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«Il diavolo al Pontelungo» di Riccardo Bacchelli

Copertina de Il diavolo al Pontelungo di Riccardo Bacchelli.

Questo romanzo storico di Riccardo Bacchelli, pubblicato nel 1927 e rielaborato numerose volte dall'autore fino a giungere all'edizione definitiva del 1957, narra con estrema ironia del fallito tentativo da parte di Michail Bakunin e Carlo Cafiero di realizzare un'insurrezione anarchica a Bologna nel 1874.

Il libro suscitò non soltanto la riprovazione di Luigi Bakunin, un nipote di Michail che inviò sulla rivista Nosotros di Buenos Aires una lettera apologetica a favore del nonno (poi ripubblicata su Volontà del dicembre 1965), ma anche «una interessante e istruttiva polemica» - per citare Pier Carlo Masini - fra Bacchelli e Max Nettlau sulle colonne del Times Literary Supplement (si veda Bakunin cent'anni dopo. Atti del Convegno internazionale di studi bakuniniani, da pag. 58).

Bacchelli eliminò più d'un errore di fatto e di persona che Nettlau gli aveva contestato. Nettlau pubblicò anche un'ampia discussione della trama e della materia del romanzo: Bakunin, la Baronata y la insurrecion de Bolonia (1874) en un romanzo «storico» (in Suplemento Quincenal de La Protesta del 30 settembre e del 14 ottobre 1929.

Il romanzo cotituì nella narrativa ciò che L'anarchia: gli agitatori, le idee, i fatti di Ettore Zoccoli, non a caso citato dallo stesso Bacchelli, aveva costituito nella saggistica. Potremmo dunque definire Bacchelli come Luigi Fabbri definì Zoccoli: «un avversario degli anarchici, profondamente avversario per temperamento e per mentalità, per educazione intellettuale e per convinzioni politiche» (Il Pensiero, anno IV, n. 22, dicembre 1906).