Bruno Vespa

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
Bruno Vespa durante la presentazione di uno dei suoi soliti libri natalizi.

Bruno Vespa (L'Aquila, 27 maggio 1944) è un giornalista e conduttore televisivo ed è coniugato con il magistrato Augusta Iannini, capo Dipartimento Affari di Giustizia al Ministero della Giustizia.

Ha ideato e conduce il programma televisivo Porta a Porta, trasmesso dai canali RAI a partire dal 1996 con un buon successo di ascolti, in quanto vero e proprio "teatrino dei burattini". La trasmissione infatti si è distinta per gli invitati celebri ma di solito nessuna partecipazione diretta della gente comune, di solito mediata solo da sondaggi.

Personaggio più amato di tutti è stato il pulcinella "Burlascone" e famoso il suo ormai celeberrimo spettacolino del "Contratto con gl'italiani", purtroppo però mai più replicato (ma forse si replicherà in futuro, se il buon Dio vorrà mantenere in salute entrambi i protagonisti).

Indimenticabile fu anche la serata del "Papa in diretta" laddove fu chiaro, a tutti i telespettatori, ma in particolare a quelli della sinistra, che anche Bruno Vespa possedeva grandi doti di umanità per essersi commosso fino alle lacrime, in diretta, con le mani giunte e in atteggiamento di profondo raccoglimento, durante lo "scoop" della telefonata di ringraziamento di papa Wojtyla.

Ma più che attore di varietà Bruno Vespa si ritiene giornalista e scrittore, non perdendo occasione nel pubblicizzare, dovunque e comunque, la sua ormai celebre e interminabile collana del romanzo della politica.

Furio Colombo, spiegando i motivi del successo di Bruno Vespa in un articolo del 14/03/04 sull'Unità dal titolo "Se partecipare è meglio che vincere"[1] diceva tra l'altro:

«[...] Non resta che spiegare ai colleghi della stampa estera che Vespa non è così forte di suo. Nella vita è una persona normale. Ma gode di tre strane condizioni inesistenti in democrazia. Primo, c'è una Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai che tace. Tace sulle serate in esclusiva di Berlusconi circondato da gente imbarazzante che gli dà ragione. Secondo, c'è una "presidente di garanzia" che, invece, non rinuncia a parlare. Ma quattro personaggi che la circondano, e che sarebbero il Consiglio di amministrazione della Rai, esercitano su di lei un "mobbing" che stupisce perché avviene sotto gli occhi di tutti. Le danno regolarmente torto, in modo maleducato, sempre, subito, su tutto, creando un effetto comico che si rovescia su di loro. Perché l'ovvia e dignitosa normalità di ciò che dice l'Annunziata, viene compresa da tutto il resto degli italiani per quello che è. È una denuncia, un'accusa. È la testimonianza dal vivo di ciò che accade oggi alla Rai. Terzo (e questa è la stranezza che colpisce di più i colleghi della stampa estera): ci sono alcuni politici di tutta l'opposizione che verso Vespa sono mossi da un sincero senso di gratitudine. Sono grati perché li invita alle serate "off" (quelle senza il protagonista principale) della sua trasmissione [...]».

Biografia

Esperienza giornalistica

Vespa esordì giovanissimo come collaboratore per la stampa locale abruzzese: a 16 anni era già autore di articoli sportivi per la sede aquilana del quotidiano Il Tempo.

Nel 1962 divenne cronista radiofonico alla RAI e nel 1968, conseguita la laurea in giurisprudenza, conduttore del "Telegiornale" RAI (in seguito TG1).

In questo periodo fu anche inviato del Telegiornale, intervistò i principali personaggi della politica degli anni '70 e '80 (si ricorda in particolare un'intervista, del 1978, al cardinale Karol Wojtyla, futuro papa Giovanni Paolo II).

Nel 1977 fu conduttore, insieme ad Arrigo Petacco, della rubrica televisiva di attualità Tam Tam.

Dal 1989 al 1992 fu direttore del TG1. In quel periodo fecero scalpore alcune sue dichiarazioni pubbliche in cui affermava di considerare il partito della Democrazia Cristiana il suo "editore di riferimento"; venne di conseguenza accusato di non considerare l'informazione un servizio pubblico, ma un'informazione subordinata agli interessi della partitocrazia.
Nell'agosto 1990, allo scoppio della prima guerra del Golfo, sostenne l'intervento armato con un criticato editoriale, che si concludeva con le parole: "La guerra l'ha fatta la comunità internazionale. E se noi vogliamo essere iscritti al club dobbiamo pagare le quote.", che alcuni paragonarono alle parole con cui Mussolini aveva giustificato l'ingresso dell'Italia nella Seconda guerra mondiale: "devo avere un migliaio di morti per sedermi al tavolo (...) della pace e delle spartizioni."

