Gruppi Anarchici Federati

Da Anarcopedia.
Versione del 26 ott 2017 alle 20:00 di K2 (discussione | contributi) (1 revision imported)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Jump to navigation Jump to search

I Gruppi anarchici federati (GAF) si costituirono nel 1969, diventando, all'epoca, una delle tre componenti organizzate, insieme a FAI e GIA.

Giuseppe Pinelli, anarchico milanese, militò nella Croce Nera Anarchica

Storia

I GAF nacquero sulle ceneri dei Gruppi giovanili anarchici federati (GGAF) e si prefiggevano di rendere più incisivo nella realtà  sociale e politica del periodo.

Si sciolsero nel 1978, per confluire nel movimento anarchico, promuovendo nel frattempo iniziative come la Croce Nera Anarchica, il Comitato “Spagna libertaria”, fondato nel 1974 in solidarietà  con gli anarchici spagnoli vittime del regime franchista, il Centro di documentazione anarchica, fondato a Torino nel 1976.

Al gruppo milanese fanno capo, a partire dal 1971, la rivista mensile «A», la redazione italiana di «Interrogations» (dal 1976 al 1979), il trimestrale «Volontà » (dal 1980 al 1996), le edizioni Antistato (dal 1975 al 1985) e, dal 1976, la gestione del Centro studi libertari.

Organizzazione

I GAF adottarono una struttura pluralistica, fondata sull'aggregazione di gruppi di affinità , liberi di agire in autonomia nel rispetto di alcuni accordi di massima raiunta coordinatamente. Nel progetto dei GAF, in primo piano vi era la necessità  di affermarsi culturalmente rispetto al marxismo e porsi come alternativa al modello capitalistico:

«...praticamente inesistente è oggi la presenza culturale libertaria a tutti i livelli, così tra gli intellettuali come nel popolo e tra le minoranze ribelli. A causa di questa assenza, sono state tradotte in chiave marxistica (cioè, paradossalmente, autoritaria) persino acquisizioni sostanzialmente anti-autoritarie, nel campo della pedagogia, dell’urbanistica, della sociologia, della psicologia, eccetera, neutralizzandone la carica rivoluzionaria. Bisogna dunque rifondare a tutti i livelli una cultura libertaria attraverso il potenziamento quantitativo e qualitativo della stampa e dell’editoria anarchica, attraverso la moltiplicazione delle iniziative culturali, ma prima ancora e continuamente attraverso uno sforzo di arricchimento ed aggiornamento dei grandi temi del pensiero anarchico, che sono poi i grandi temi della liberazione umana.» (I Gruppi anarchici federati e il movimento anarchico milanese)

Voci correlate

Collegamenti esterni