A - Rivista Anarchica

Da Anarcopedia.
(Reindirizzamento da A-rivista)
Jump to navigation Jump to search
Una copertina di A - Rivista Anarchica (il personaggio col cappellaccio è Anarchik).

A - Rivista Anarchica, conosciuta anche semplicemente come A, è stata una rivista anarchica autogestita fondata nel 1971 [1], come espressione dell'area dei Gruppi Anarchici Federati, da Paolo Finzi, Amedeo Bertolo, Fausta Bizzozero, Rossella Di Leo, Luciano Lanza, Giampietro Berti e Roberto Ambrosoli.

La rivista (1971-2020)

A, nata a Milano nel febbraio 1971 presso il Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa (allora in piazzale Lugano 31) e poi trasferitasi dall'anno seguente in un piccolo appartamento nel quartiere Turro [2], aveva una periodicità mensile ed usciva 9 volte l'anno (non usciva in gennaio, agosto e settembre).

A si presentva come «una rivista anarchica, ma non per sole anarchiche/anarchici», «una rivista aperta, con rubriche, dibattiti, lettere». «Ecologia, pedagogia libertaria, antimilitarismo, femminismo e anarco-femminismo, sport, autogestione, storia, molti dibattiti (su veganismo, violenza, colonialismo, scienza ecc.), ma anche disabilità, comuni, tante recensioni, rubriche di musica, carcere, reportage fotografici, antropologia ecc. E poi lettere, tavole, vignette». [3]

La distribuzione di A avveniva mediante la vendita in numerose librerie, in alcune edicole, presso alcuni centri sociali o sedi anarchiche. Il periodico era stampato in circa 4.500 copie e diffuso principalmente in Italia e in Svizzera italiana, ma spedito anche in decine di Paesi stranieri e in una trentina di librerie all'estero. La rivista è raccolta in un archivio online, dove sono disponibili tutti i numeri pubblicati sino ad oggi. [4]

Il cantautore italiano Fabrizio De André era un assiduo lettore della rivista ed ha contribuito a sostenerla economicamente. [5] [6]

Ottobre 2020: l'annuncio della chiusura

Nell'ottobre 2020 la redazione annuncia la chiusura della rivista: «Il 20 luglio scorso Paolo Finzi, tra i fondatori, redattore e principale sostenitore di "A" e di Editrice A, ha deciso di lasciarci. La redazione, addolorata e frastornata dalla sua decisione, ha inizialmente ipotizzato di poter continuare a portare avanti, seppure tra gravi difficoltà economiche, il progetto che Paolo ha curato per 49 anni. Questo però non accadrà in ragione della precisa decisione di Paolo, che tra le sue ultime volontà ha indicato di "cessare l'attività" di Editrice A. È evidente che per l'affetto e il rispetto che portiamo nei confronti di Paolo e della sua opera, seguiremo le sue istruzioni».

Successivamente, Enrico Finzi, fratello di Paolo, smentisce l'esistenza di un atto testamentario contenente le suddette volontà. [7] [8]

La rivista ha utilizzato sin dal primo numero la A cerchiata; le successive modifiche estetiche, di lieve entità, hanno proseguito mantenendo tale simbolo.

Note

  1. Anarchici, W la FAI!
  2. L'appartamento apparteneva ad una famiglia di anarchici pugliesi, i Monterisi, e all'inizio degli anni '60 fu donato a Giovanna Caleffi, militante anarchica (vedova di Camillo Berneri), confluendo idealmente nel patrimonio della Comunità «Maria Luisa Berneri», intestata a una delle due figlie (purtroppo morta prematuramente) di Giovanna e Camillo (da La nostra cAsa).
  3. Autopresentazione
  4. Archivio di A - Rivista Anarchica
  5. Un inedito di De André nel breve cd «sorpresa» prodotto dagli anarchici
  6. A per Fabrizio
  7. Un'infamia
  8. La rivista anarchica A chiude: “Sono le ultime volontà di Paolo Finzi”. Ma è mistero sul testamento

Voci correlate

Collegamenti esterni