Tragedia di Jambol

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Il 26 marzo 1923 a Jambol, in Bulgaria, uno dei bastioni del movimento libertario in questo paese, durante una manifestazione illegale organizzata dalla Federazione Anarco-Comunista di Bulgaria (FACB) per protestare contro la decisione del governo agrarista di Stambolijski di disarmare il popolo in seguito alla promulgazione della legge anti-banditismo, l'esercito sparò sugli intervenuti, ferendo l'oratore Atanas Stoitxev e provocando una carneficina tra le persone che assistevano all'evento.

Le vittime

Secondo lo storico anarchico Jack Grancharoff, il governatore militare di Yambol, avendo vietato la manifestazione anarchica, ordinò di sparare sull'oratore Stoitxev che aveva "osato" salire su un banchetto per tenere un comizio nonostante il divieto imposto dalle autorità. Gli anarchici reagirono e per due ore impegnarono in una dura battaglia le truppe militari.

Una trentina d'anarchici morirono falciati dalle raffiche degli spari o fucilati la sera stessa nella caserma di Jambol. Il giorno dopo le truppe sgombrarono la sede anarchica ubicata nel centro di Sofia ed arrestarono tutti i presenti.

Tra le vittime si ricordano: Todor Darzev, nato a Kazanlik nel 1880, meccanico e grande figura di riferimento per tutto il movimento rivoluzionario, oratore e propagandista molto influente sulla classe operaia che sarà fucilato il 27 marzo; Pani Botxkov, ciabattino e segretario del gruppo anarchico locale; Dimitar Vassilev, militante clandestino e disertore; Cyrille Kehaiov; Spiro Obretenov; Pétar Kassapina; Rousko Nanime; Pétar Gavtxev; ecc.

Conseguenze

Più tardi, il 9 giugno, un colpo di Stato organizzato dall'estrema destra fermerà ed arresterà Stambolijski, capo del Partito Agrario al potere dal 6 ottobre 1919, andando a reprimere duramente il movimento operaio e costringendolo così ad operare nella clandestinità assoluta.

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