Il 3 aprile 2006 è stato il moderatore del secondo confronto televisivo elettorale tra il Presidente del Consiglio uscente Silvio Berlusconi e il leader del centrosinistra Romano Prodi.

Il 6 aprile 2009 conduce uno speciale di Porta a Porta sul terremoto del 2009 che ha colpito l'Abruzzo: lo speciale viene aperto con un servizio dello stesso Vespa che racconta, dal suo personalissimo punto di vista, i danni creati dal terremoto a L'Aquila, sua città natale.

In occasione del 15 settembre 2009 conduce uno speciale di Porta a Porta sulla consegna delle case ai terremotati dell'Abruzzo, suscitando le ire dell'opposizione di centro-sinistra, che accusano il giornalista di aver fatto "propaganda" nei confronti del governo Berlusconi. In realtà, le case furono costruite a tempo di record: Vespa ha sempre sostenuto con molti altri che la gestione dell'emergenza fu eccellente, mentre la ricostruzione del centro storico presenta ancora all'inizio del 2012 fortissimi ritardi.

Nel 2009, nel 2010 e nel 2011 conduce le serate del Premio Campiello. Nel 2011 ha condotto insieme a Pippo Baudo il varietà Centocinquanta, dedicato ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Nello stesso anno ha vinto il premio Saint Vincent alla carriera dopo averlo vinto due volte (1978 e 2000) per la televisione. Vince anche il Premio Estense alla carriera.

Nel 2010, insieme al figlio Federico, inizia una collaborazione saltuaria con RTL 102.5 dove i due conducono un programma di approfondimento della fascia mattutina intitolato Non Stop News: Raccontami.

Dal 2014 al 2019 è stato direttore di QN-Quotidiano Nazionale (consorzio che riunisce i tre quotidiani La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino).

Controversie

L'editore di riferimento

Nel periodo in cui dirigeva il principale telegiornale della televisione di stato, fecero scalpore alcune sue dichiarazioni pubbliche in cui affermava di considerare il partito della Democrazia Cristiana il suo "editore di riferimento"; venne di conseguenza accusato di non considerare l'informazione un servizio pubblico, e di produrre un'informazione subordinata agli interessi della partitocrazia. Vespa disse in realtà che essendo il Parlamento l'editore della Rai un accordo tra i partiti aveva assegnato alla DC l'influenza sul primo canale, al PSI quella sul secondo e al PCI quella sul terzo.

Accuse di faziosità

È stato contestato a Vespa un atteggiamento ritenuto troppo compiacente nei confronti dei politici di destra. [1] La polemica è stata corroborata dalla pubblicazione di una sua conversazione telefonica con Salvatore Sottile, portavoce dell'allora ministro degli esteri Gianfranco Fini, intercettata dalla procura il 4 maggio 2005: Vespa discusse al telefono con Sottile circa la scelta del contraddittore che Fini avrebbe preferito nella puntata di Porta a porta, poi ricaduta su Piero Fassino. Destò scalpore in particolare la frase di Vespa: "La puntata gliela confezioniamo addosso" [2]. Tale episodio provocò critiche da parte della dirigenza Rai: Claudio Petruccioli chiese una inchiesta interna commentando che «se questo era l'andazzo, Porta a Porta si fondava su un metodo giornalisticamente miserevole». Vespa si difese affermando che «Con il portavoce di Fini, Sottile, abbiamo avuto un rapporto di proficua collaborazione. Quando le intercettazioni saranno pubblicate nella loro interezza, verranno fuori anche i profondi dissensi con lui, però, e con gli altri portavoce. Tipici di chi difende interessi diversi».[3] Vespa è stato sempre al centro di polemiche, riguardanti una tendenza del giornalista a rendersi eccessivamente amichevole verso Silvio Berlusconi. In occasione di uno speciale del 15 settembre 2009, con ospite lo stesso Berlusconi (che allora era Presidente del Consiglio dei ministri), le puntate dei programmi potenzialmente concorrenti (Ballarò su Rai 3 e Matrix su Canale 5) furono sospese e rinviate ad altra data [4] [5] [6].

