro fallimento.

Ma senza dubbio, per essere infine concreto - poiché non vi è risposta concreta al di fuori della prova che ciascuno dovrà dare di ciò che è realmente - devo parlare invece del mio fallimento. Per quanto riguarda il passato, ho sempre prestato, molto alla leggera, alla maggior parte dei compagni o degli ex compagni dell'I.S. almeno altrettante capacità e onestà di quante me ne riconoscevo, illudendomi contemporaneamente sugli altri e su me stesso. Mi rendo conto in che misura tale attitudine ha potuto contraddittoriamente suscitare, nell'Internazionale, tattiche manovriere più o meno abili e sempre odiose; e creare nello stesso tempo condizioni per l'ideologia. Detto questo, la storia individuale dei compagni, la mia e la storia collettiva distribuiranno le parti tra i miei errori e le opinioni corrette. (Preciso nondimeno che sputerò in faccia a chiunque, ora e in futuro, scopra in me delle intenzioni segrete, quali che siano, e con quella buona fede critica che si è vista sovente esibire a posteriori).

Per il presente, mi è sufficiente constatare la mia carenza nell'aver fatto progredire un movimento che ho sempre ritenuto la condizione della mia radicalità: sarebbe disarmare l'ingenuità stessa voler ancora salvare un gruppo per salvarmi quando non ho saputo farne niente di ciò che volevo veramente che fosse. Preferisco dunque riprendere la sfida che la mia adesione all'I.S. aveva differito: perdermi assolutamente o rifare assolutamente la mia coerenza, e rifarla da solo per rifarla con il più grande numero.

Ma prima di lasciare alla rivoluzione la cura di scegliere i suoi, ci tengo da oggi che si applichino nei miei confronti le esigenze che ho formulato sui gruppi autonomi: non riprenderò i contatti con i compagni che lo desidereranno, e che io desidererò rivedere, se non all'interno della riuscita effettiva di un'agitazione rivoluzionaria che il mio gusto del piacere radicale avrà saputo intraprendere.

Se tuttavia la tendenza giudicasse la sua critica sufficiente in sé, senza altra prova, per ricostituire la sezione francese, dovrà immediatamente considerarmi dimissionario, con le conseguenze, che accetto, di non rivederci mai più.

Raoul Vaneigem

Testi di Raoul Vaneigem

Voci correlate

Collegamenti esterni