Il Martello (New York): differenze tra le versioni

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Interessante è poi la posizione de ''Il Martello'' di fronte alla crisi del [[1929]], una crisi che il giornale considerò insita nel sistema [[capitalistico]] e affliggente in prima persona i lavoratori, creando migliaia di disoccupati <ref>Cfr. ''Disoccupazione e fame bussano alla porta di casa dei lavoratori d'America'', XV, 6, 15 febbraio 1930, p. 1.</ref> Per il giornale, anche il prezzo della ristrutturazione messa in atto da Roosevelt col New Deal veniva pagato dai lavoratori, che venivano usati come uno degli elementi fondamentali e indispensabili al riequilibrio del sistema. La politica di Roosevelt mirava in sostanza, da una parte, a razionalizzare il sistema [[capitalistico]] attraverso un controllo più diretto dello [[Stato]], che cura gli interessi generali del [[capitalismo]] in modo abbastanza omogeneo, dall'altra, ad assicurare, attraverso un'abile politica nei confronti delle organizzazioni operaie, un interlocutore che, ponendosi in maniera «dialettica» nei confronti del [[capitale]], si preoccupasse di conservare gli equilibri del sistema, garantendo agli sfruttati quel «giusto» potere di acquisto atto ad assicurare una prosperità permanente al [[capitale]]. <ref>Cfr. ''Roosevelt, l'uomo e la sua politica nella vita americana'', XXIII, I, 14 febbraio 1938, p. 1; [[Carlo Tresca]], ''Reazione e rivoluzione'', XVIII, 10, 14 giugno 1934, p. 1.</ref>
Interessante è poi la posizione de ''Il Martello'' di fronte alla crisi del [[1929]], una crisi che il giornale considerò insita nel sistema [[capitalistico]] e affliggente in prima persona i lavoratori, creando migliaia di disoccupati <ref>Cfr. ''Disoccupazione e fame bussano alla porta di casa dei lavoratori d'America'', XV, 6, 15 febbraio 1930, p. 1.</ref> Per il giornale, anche il prezzo della ristrutturazione messa in atto da Roosevelt col New Deal veniva pagato dai lavoratori, che venivano usati come uno degli elementi fondamentali e indispensabili al riequilibrio del sistema. La politica di Roosevelt mirava in sostanza, da una parte, a razionalizzare il sistema [[capitalistico]] attraverso un controllo più diretto dello [[Stato]], che cura gli interessi generali del [[capitalismo]] in modo abbastanza omogeneo, dall'altra, ad assicurare, attraverso un'abile politica nei confronti delle organizzazioni operaie, un interlocutore che, ponendosi in maniera «dialettica» nei confronti del [[capitale]], si preoccupasse di conservare gli equilibri del sistema, garantendo agli sfruttati quel «giusto» potere di acquisto atto ad assicurare una prosperità permanente al [[capitale]]. <ref>Cfr. ''Roosevelt, l'uomo e la sua politica nella vita americana'', XXIII, I, 14 febbraio 1938, p. 1; [[Carlo Tresca]], ''Reazione e rivoluzione'', XVIII, 10, 14 giugno 1934, p. 1.</ref>


Se da un lato questa politica ingabbia nuovamente le spinte innovatrici del movimento operaio per qualche anno, dall’altra dà la possibilità ai lavoratori di difendere le loro organizzazioni e di rafforzarle, e lascia dei margini di autonomia che, grazie anche alle esperienze accumulate nelle lotte dell’inizio del secolo dall’Industriai Workers of thè World, permetteranno la rinascita del movimento di classe con l’occupazione delle fabbriche automobilistiche nel 1936-7 (cfr. Quo vadis?, XXII, II (28 giu. 1937), p. 1).
Se da un lato questa politica ingabbiò nuovamente le spinte innovatrici del movimento operaio per qualche anno, dall'altro dette la possibilità ai lavoratori di difendere le loro organizzazioni e di rafforzarle, e lasciò dei margini di autonomia che, grazie anche alle esperienze accumulate nelle lotte dell'inizio del secolo dall'[[IWW]], permisero poi la rinascita del movimento di classe con l'occupazione delle fabbriche automobilistiche nel [[1936]]-[[1937]]. <ref>Cfr. ''Quo vadis?'', XXII, II, 28 giugno 1937, p. 1.</ref>


