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Una delle conseguenze della [[rivoluzione industriale]] fu il progressivo abbandono della terra da parte dei contadini e il trasferimento di migliaia e migliaia di uomini e donne dalla campagna alle città, solleticati dalle promesse di un miglioramente del loro tenore di vita. | Una delle conseguenze della [[rivoluzione industriale]] fu il progressivo abbandono della terra da parte dei contadini e il trasferimento di migliaia e migliaia di uomini e donne dalla campagna alle città, solleticati dalle promesse di un miglioramente del loro tenore di vita. | ||
Dietro queste promesse si nascondeva però la terribile realtà che li aspettava: fame, quartieri degradanti, sfruttamento, immoralità crescente, [[Violenza sulle donne|violenza sulle donne]] e sui bambini (aumento del numero delle nascite illegittime, dei bambini abbandonati e degli infanticidi) ed ubriachezza molesta. Padri, madri e bambini lavoravano nell'industria tessile dalle 13 alle 15 ore al giorno; tre quarti dei bambini morivano prima di diventare adulti. Per l'operaio della manifattura vivere è non morire» <ref>Citazione del filosofo Guépin</ref>, lo [[sciopero]] era vietato, il libretto operaio obbligatorio. Il povero era considerato immorale, brutto, sporco e cattivo, nonché pericoloso: | Dietro queste promesse si nascondeva però la terribile realtà che li aspettava: fame, quartieri degradanti, sfruttamento, immoralità crescente, [[Violenza sulle donne|violenza sulle donne]] e sui bambini (aumento del numero delle nascite illegittime, dei bambini abbandonati e degli infanticidi) ed ubriachezza molesta. Padri, madri e bambini lavoravano nell'industria tessile dalle 13 alle 15 ore al giorno; tre quarti dei bambini morivano prima di diventare adulti. Per l'operaio della manifattura vivere è non morire» <ref>Citazione del filosofo Guépin</ref>, lo [[sciopero]] era vietato, il libretto operaio obbligatorio. Il povero era considerato immorale, brutto, sporco e cattivo, nonché pericoloso: | ||
: «I barbari che minacciano la società non vengono dal Caucaso né dalle steppe della Tartaria. Stanno nei sobborghi delle nostre città industriali» («Journal des Débats», [[1831]] <ref name="agire">[http:// | : «I barbari che minacciano la società non vengono dal Caucaso né dalle steppe della Tartaria. Stanno nei sobborghi delle nostre città industriali» («Journal des Débats», [[1831]] <ref name="agire">[http://archive.is/mUlJq 9-14 aprile 1834: la rivolta operaia di Lione]</ref>.) | ||
Contemporaneamente però, con la nascita del [[movimento operaio]], sorse anche uno spirito nuovo, rivoluzionario, che intendeva non accettare questo stato di cose e si riprometteva di cambiarle (in [[Gran Bretagna]] è del [[1810]] lo slogan «Pane o sangue»). Fu questa la seconda rivolta dei "setaioli", dopo quella di Vienna del [[1819]], quando gli operai fecero sentire la propria voce contro l'introduzione di nuovi macchinari che, oltre ad essere alienanti, minacciavano seriamente il posto di lavoro di tanti operai e operaie. Molti di questi macchinari, in perfetto stile [[Ned Ludd|luddista]], furono letteralmente distrutti dalla rabbia popolare. | Contemporaneamente però, con la nascita del [[movimento operaio]], sorse anche uno spirito nuovo, rivoluzionario, che intendeva non accettare questo stato di cose e si riprometteva di cambiarle (in [[Gran Bretagna]] è del [[1810]] lo slogan «Pane o sangue»). Fu questa la seconda rivolta dei "setaioli", dopo quella di Vienna del [[1819]], quando gli operai fecero sentire la propria voce contro l'introduzione di nuovi macchinari che, oltre ad essere alienanti, minacciavano seriamente il posto di lavoro di tanti operai e operaie. Molti di questi macchinari, in perfetto stile [[Ned Ludd|luddista]], furono letteralmente distrutti dalla rabbia popolare. | ||
