Template:Biblioteca/Opuscolo consigliato: differenze tra le versioni

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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=Durruti e la Rivoluzione spagnola (di [[Abel Paz]])|autore=Abel Paz|altro=}}
{{Biblioteca/Titolo 2|nome=La Fine dell'Anarchismo (di [[Luigi Galleani]])|autore=Luigi Galleani|altro=}}
[[File:Paz_Durruti.jpg|miniatura|250px|left|'''''Durruti e la Rivoluzione spagnola''''' di [[Abel Paz]], BFS - Zero in Condotta - La Fiaccola, [[2010]].<br>[https://www.anarchistintheworld.net/libri.html <big>'''Acquista una copia'''] per sostenere l'antirepressione.]]
[[File:Galleani_fine.jpg|miniatura|250px|left|'''''[http://www.centrostudifsmerlino.org/wp-content/uploads/2018/06/Luigi-Galleani-La-fine-dellanarchismo.pdf La Fine dell'Anarchismo?]''''', un libro di [[Luigi Galleani]] particolarmente apprezzato da [[Errico Malatesta]]. Il saggio, del [[1925]], è frutto di una raccolta di articoli che [[Luigi Galleani|Galleani]] redasse in seguito all'intervista, intitolata ''La Fine dell'Anarchismo'', che [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] rilasciò a ''La Stampa'' di Torino nel [[1907]].]]
L'opera più importante di [[Abel Paz]] è senza dubbio il '''''Durruti en la Revolución española''''', frutto di un decennio di ricerche e di testimonianze orali di decine di militanti: un punto di riferimento imprescindibile per conoscere la storia e il punto di vista dell'[[anarchismo]] iberico. Di [[Buenaventura Durruti]] gli aspetti che più colpirono i suoi contemporanei furono l'onestà, la generosità, la disponibilità a sacrificare tutto in nome dell'ideale. Il suo ideale [[anarchico]] era abbastanza semplice e il suo carattere iperattivo lo portò più d'una volta a lanciarsi in insurrezioni che furono quasi sul punto di far scomparire la [[Confederación_Nacional_del_Trabajo|CNT]]. Non c'è da stupirsi che, al fatidico congresso di Saragozza, il [[anarcosindacalismo|sindacato libertario]] fosse giunto decimato nelle sue file e profondamente diviso: le varie fazioni del [[Storia_del_movimento_anarchico_in_Spagna|movimento libertario]], fino ad allora in guerra aperta fra di loro, si sarebbero però riconciliate proprio in quel congresso. [[Diego Camacho]] spiega la figura di [[Durruti]] dal un punto di vista dei suoi ideali e della sua concezione [[rivoluzionaria]] e strategica. La [[La Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra civile]] fu scatenata dai militari con la volontà di fermare una [[rivoluzione]] in atto, e tale intervento favorì in realtà la più profonda [[rivoluzione]] sociale che l'Europa abbia mai conosciuto. Nel [[Durruti]] di [[Abel Paz]] si narra la lotta di emancipazione del popolo spagnolo, si possono seguire gli argomenti e la strategia del settore più [[rivoluzionario]] ed appassionato dell'[[anarchismo]] iberico. Nella [[La Rivoluzione spagnola (1936-39)|Guerra civile]] l'[[anarcosindacalismo]] lottò per qualcosa di sconosciuto in Europa: «l'aspirazione a un mondo umano, senza sfruttati né sfruttatori, fondato sull'apoliticismo e sulla fraternità mutualista».</big>
'''''La Fine dell'Anarchismo?''''' è un saggio di [[Luigi Galleani]] di rilevante interesse teorico in quanto contiene, sia pure per accenni, il complesso delle tesi sostenute dall'[[anarchismo]]. Infatti, dopo l'esposizione della concezione [[anarchica]] dedotta dagli scritti più noti di [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] (allontanatosi dal [[movimento anarchico]] intorno al [[1899]] e fonte, nel [[1907]], in occasione del «Primo Congresso Anarchico Italiano» - tenutosi a Roma dal [[16 giugno|16]] al [[20 giugno]] [[1907]] - di un'intervista, intitolata ''La Fine dell'Anarchismo'', in cui l'[[anarchismo]] veniva descritto come un movimento giunto ad un punto morto), il saggio mette in rilievo la caratteristica dell'[[anarchismo]], si sofferma lungamente sulle sostanziali differenze tra [[collettivismo]] [[socialista]] e [[comunismo anarchico]] e tra [[anarco-individualismo|individualismo]] e [[comunismo anarchico]], deducendo la solidità dell'idea [[anarchica]] nei confronti delle altre scuole [[socialiste]]. La critica di [[Francesco Saverio Merlino|Merlino]] aveva anche toccato uno dei punti più delicati - e pertanto più polemico e scottante anche in seno al [[movimento anarchico]] - come quello dell'«[[organizzazione]]», così esprimendosi: «[...] il partito [[anarchico]] è smembrato dalle lotte tra i partigiani delle due diverse tendenze, cioè fra [[anarco-individualismo|individualisti]] ed [[organizzatori]]. Gli [[organizzatori]] non riescono a trovauna forma d'organizzazione compatibile con i loro principi [[anarchici]]. Gli [[anarco-individualismo|individualisti]], i quali si mantengono contrari ad ogni forma di [[organizzazione]], non trovano modo d'agire».
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Versione delle 18:18, 25 gen 2021


La Fine dell'Anarchismo (di Luigi Galleani)
La Fine dell'Anarchismo?, un libro di Luigi Galleani particolarmente apprezzato da Errico Malatesta. Il saggio, del 1925, è frutto di una raccolta di articoli che Galleani redasse in seguito all'intervista, intitolata La Fine dell'Anarchismo, che Merlino rilasciò a La Stampa di Torino nel 1907.

La Fine dell'Anarchismo? è un saggio di Luigi Galleani di rilevante interesse teorico in quanto contiene, sia pure per accenni, il complesso delle tesi sostenute dall'anarchismo. Infatti, dopo l'esposizione della concezione anarchica dedotta dagli scritti più noti di Merlino (allontanatosi dal movimento anarchico intorno al 1899 e fonte, nel 1907, in occasione del «Primo Congresso Anarchico Italiano» - tenutosi a Roma dal 16 al 20 giugno 1907 - di un'intervista, intitolata La Fine dell'Anarchismo, in cui l'anarchismo veniva descritto come un movimento giunto ad un punto morto), il saggio mette in rilievo la caratteristica dell'anarchismo, si sofferma lungamente sulle sostanziali differenze tra collettivismo socialista e comunismo anarchico e tra individualismo e comunismo anarchico, deducendo la solidità dell'idea anarchica nei confronti delle altre scuole socialiste. La critica di Merlino aveva anche toccato uno dei punti più delicati - e pertanto più polemico e scottante anche in seno al movimento anarchico - come quello dell'«organizzazione», così esprimendosi: «[...] il partito anarchico è smembrato dalle lotte tra i partigiani delle due diverse tendenze, cioè fra individualisti ed organizzatori. Gli organizzatori non riescono a trovauna forma d'organizzazione compatibile con i loro principi anarchici. Gli individualisti, i quali si mantengono contrari ad ogni forma di organizzazione, non trovano modo d'agire».