66 514
contributi
K2 (discussione | contributi) Nessun oggetto della modifica |
K2 (discussione | contributi) Nessun oggetto della modifica |
||
(2 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate) | |||
Riga 1: | Riga 1: | ||
[[File:Obelisco 20Dic01.jpg|right|250px|thumb|Argentinazo, [[20 dicembre]] [[2001]]]] | [[File:Obelisco 20Dic01.jpg|right|250px|thumb|Argentinazo, [[20 dicembre]] [[2001]].]] | ||
Con il termine '''argentinazo''' si intende la crisi finanziaria [[Argentina|argentina]] del [[2001]], generata dalla restrizione (denominata col termine ''Corralito'') della libera disposizione di denaro in contanti da conti correnti e casse di risparmio. La rivolta contro la crisi determinò la rinuncia alla presidenza di Fernando de la Rúa il [[20 dicembre]] [[2001]] ed una situazione anomala di acefalia dello [[Stato]] argentino. | Con il termine '''argentinazo''' si intende la crisi finanziaria [[Argentina|argentina]] del [[2001]], generata dalla restrizione (denominata col termine ''Corralito'') della libera disposizione di denaro in contanti da conti correnti e casse di risparmio. La rivolta contro la crisi determinò la rinuncia alla presidenza di Fernando de la Rúa il [[20 dicembre]] [[2001]] ed una situazione anomala di acefalia dello [[Stato]] argentino. | ||
Riga 23: | Riga 23: | ||
=== Cooperative ed autogestione === | === Cooperative ed autogestione === | ||
Si svilupparono progetti di occupazione di fabbriche e di [[autogestione]] delle stesse, tra cui quello della fabbrica di ceramiche Zanon FaSinpat, allora destinata alla chiusura, e ancora oggi esemplarmente autogestita dagli operai nonostante i vari tentativi di sgombero da parte delle forze dell'ordine (l'esproprio e l'[[autogestione]] sono stati riconosciuti anche legalmente) <ref name="operai">[http://archive.is/F6UgJ ''Quando la crisi si trasforma in opportunità''] [http://mauvanpelt.blogspot.com/2009/05/zanon-la-fabbrica-e-dei-lavoratori.html ''Zanon, la fabbrica è dei lavoratori'']</ref>. Altri esempi di autogestione furono quelli dell'hotel a quattro stelle Bauen, la fabbrica di abbigliamento Brukman, la stamperia Chilavert ecc. | Si svilupparono progetti di occupazione di fabbriche e di [[autogestione]] delle stesse, tra cui quello della fabbrica di ceramiche Zanon FaSinpat, allora destinata alla chiusura, e ancora oggi esemplarmente autogestita dagli operai nonostante i vari tentativi di sgombero da parte delle forze dell'ordine (l'esproprio e l'[[autogestione]] sono stati riconosciuti anche legalmente) <ref name="operai">[http://archive.is/F6UgJ ''Quando la crisi si trasforma in opportunità'']; [http://mauvanpelt.blogspot.com/2009/05/zanon-la-fabbrica-e-dei-lavoratori.html ''Zanon, la fabbrica è dei lavoratori''].</ref>. Altri esempi di autogestione furono quelli dell'hotel a quattro stelle Bauen, la fabbrica di abbigliamento Brukman, la stamperia Chilavert ecc. | ||
Nel [[2007]], circa 10.000 persone lavoravano nelle imprese autogestite, rappresentando una fonte di occupazione e di crescita economica significativa. In alcuni casi, l'ex proprietario i è appellato alla [[polizia]] per sgomberare i lavoratori, a volte con successo, spesso ottenendo la resistenza dei lavoratori. Alcune imprese gestite ora sono state acquisite legalmente, altri sono ancora occupati dai dipendenti senza status giuridico nei confronti dello [[Stato]], sostenendo che questa situazione anomala arebbe giustificata dal loro lavoro produttivo. Il governo argentino sta considerando una leggeNéolibéralisme et autogestion, l'expérience Argentine" che espropria il trasferimento legale delle fabbriche occupate dai lavoratori. <ref> Maxime Quijoux, ''Néolibéralisme et autogestion, l'expérience Argentine'', éditions de l'IHEAL, Parigi, 2011</ref> | Nel [[2007]], circa 10.000 persone lavoravano nelle imprese autogestite, rappresentando una fonte di occupazione e di crescita economica significativa. In alcuni casi, l'ex proprietario i è appellato alla [[polizia]] per sgomberare i lavoratori, a volte con successo, spesso ottenendo la resistenza dei lavoratori. Alcune imprese gestite ora sono state acquisite legalmente, altri sono ancora occupati dai dipendenti senza status giuridico nei confronti dello [[Stato]], sostenendo che questa situazione anomala arebbe giustificata dal loro lavoro produttivo. Il governo argentino sta considerando una leggeNéolibéralisme et autogestion, l'expérience Argentine" che espropria il trasferimento legale delle fabbriche occupate dai lavoratori. <ref> Maxime Quijoux, ''Néolibéralisme et autogestion, l'expérience Argentine'', éditions de l'IHEAL, Parigi, 2011</ref> | ||
Riga 29: | Riga 29: | ||
=== Monete alternative e forme di baratto=== | === Monete alternative e forme di baratto=== | ||
{{approff|Moneta alternativa}} | {{approff|Moneta alternativa}} | ||
[[File:Cacerolazo Argentina 2001-2002.jpg|thumb|right|400px|Proteste contro la crisi economica argentina iniziata nel 2001]] | [[File:Cacerolazo Argentina 2001-2002.jpg|thumb|right|400px|Proteste contro la crisi economica argentina iniziata nel [[2001]].]] | ||
La crisi economica argentina del [[2001]], con gravi responsabilità del | La crisi economica argentina del [[2001]], con gravi responsabilità del Fondo Monetario Internazionale e dell'inettitudine dei burocrati dell'economia argentina, determinò una serie di eventi catastrofici per l'economia: disoccupazione galoppante, collasso del sistema produttivo e commerciale, oltre soprattutto all'assoluta mancanza di soldi in circolazione. Le enormi difficoltà economiche determinarono però la formazione di gruppi spontanei di [[mutualismo|mutuo sostegno]] per la produzione e la distribuzione del pane, dei mattoni, per l'assistenza ai bisognosi ecc. Attraverso lo stesso meccanismo di sostegno reciproco venne pure a costituirsi la [[Rete Globale del Baratto]], che favoriva lo scambio di merci e di servizi attraverso l'utilizzo una moneta alternativa denominata "credito". | ||
Già nel maggio del [[1995]] i primi nuclei della futura [[Rete Globale del Baratto]] cominciarono, tra enormi difficoltà, ad appellarsi alla solidarietà reciproca per combattere l'emarginazione e favorire la messa in comune e lo scambio reciproco di beni e servizi. Tale “associazione” arrivò in seguito a riunire 5800 gruppi (equivalenti a 2 milioni e mezzo di persone). | Già nel maggio del [[1995]] i primi nuclei della futura [[Rete Globale del Baratto]] cominciarono, tra enormi difficoltà, ad appellarsi alla solidarietà reciproca per combattere l'emarginazione e favorire la messa in comune e lo scambio reciproco di beni e servizi. Tale “associazione” arrivò in seguito a riunire 5800 gruppi (equivalenti a 2 milioni e mezzo di persone). |