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[[Image:Black flag waving.png|thumb|left|Su alcuni drappi neri i canuts lionesi scrissero il loro proclama di lotta: «Vivere lavorando o morire combattendo»]] | [[Image:Black flag waving.png|thumb|left|Su alcuni drappi neri i canuts lionesi scrissero il loro proclama di lotta: «Vivere lavorando o morire combattendo»]] | ||
Gli operai delle industrie della seta (si calcola che i tessitori – '''''canuts''''' - arrivarono ad essere contemporaneamente fino a 30.000.) risiedevano e lavoravano nel quartiere dei Traboules, caratterizzati da passaggi coperti, vie e piazze strettissime tra altissimi palazzi. | Gli operai delle industrie della seta (si calcola che i tessitori – '''''canuts''''' - arrivarono ad essere contemporaneamente fino a 30.000.) risiedevano e lavoravano nel quartiere dei Traboules, caratterizzati da passaggi coperti, vie e piazze strettissime tra altissimi palazzi. | ||
Il [[18 ottobre]] [[1831]] i canuts si rivolsero al prefetto del Rodano, Louis Bouvier-Dumolart, per ottenere salari più alti e la riduzione dell'orario giornaliero di lavoro. Naturalmente, grazie anche alla ipocrisia del prefetto che a parole si era dimostrato disponibile a fungere da intermediario con i proprietari, le richieste dei canuts furono respinte il [[10 novembre]] [[1831]]. In quell'occasione il presidente del consiglio Casimir Périer dichiarò: «Gli operai si devono mettere in testa che per loro non c'è altro rimedio che la pazienza e la rassegnazione» <ref name="agire">[http:// | Il [[18 ottobre]] [[1831]] i canuts si rivolsero al prefetto del Rodano, Louis Bouvier-Dumolart, per ottenere salari più alti e la riduzione dell'orario giornaliero di lavoro. Naturalmente, grazie anche alla ipocrisia del prefetto che a parole si era dimostrato disponibile a fungere da intermediario con i proprietari, le richieste dei canuts furono respinte il [[10 novembre]] [[1831]]. In quell'occasione il presidente del consiglio Casimir Périer dichiarò: «Gli operai si devono mettere in testa che per loro non c'è altro rimedio che la pazienza e la rassegnazione» <ref name="agire">[http://archive.is/mUlJq 9-14 aprile 1834: la rivolta operaia di Lione]</ref>. | ||
Quest'atteggiamento causò il sollevamento degli operai: il [[21 novembre]] [[1831]] occuparono il quartiere della Croce Rossa (situato su una collina di Lione), obbligarono i lavoratori a fermare la loro attività ed innalzarono barricate decisi a resistere. Su alcuni [[simbolismo anarchico|drappi neri]] i rivoltosi scrissero il loro proclama: «'''''Vivre en travaillant ou mourir en combattant'''''» (“Vivere lavorando o morire combattendo”). <ref>«La bandiera di lotta del movimento operaio era tradizionalmente quella rossa, usata come segnale di adunata in varie manifestazioni, in particolare nella Comune di Parigi (1871). [http://www.arivista.org/?nr=321&pag=33.htm ...]» </ref> | Quest'atteggiamento causò il sollevamento degli operai: il [[21 novembre]] [[1831]] occuparono il quartiere della Croce Rossa (situato su una collina di Lione), obbligarono i lavoratori a fermare la loro attività ed innalzarono barricate decisi a resistere. Su alcuni [[simbolismo anarchico|drappi neri]] i rivoltosi scrissero il loro proclama: «'''''Vivre en travaillant ou mourir en combattant'''''» (“Vivere lavorando o morire combattendo”). <ref>«La bandiera di lotta del movimento operaio era tradizionalmente quella rossa, usata come segnale di adunata in varie manifestazioni, in particolare nella Comune di Parigi (1871). [http://www.arivista.org/?nr=321&pag=33.htm ...]» </ref> |