L'Adunata dei Refrattari è stato un periodico anarchico in lingua italiana stampato a New York dal 1922 al 1971.

Testata de L'Adunata dei Refrattari

Cenni storici

L'Adunata dei Refrattari, fondato dai seguaci di Luigi Galleani dopo la soppressione di «Cronaca Sovversiva», venne pubblicato per la prima volta il 15 aprile 1922, a New York. Inizialmente uno dei più attivi nella cura del giornale fu Osvaldo Maraviglia, che divenne l'amministratore e per lunghi periodi anche redattore, correttore, curatore delle corrispondenze ecc.

A partire dal 1928 e sino al 1971, sotto la direzione Max Sartin (vero nome Raffaele Schiavina), il giornale divenne una sorta di forum internazionale che si avvaleva di numerosi collaboratori europei (Camillo Berneri, Virgilia D'Andrea e Armando Borghi, solo per fare qualche esempio tra gli italiani) e dell'America del Sud.

La rivista fu conosciuta e apprezzata anche al di fuori degli ambienti anarchici ed ebbe un grosso peso sia organizzativo sia propagandistico nel comitato pro Sacco e Vanzetti. L'Adunata si strutturò immediatamente in modo tale da permettere e favorire lo sviluppo di dibattiti interni al movimento anarchico e internazionalista, grazie alla quale per molti anni sarebbero gravitati nell'orbita del giornale personalità del calibro di Malatesta, Armando Borghi, Gigi Damiani, Michele Schirru ecc.

Il 23 aprile 1932, per festeggiare il decennale della rivista, Efisio Zonchello pubblicò un articolo di elogio della rivista:

«Chi avrebbe pensato il 17 aprile del 1922, nel lanciare il primo numero della pubblicazione, che L'Adunata avrebbe vissuto vegeta e rigogliosa per dieci anni? Non certo quell'anima dannata di Cesare Stami, che ad una opera buona di propaganda scocciava il prossimo circostante e rivoltava mezzo mondo e non dava pace a nessuno sino a che il suo proposito generoso non si traduceva in realtà. Né il buon Osvaldo, allora davvero un baby, ma tenace come lo stillicidio che perfora la roccia. E furono questi due gli iniziatori primi della pubblicazione. Veramente eglino pensavano ad un numero speciale, o ad una serie di numeri speciali, per fiancheggiare con maggior vigore e con atteggiamento prettamente anarchico l'agitazione pro Sacco e Vanzetti e allo stesso tempo allacciare di più metodica cooperazione gli anarchici che s'erano alimentati alle fonti di Cronaca Sovversiva [...]».

Il giornale, nato come quindicinale, divenne settimanale dal 10 febbraio 1923 e restò tale per quasi 40 anni; poi, dal 27 gennaio 1962 tornò quindicinale e dal 28 febbraio 1970 fu mensile.

Max Sartin, storico direttore, diresse il giornale da clandestino, prima perché perseguitato dagli squadristi e poi perché a rischio di espulsione dagli USA, nei quali era entrato per sfuggire alle persecuzioni fasciste, in quanto membro degli Arditi del Popolo ed organizzatore di numerose attività antifasciste a Parigi.

Grazie alla lungimiranza di Sartin, l'immensa biblioteca formata dai numeri de L'Adunata è stata depositata presso la Public Library di Boston e registrata sotto il nome di «Fondo L'Adunata».

I giornali "italo-americani"

Negli USA, oltre a L'Adunata dei Refrattari, nonostante mancasse un'organizzazione anarchica nazionale, nacquero moltissimi giornali in lingua italiana: «La Questione Sociale», «Germinal» e «Cronaca sovversiva» (pubblicati a Boston, Chicago, New York... ) e altri minori nelle zone minerarie o in California.

La scelta degli anarchici italo-americani di stampare giornali in lingua italiana, da una parte gli permise di diffondersi negli ambienti degli emigrati, ma dall'altra però limitò un pò la loro visibilità. Comunque, intorno a questi giornali, si costiturono gruppi, in cui non mancavano i momenti ricreativi e culturali (feste, teatro, cultura, letture e musica), che svilupperanno le loro idee libertarie direttamente sul territorio americano.

La fondazione del periodico L’Adunata dei Refrattari, avvenuta nell’apr. 1922 per iniziativa di un gruppo galleanista superstite della reazione wilsoniana, segnò l’avvio di una fase di ripresa, anche se lo sforzo. ricostruttivo restò in larga misura invalidato da una serie di violente polemiche, dilagate in quell’arco di anni all’interno del movimento. L’eccezione sollevata da più parti sul sistema di conduzione dell’Adunata e sull’attendibilità politica di alcuni membri del suo gruppo editore, comportò un vero fenomeno di secessione (Convegno nord americano di Pittsburgh, del 25-27 die. 1925), con la formazione di un’ala dissidente, le cui componenti si riconobbero più che sulla base di un’affinità programmatica, su quella di una comune critica alla prassi, giudicata « antilibertaria », dei gruppi adunatisti. L’impegno concordato da questa sorta di « fronte unico » anarchico, per sviluppare un lavoro d’intervento politico autonomo e alternativo a quello dell’Adunata, in pratica non sfociò in iniziative di un qualche rilievo. I fogli di propaganda, creati in tale prospettiva dai gruppi separatisti, durante la seconda metà degli anni venti, non seppero d’altronde presentare alcun programma chiaramente sostitutivo di quello portato avanti dall’organo galleanista, la cui impostazione ideologica, d’altro canto, non era mai stata messa in discussione. In quanto organo degli « antiorganizzatori », L’Adunata allargò anzi la sua influenza, giungendo a configurarsi — come rilevava in una circostanza, uno storico dell’anarchismo — non solo quale espressione di una parte dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti, ma altresì come « la voce di una tendenza del movimento anarchico internazionale, nel quale del resto aveva larga diffusione » 20.

Collegamenti esterni

Alcuni numeri de "L'Adunata"

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