Joaquín Ascaso

Da Anarcopedia.
(Reindirizzamento da Joaquin Ascaso)
Jump to navigation Jump to search
Joaquin Ascaso

Joaquín Ascaso Budría (Saragozza, 5 giugno 1906 - Caracas, Venezuela, 12 marzo 1977) è stato un anarco-sindacalista spagnolo, cugino dei fratelli Ascaso (Francisco, Domingo e Alejandro) e presidente del Consejo Regional de Defensa de Aragón tra il 1936 e 1937.

Biografia

Di professione operaio, nella sua gioventù si affilia alla Confederación Nacional del Trabajo, militando nel gruppo anarchico Los Indomables e collaborando di tanto in tanto con Los Solidarios e Nosotros. Militante nel Sindacato dei Costruttori (CNT), viene detenuto a Saragozza proprio per le sue attività sindacali, quando aveva diciassette anni. Trova rifugio in Francia fino all'avvento della Seconda Repubblica dopo la cosiddetta Sollevazione di Jaca.

Partigiano di quella che Juan Garcia Oliver chiamava la «ginnastica rivoluzionaria»«», nel maggio del 1931 è membro del nuovo Comitato dei Giovani Rivoluzionari di Saragozza. Ad agosto dello stesso anno, si mette alla testa delle manifestazioni dei disoccupati e con Chueca e Andrés fa partire la commissione della CNT incaricata di negoziare con le autorità. Nell'ottobre seguente, viene eletto rappresentante degli operai manovratori. Arrestato nel gennaio del 1932 e poi a fine anno, dopo l'insurrezione anarchica del dicembre 1933 in Aragona, prende parte attiva ai lavori del Comitato Nazionale Rivoluzionario in rappresentanza dell'Aragona. La repressione della sollevazione, lo porta nuovamente in stato d'arresto, prima a Saragozza poi a Burgos, fino all'aprile 1934.

Delegato del Sindacato dei Costruttori al congresso cenetista del 1936, il 19 luglio si trova tra le barricate di Barcellona, in lotta contro i golpisti di Francisco Franco. In seguito si arruola nelle colonne confederali che partono il 24 luglio sul fronte di Aragona. Inizialmente è integrato nell "Durruti", poi nella "Ortiz", a partire dal 25 luglio. Si mette a capo del Comitato rivoluzionario di Caspe, che lascerà ad ottobre. Il 6 ottobre 1936, assiste, mentre è delegato delle colonne sul fronte, all'assemblea generale di Bujaradoz, che sancisce la nascita del "Consejo Regional de Defensa de Aragón" di cui è nominato presidente. Nel dicembre [è1936]], il Consiglio Aragonese sarà riconosciuto ufficialmente dalle autorità repubblicane e il suo titolo di presidente legalizzato. Nel 1937, assiste a Valencia al Plenum Nazionale delle Regioni della CNT, dove esprime la sua opposizione alla pressione autoritaria dei comunisti del PCE. Ma poco dopo inizia la controrivoluzione dei comunisti di Enrique Lister in Aragona che distruggerà tutte le collettività libertarie e smantellate militarmente l'11 agosto 1937 il Consejo.

Arrestato con l'infame accusa di traffico di gioielli (accusa mossa dagli stalinisti, che lui respinge con forza), è liberato dopo un mese di prigione. A questo punto raggiunge la colonna Ortiz, ma nel luglio 1938, dopo lo scioglimento di quest'ultima, lascia la Spagna e si rifugia in Francia, sollevando una polemica con i dirigenti della CNT, che però la respingono.

Si stabilisce in Francia, ma dopo essere scampato ad un attentato è incarcerato per sette mesi a Marsiglia. Comprende che in Francia la vita per lui è impossibile, quindi decide di partire per il Sud America. Prima raggiunge la Bolivia (1947) e l'anno seguente si stabilisce definitivamente in Venezuela (dopo una breve parentesi in Uruguay e Paraguay). A lui si uniranno (tra gli altri) da Antonio Ortiz, Valeriano Gordo e Martín Terrer, con i quali intorno al 1960 creerà il gruppo Fuerza Unica. Morì a Caracas il 12 marzo 1977.

Nel 2006, per il centenario della sua nascita, lo storico Alejandro R. Díez Torre ha presentato le sue memorie: Memorias (1936-1939). Hacia un nuevo Aragón («Memorie (1936-1939). Verso una nuova Aragon»)

Voci correlate