Hippolyte Prosper Olivier Lissagaray

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Prosper-Olivier Lissagaray

Prosper-Olivier Lissagaray (Tolosa, 24 novembre 1838 – Parigi, 25 gennaio 1901) è stato un intellettuale, giornalista noto per la sua opera storica sulla Comune di Parigi. Socialista, repubblicano ed anticonformista, non si schiererà né per l'Internazionale né per nessun partito, benché le sue simpatie andassero ai blanquisti anticlericali, agli anarchici e al suo amico Amilcare Cipriani.

Biografia

Nato a Tolosa in una famiglia basca da Marie-Louise Olympe Boussès de Fourcaud e Laurent Prosper Lissagaray, di professione farmacista.

L'infanzia difficile

Alla morte del padre, quando Prosper, il fratello Henri erano piccolissimi, la madre citò in giudizio nel 1847 il banchiere Bernard-Adolphe Granier de Cassagnac, marito della cognata Ursule Lissagaray, per ottenere il rimborso dei prestiti fattigli dal marito e risolvere le difficoltà economiche. L'inimicia dividerà per tutta la vita Lissagaray dai cugini Cassagnac.

Hyppolite studiò in un collegio di Aire-sur-l'Adour, dove il professore di letteratura, l'abbé Légé, «magro, pallido e tossicchiante come un tisico, un perfetto letterato». Dopo un viaggio in America Lissagaray risiedette a Parigi a partire dal 1860, dove fondò una specie di Università Popolare e pubblicò due riviste letterarie: L'Année littéraire et dramatique e la Revue des études littéraires.

L'esperienze de L'Avenir e attività anti-bonapartista

Si schierò contro l'Impero e pubblicò, nel 1868, ad Auch, il giornale L'Avenir, che gli varrà numerose denunce a causa della sua posizione dichiaratamente repubblicana e anti-bonapartista. Il giornale intendeva «riunire nel Gers tutte le forze sparse del più grande partito della rivoluzione ...». La linea politica del giornale di Auch era volta a promuovere:

  1. Diritto di riunione e di associazione. Libertà di stampa, parola e coscienza.
  2. Elezioni eque, responsabilità reale degli agenti dello Stato.
  3. Abolizione del pubblico impiego, dei monopoli e delle sovvenzioni.
  4. Separazione tra Chiesa e Stato ed istruzione gratuita e obbligatoria.
  5. Redenzione del debito e abolizione dell'esercito permanente.
  6. Ricerca della pace attraverso liberi accordi democratici.

Dal 4 gennaio 1870 piovono sul suo capo condanne per quanto riportato dai suoi giornali, in particolare viene condannato per « offese verso la persona. dell'Imperatore e dell'imperatrice ».

Liberato il 6 aprile, partecipa a diverse iniziative pubbliche contro il plebiscito di Luigi Napoleone. Dopo nuove accuse per i soliti reati di offesa contro l'imperatore, dal 10 maggio si auto-esilia a Bruxelles per sfuggire all'arresto.

Rientra a Parigi poco prima della rivoluzione del 4 settembre 1870 che proclama l'avvento della Repubblica, dopo che l'Imperatore aveva trascinato il paese in un'assurda guerra contro la Prussia. In ogni quartiere di Parigi la popolazione si riuniva in assemblee. Assumendo una posizione giacobina, il 6 settembre, nella sala Lévis Lissagaray chiese la resistenza a oltranza, organizzando la Repubblica in forma rivoluzionaria, e alle Folies Bergère reclamò l'insurrezione dei dipartimenti contro l'invasore prussiano, tutte cose che il governo era ben lontano dal volere, pensando già a trattare la resa con la Prussia. Il ministro della guerra Gambetta, lo nomina commissario della guerra, a Tolosa.

La Comune di Parigi

Il 18 marzo 1871, partecipa alla Comune di Parigi, e combatte sulle barricate durante la "settimana di sangue”. Lissagaray crea l'Action nel quale egli :

  1. Poichè non riconosce alcuna autorità se non quella della Comune, egli rifiuta qualsiasi conciliazione con il trio di potere formato Favre, Thiers e Picard, che definisce Triumgueusat (un'espressione inventata proprio da lui nel 1864 nel L'Avenir du Gers contro i Cassagnac, padre e figli).
  2. Denuncia l'inesistenza dei generali e dei giovani capi e l'incapacità dei deputati.
  3. Vieta l'interdizione dei giornali anti-commune in antitesi a Vallès.
  4. Reclama il programma della commune: «Abbiamo il diritto di essere ansiosi di realizzare il programma della Comune. Maggiore è il rischio, maggiore è la necessita del programma. [...] Che la Francia, impari più velocemente... perché Parigi combatte: Questo è il primo dovere, uomini della Comune.»
  5. Sostiene che «gli interessi dei contadini sono eguali a quelli degli operai per cui l'educazione può essere estesa nelle campagne».

Solo 6 numeri di questo giornale compariranno in due settimane e L'Action cessa le pubblicazioni il 9 aprile. Il resto del tempo lo passerà fisicamente con il suo fucile nella difesa delel barricate.

Fonda in seguito la Tribun du Peuple che esce dal 17 maggio al 24 maggio 1871. Le sue ultime parole nel giornale sono: « Al fuoco adesso! Non si tratta più di gridare "Viva la Repubblica" ma di viverla! ».

Esilio e rientro in patria

Terminata tragicamente l'esperienza della Comune, scriverà Huit journées de mai derrière les barricades edito alla fine del 1871 a Bruxelles dove si rifugerà prima di esiliarsi in Inghilterra.

In occasione dell'amnistia del 1880, rientra a Parigi dove continua la sua lotta creando il giornale La Bataille politique et sociale, che si fonda con Le Citoyen di Jules Guesde e Paul Lafargue, assumendo il titolo di Le Citoyen et la Bataille. La collaborazione è però difficile e Lissagaray torna a occuparsi da solo della Bataille, con un programma che cerca di unire tutte le correnti del socialismo francese. Le poche vendite lo costringono a cessare le pubblicazioni il 23 gennaio 1886.

Il 25 maggio 1888 Lissagaray diventa segretario generale della Société des Droits de l'Homme et du Citoyen, fondata da Georges Clemenceau, Jules Joffrin e Arthur Ranc, che si oppone alle mire reazionarie del generale Georges Boulanger e di cui egli ne scrive il manifesto: Le bilan de Boulanger.

Dopo aver ripreso le pubblicazioni de La Bataille nel gennaio 1889, le sospende nuovamente nell'aprile del 1892. L'anno seguente fonda La Grande Bataille, un giornale in cui denuncia la corruzione del governo e la passività dei deputati socialisti. Il 6 giugno anche La Grande Bataille cessa le pubblicazioni e Lissagaray scrive ancora qualche articolo nel Germinal di Paschal Grousset. Dirige poi la rivista La Vie algérienne et tunisienne e pubblica nel 1896 la versione definitiva dell'Histoire de la Commune («Storia della Comune del 1871»), subito vietato in Francia.