Sono gli anni intorno al ’36-’39, anni di speranze per il gruppo anarchico de Il Martello, che vede nella rivoluzione spagnola una delle tappe fondamentali della lotta fra forze fasciste e forze rivoluzionarie a livello internazionale. Il Martello giudica conveniente la formazione di un fronte unico che rafforzi le fila degli [[antifascisti]] spagnoli, e per questo giustifica anche la partecipazione al governo di una parte degli anarchici (cfr. L’atteggiamento degli anarchici spagnoli, XXII, 1 (14 genn. 1937), p. 5). Anche se appoggia le posizioni di Durruti che dal fronte rivolge dure parole alle forze che minano con la loro azione il processo di socializzazione dell’economia in atto (cfr. C. Tresca, Durruti, XXI, 20 (28 nov. 1936), p. 1), e riporta con entusiasmo le posizioni degli «amici di Durruti» che «protestano spesso contro gli sperperi, le manovre governative e lottano per la rivoluzione sociale » (cfr. Voci di ammonimento della gioventù spagnola, XX, 17 (14 ott. 1936), p. 4).
Gli anni intorno al [[1936]]-[[1939]] furono anni di speranze per il gruppo [[anarchico]] de ''Il Martello'', che vide nella [[rivoluzione spagnola]] una delle tappe fondamentali della lotta fra forze [[fasciste]] e forze [[rivoluzionarie]] a livello internazionale. ''Il Martello'' giudicò conveniente la formazione di un fronte unico che rafforzasse le fila degli [[antifascisti]] spagnoli, e per questo giustificò anche la partecipazione al governo di una parte degli [[anarchici]] <ref>Cfr. ''L'atteggiamento degli anarchici spagnoli'', XXII, 1, 14 gennaio 1937, p. 5.</ref>, anche se appoggiò le posizioni di [[Durruti]], che dal fronte rivolse dure parole alle forze che minavano con la loro azione il processo di socializzazione dell'economia in atto <ref>Cfr. [[Carlo Tresca]], ''Durruti'', XXI, 20, 28 novembre 1936, p. 1.</ref>, e riportò con entusiasmo le posizioni degli «[[amici di Durruti]]» che protestavano spesso «contro gli sperperi, le manovre governative» e lottavano «per la rivoluzione sociale» <ref>Cfr. ''Voci di ammonimento della gioventù spagnola'', XX, 17, 14 ottobre 1936, p. 4.</ref>


Questa posizione ambigua de Il Martello è dovuta all’entusiasmo suscitato dall’esperienza che gli anarchici e le forze rivoluzionarie stavano vivendo in Spagna, dalla considerazione che ciò che si stava realizzando è in fase sperimentale e ha quindi bisogno di aiuto e di comprensione. Ma queste giustificazioni cadranno quando l’esperienza spagnola si concluderà in maniera negativa, creando una frattura insanabile fra movimento libertario e comunisti stalinisti. (È necessario notare che Il Martello, come la maggior parte dei giornali anarchici aveva appoggiato in un primo momento la rivoluzione bolscevica sia per mancanza di notizie dettagliate che per l’entusiasmo destato dagli avvenimenti. Il primo articolo critico nei confronti del governo bolscevico appare nell’agosto del 1921 (La fame in Russia, VII, 27 (13 ago. 1921), p. 2), ma l’opposizione si fa sempre più puntuale e serrata, fino ad arrivare alla netta presa di posizione antileninista; cfr., ad es., C. Tresca, Lenin, X, 5 (2 febb. 1924), p. 3).
Questa posizione ambigua de Il Martello è dovuta all’entusiasmo suscitato dall’esperienza che gli anarchici e le forze rivoluzionarie stavano vivendo in Spagna, dalla considerazione che ciò che si stava realizzando è in fase sperimentale e ha quindi bisogno di aiuto e di comprensione. Ma queste giustificazioni cadranno quando l’esperienza spagnola si concluderà in maniera negativa, creando una frattura insanabile fra movimento libertario e comunisti stalinisti. (È necessario notare che Il Martello, come la maggior parte dei giornali anarchici aveva appoggiato in un primo momento la rivoluzione bolscevica sia per mancanza di notizie dettagliate che per l’entusiasmo destato dagli avvenimenti. Il primo articolo critico nei confronti del governo bolscevico appare nell’agosto del 1921 (La fame in Russia, VII, 27 (13 ago. 1921), p. 2), ma l’opposizione si fa sempre più puntuale e serrata, fino ad arrivare alla netta presa di posizione antileninista; cfr., ad es., C. Tresca, Lenin, X, 5 (2 febb. 1924), p. 3).
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