Il contratto con la RAI

Nel 2009 fece scalpore la richiesta di aumento di stipendio del 33%: da 1.200.000 euro il nuovo contratto avrebbe dovuto prevedere un importo di 1.600.000 euro [7]. Vespa ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera che «Il consiglio Rai ha chiesto giustamente un approfondimento. Se si rifanno conti e confronti, qualche piccola limatura tecnica è possibile. Ma vorrei andare oltre. In tempi difficili bisogna essere solidali. Alle opere umanitarie, come è noto, giro ormai quasi per intero i proventi di convegni e dibattiti. Adesso vorrei rinunciare a 150 mila euro all'anno del mio nuovo contratto (600 mila euro in quattro anni) se la Rai utilizzasse questa somma per dieci borse di studio annuali da 15 mila euro l'una per dieci giovani da ammettere, dopo una accurata selezione, a un corso-concorso serissimo come quello che quarant'anni fa portò me e altri trenta colleghi in Rai. Mi piacerebbe che una somma analoga (collettiva, non voglio impoverire nessuno...) la sottoscrivessero insieme Santoro, Fazio, Dandini, Bignardi, Annunziata, Floris in modo da raggiungere le venti borse di studio. Da sempre a 'Porta a porta' il modesto turn over si fa guardando i prodotti dei candidati prima di incontrarli. E molti, ovviamente, non li incontriamo nemmeno. Ho detto ai miei: non voglio sapere per chi votate, ma fate sì che io non me ne accorga mai. Vorrei che quei dieci o venti ragazzi fossero scelti così. È un sogno? E continuo a chiedermi: ma perché tutto questo capita soltanto a me?». [8]

Ospiti mafiosi

Ha suscitato molte critiche e scalpore per la sua decisione di invitare alcuni esponenti del clan dei Casamonica alla sua trasmissione il 9 settembre 2015. [9] Nuovamente il 7 aprile 2016 decide di invitare il secondo figlio di Totò Riina, già esponente di primo piano dell'organizzazione cosa nostra, suscitando altrettanta indignazione.[10]

Procedimenti giudiziari

Vespa nel corso della sua carriera giornalistica è stato più volte querelato o citato in giudizio per quanto da lui scritto o dichiarato. Di seguito sono descritti alcuni dei procedimenti che lo hanno coinvolto:

