Una nobile follia

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Una nobile follia - romanzo Igino Tarchetti pubblicato in appendice sul giornale «Il Sole», in 27 puntate tra il novembre 1866 e il marzo 1867 - è stato certamente il primo romanzo antimilitarista nella storia letteraria d'Italia, in netta controtendenza rispetto all'esaltazione per la guerra e per il nazionalismo, caratteristiche del periodo risorgimentale.

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Militarismo e Antimilitarismo.

Il romanzo

Il romanzo narra la storia di un giovane, Vincenzo D., colto, sensibile, amante della natura e dell'arte, innamorato di una donna e assolutamente incapace di compiere violenza contro ogni essere vivente. Quando Vincenzo viene chiamato a prestare servizio militare subisce la tipica violenza della disciplina forzata e l'annullamento della propria individualità, che lo riduce ad una vera e propria macchina da guerra. A questo punto Vincenzo parte per la guerra di Crimea (1852-1855), partecipando il 16 agosto 1855 alla battaglia del fiume Cernaia.

Igino Tarchetti descrive questo episodio non come un «evento strategico nella politica estera cavouriana», come spesso viene ancora definito nei testi storici, bensì per quello che in realtà fu: un macello di uomini, un massacro crudele, privo di alcun senso e di ogni attrazione eroica ed estetica. L'autore si serve del protagonista, e delle sue intricate vicende personali [1], per sostenere la necessità di abolire tutti gli eserciti e tutte le forme di dominio.

È da sottolineare che le istituzioni militari, preoccupate degli effetti dell'antimilitarismo del romanzo, ricorsero alla penna di Edmondo De Amicis, allora giovane tenente e direttore de "Italia militare", per presentare l'istituzione militare in una luce più positiva e funzionale alle loro strategie repressive.

Brani estratti dal romanzo

«Tant'è; non poteva prestar fede a me stesso: tornai a rileggere quella lettera: "Ho il cuore teneramente commosso. Da un giovane ufficiale che ti conosce,,, al quale ho offerto ospitalità, nella mia famiglia, ho inteso che tu sei a..., venti miglia da qui, e sulle mosse per recarti in Francia. Questa notizia mi ha tutto agitato. Sono sette anni che non ti vedo. Potrò ora abbracciarti? Mia moglie, i mie figli ti attendono; non sono più solo: la fortuna ha collocato un abisso tra la mia vita passata e la mia vita attuale";» (Incipt)

«Incominciò la mia notte: notte immensa, tenebrosa, terribile... Fui soldato. Questa parola esprime tutto. Affetti, memorie, doveri, aspirazioni, diritti, indipendenza, dignità conculcata – assoldato, tenuto a soldo, venduto». « ...così si uccide un uomo e si forma un soldato, - la nazione lo tollera, vi ha di più, la nazione applaude, illusa come un fanciullo insensato alla vista dei pennacchi azzurri, delle sciabole lucide, e del suono delle trombette: i pochi onesti fremono e tacciono.»

«Allora viene emanato un ordine terribile: - innalzare una trincea di cadaveri. – Ci accingiamo unanimi e impazienti a questo lavoro. I cavalli feriti o morti sono trascinati pel campo e collocati d'innanzi alle nostre linee, i corpi dei russi e dei sardi sovrapposti ad essi, e disposti a larghi strati incrociati; noi li cerchiamo frettolosi per la pianura, e non abbiamo tempo a riconoscere se non siano ancora spirati... Noi ci collochiamo dietro quel vallo di carne; ci afferriamo ai capelli o ai piedi dei morti, e spariamo contro il nemico, spingendo le nostre carabine negli spazi esistenti tra l'uno e l'altro cadavere.»

«- Oh vivi – esclamai gettandomi sopra di lui – vivi -; e prorompendo in lacrime, tentai di abbracciarlo, quasi avessi potuto infondergli con quell'amplesso la vita giovine e vigorosa che ardeva in tutte le mie fibre. Ma a mezzo atto me ne trattenni: egli aveva richiusi gli occhi, e il sangue gli usciva in maggior copia dalla ferita, fui atterrito: - dopo un istante incominciò a delirare..." Una terribile esperienza che favorisce la fuga dal campo di battaglia, la diserzione del protagonista a cui dopo la perdita della donna amata non resterà che la pazzia e il suicidio».

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

  1. Vincenzo D. è in realtà Filippo Sporta che dopo aver ucciso, per legittima difesa, un soldato nemico sul campo di battaglia, decide di disertare e di assumere l'identità, appunto Vincenzo D., di un uomo di cui trova casualmente il cadavere.