Non rappresentatività della democrazia

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Mentre il pensiero comune vede la democrazia come il migliore sistema politico, nella sua attuazione pratica e nel suo sviluppo (e degenerazione), nel tempo possiamo evidenziare il progressivo instaurarsi di una non rappresentatività della democrazia. Per mancanza di rappresentatività in democrazia si intende il fatto che la maggioranza dei politici eletti al parlamento non si pongano obiettivi che siano nell'interesse della popolazione.

Exquisite-kfind.png Vedi Democrazia e Democrazia diretta.

Difetti di rappresentatività nel voto attivo

Anche nei sistemi democratici più "puri", cioè quelli a suffragio universale, nei quali il voto attivo è concesso a quasi tutti i cittadini maggiorenni, di entrambi i sessi ed indipendentemente dal reddito, si osservano gruppi di persone che costantemente non votano, o perché attivamente gli viene impedito di partecipare al voto, o perché non vengono adeguatamente informati, oppure perché il votare diventa un fatto alquanto complicato oppure sono soggetti a minacce velate o palesi di ogni genere o anche perché scelgono l'astensionismo come mezzo per non delegare ad alcuno la propria vita e per non avallare alcun sistema di dominio.

In Italia i cittadini stranieri non hanno diritto al voto alle elezioni politiche, anche se presenti regolarmente nel paese da molti anni ed attivamente partecipanti al sistema produttivo (quindi anche pagando le tasse). In paesi come gli Stati Uniti i carcerati (più di un milione di persone) non hanno diritto al voto. In un paese del genere, molto spesso la condanna penale è rapportata alla possibilità di essere difesi o meno da un buon avvocato, e dunque le classi più povere della popolazione (che spesso commettono reati in stato di necessità), dopo aver commesso lo stesso reato, vengono private oltre che della libertà anche dei diritti concessi agli altri cittadini.

Questo impedimento all'accesso al voto si presenta come una grave forma di discriminazione razziale e sociale, anche se è tutto da dimostrare che si possano ottenere diritti con la delega politica.

Mancanza di rappresentatività tra i candidati

Nelle elezioni americane, molto spesso si presentano candidati che sono entrambi miliardari, di sesso maschile e di pelle bianca (Barack Obama e Hilary Clinton sono l'eccezione che conferma la regola). Uno magari enfatizza l'importante della "difesa", intesa come necessità di invadere con le proprie forze un paese, bombardare le popolazioni ed impadronirsi delle risorse naturali ivi presenti. L'altro enfatizza la necessità della "salute", intesa come la necessità di garantire accesso a cure e farmaci che molto spesso sono causate dalla diffusione di prodotti nocivi (come coloranti, carburanti, ormoni o pesticidi), che non si è provveduto ad eliminare. Fino a che punto queste posizioni politiche sono il frutto, più o meno esplicito, dell'azione di lobbie contrapposte, fino a che punto, per qualche ragione, i due finirebbero per fare quasi le stesse cose?

Perché un afro-americano in un quartiere povero, dovrebbe sentirsi rappresentato da uno qualsiasi dei due sfidanti, anche se uno dei due sfidanti fosse nero (come Barack Obama)?

Intermediazione partitica

Uno dei cardini della partitocrazia, è che il candidato viene scelto dall'apparato di partito, in base alla sua fedeltà ai vertici, al disporre di determinate "amicizie nei posti giusti". Il sistema partitico si configura come un sistema gerarchico organizzato dall'alto verso il basso.

In Italia, durante la prima repubblica, era notorio il "girotondo dei soliti politici" nelle più disparate poltrone, passavano dallo sport all'agricoltura, e poi agli esteri o al economia, dove crearono danni incalcolabili, producendo uno dei più grossi deficit pubblici di tutto l'occidente.

Berlusconi e l'autocrazia partitica

Alle elezioni del 2006, con la modifica della legge elettorale voluta da Silvio Berlusconi, si è andati a votare con un sistema, che il politico Calderoli, della Lega Nord, ben definisce "una porcata". Alcuni tra i difetti più eclatanti di questo sistema sono:

  • la totale perdita di contatto dell'elettore con il suo rappresentante provinciale (viene spesso eletto un personaggio ai più sconosciuto) e quindi si acuiscono le possibilità di nascondere il proprio operato;
  • l'imposizione all'elettorale di un candidato scelto dai vertici del partito (impossibilità di poter esprimere il voto di preferenza);
  • la frammentazione dell'opposizione politica;
  • l'acuirsi della distanza tra cittadino e politico.