  • nel gennaio 2007 è stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma per diffamazione al pagamento di 82.000 euro a Roberto Zaccaria, a titolo di risarcimento danni in seguito alle affermazioni contenute nel libro Rai, la Grande Guerra pubblicato nel 2002. [11] Vespa aveva scritto che nell'autunno del 2000, Zaccaria, allora presidente del consiglio di amministrazione della RAI, avrebbe incontrato in casa propria, a cena, Pierluigi Celli, Stefano Balassone, Vittorio Emiliani in qualità di consiglieri RAI e Walter Veltroni, Vincenzo Vita e Giuseppe Giulietti in qualità di responsabili DS per l'informazione, con l'intento di mettere in atto una strategia sotterranea del servizio pubblico televisivo contro Silvio Berlusconi, strategia culminata poi con la puntata di Satyricon del 14 marzo del 2001, contenente un'intervista a Marco Travaglio sulle origini della ricchezza di Berlusconi. Nel libro Vespa menziona anche un testimone, un vicino di casa di Zaccaria, che avrebbe sentito il tutto. Gli avvocati di Zaccaria chiesero di sentire il vicino, avvocato Giovanni Ferreri, il quale smentì. Altrettanto fecero i presunti commensali. [12]
  • nel novembre 2008 è stato condannato dalla III Corte d'appello del tribunale di Roma, assieme a Valentina Finetti, al pagamento di una multa di 1.000 euro (ed alla pubblicazione della sentenza su 4 quotidiani [13]) per diffamazione nei confronti di Pietro Mattei (vedovo di Alberica Filo della Torre) e dei figli Manfredi e Domitilla in seguito ad un servizio della trasmissione Porta a Porta (di cui la Finetti è cronista), andato in onda il 13 febbraio 2002 con a tema il delitto dell'Olgiata [14]. Nel luglio 2009 la Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione [15].
  • nel giugno 2010 è stato condannato in appello per diffamazione nel processo intentato dalla professoressa Isabella De Martini dell'Università di Genova, in relazione ai fatti del G8 di Genova. Isabella De Martini, in qualità di vice-capo struttura con delega agli eventi culturali, aveva notato qualcosa di strano nella gestione degli appalti, in particolare rispetto all'attribuzione degli stessi a personaggi della cerchia di Gianni Letta (Maria Criscuolo e il consuocero di Letta, Amedeo Ottaviani) ed aveva per questo presentato un esposto alla procura di Genova (esposto poi trasferito a Roma ed archiviato). Vespa, come riconosciuto dalla Corte d'Appello, nel libro La Scossa [16] la diffamò. Scrive Isabella De Martini: "[...] si dedicò alla mia distruzione, presentandomi come una signora genovese che doveva organizzare "sfilate di moda" (sic) a Portofino, e invece ficcò il naso in problematiche che non la riguardavano, quali la logistica e l'ospitalità delle delegazioni, creando malumori e imbarazzo a Gianni Letta...". La notizia della condanna è stata riportata anche dal Corriere Mercantile (articolo del 18 giugno 2010).
  • nel luglio 2010 la Corte di Cassazione conferma la sua condanna per diffamazione dei due pm napoletani che avevano ordinato l'arresto di Vito Gamberale, poi assolto. [17]
  • Nel dicembre 2015 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Roma, insieme ad Ester Vanni, al pagamento di complessivi euro 45.000 in favore di Pietro, Manfredi e Domitilla Mattei, prossimi congiunti della contessa Alberica Filo della Torre, per la pubblicazione, nel corso della puntata di Porta a Porta del 1.8.2011, di immagini del cadavere della medesima contessa. Il Tribunale ha ritenuto che "la divulgazione delle suddette immagini non possa ritenersi né assorbita dal pubblico interesse, posto che a nessuna ulteriore esigenza informativa rispondeva l'esibizione del corpo discinto e martoriato della vittima ... né conformata al rispetto del concorrente parametro della continenza delle modalità espressive, inteso come indispensabile contemperamento del diritto di cronaca e la tutela della riservatezza (Cass. 17.2.2011 n. 17215), essendo le fotografie del cadavere all'evidenza esorbitanti, in ragione del contenuto raccapricciante, rispetto alla finalità informativa perseguita"
  • Nel giugno 2013 è indagato per abuso edilizio e violazione dei vincoli paesaggistici, in relazione alla modifiche apportate a una grotta ipogea nella propria villa di Ponza. A seguito dell'indagine la villa è stata sottoposta a sequestro. [18] Nell'aprile 2015 Vespa patteggia la condanna a 10 giorni di carcere e 14 000 euro di multa . La condanna viene commutata in ulteriori 2 500 euro di multa, per un totale di 16 500 euro. [19]

Note

  1. la Repubblica, 2004
  2. Intercettazione telefonica Vespa - Sottile - YouTube
  3. Petruccioli: "Inchiesta interna" e scoppia il caso "Porta a porta" - cronaca - Repubblica.it
  4. Da Vespa la consegna delle case in Abruzzo: la Rai cancella la puntata di Ballarò
  5. Vespa senza avversari, rinviato Matrix
  6. Ballarò, Franceschini: "Neanche Ceausescu si sarebbe prestato a questo show"
  7. Il contratto di Vespa è "troppo costoso", mercoledì l'esame del Cda della Rai - politica - Repubblica.it
  8. «Darò 150 mila euro per i giovani Lo facciano anche Santoro e gli altri» - Corriere della Sera
  9. Un oltraggio i Casamonica a 'Porta a Porta': tutti contro Vespa. E il Campidoglio: la Rai chieda scusa alla città
  10. Riina Junior da Vespa, i messaggi del figlio del boss sul palco Rai: dall'attacco ai pentiti alla negazione della mafia
  11. Articolo del Corriere della Sera, 12 gennaio 2007
  12. Marco Travaglio, Nuova introduzione a L'odore dei soldi (nuova edizione), Editori Riuniti, 2009, pag. XLIV-XLVI. Travaglio, peraltro, riporta un totale del risarcimento di € 82.500, cui si aggiungono 5.800 di spese legali.
  13. giornalettismo.com, l'estratto pubblicato
  14. Corriere della Sera, 6 novembre 2008
  15. Vespa condannato per diffamazione. La Cassazione ha confermato la condanna a 1000 euro di multa per il conduttore: diffamò Pietro Mattei
  16. Bruno Vespa, La scossa, 2001, pag. 395.
  17. Articolo su "Il Sole 24 Ore"
  18. Villa di Vespa a Ponza, scatta il sequestro
  19. Abusi edilizi nella villa di Ponza, Vespa patteggia: multa da 16.500 euro

Collegamenti esterni