Template:Libro: differenze tra le versioni

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
 
(6 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 2: Riga 2:
| style="vertical-align: top; width:100%; color=white" align="left" |
| style="vertical-align: top; width:100%; color=white" align="left" |


== '''''«In segno di sfida»''''' di Giorgio Pratolongo ==
== '''''«Il diavolo al Pontelungo»''''' di Riccardo Bacchelli ==
[[File:GP_Bonnot.jpg|miniatura|250px|left|Copertina di ''In segno di sfida'' di Giorgio Pratolongo.]]
[[File:Il_diavolo_al_Pontelungo.jpg|miniatura|250px|left|Copertina de ''Il diavolo al Pontelungo'' di Riccardo Bacchelli.]]


«La felicità che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla»: avvolte nella leggenda, le parole di [[Jules Bonnot]] hanno attraversato un secolo di storia, facendosi manifesto di ribellione e rifiuto senza compromesso di qualunque ingiustizia commessa in ogni tempo, a ogni latitudine. Perché la [[Banda Bonnot]] non fu solamente il primo gruppo di espropriatori a utilizzare l'automobile per compiere le rapine ai danni di banche e ricchi possidenti. Le azioni della Banda, infatti, avvenivano sempre di giorno, alla luce del sole, per amplificare il loro reale scopo: spaventare i detentori dell'ordine costituito e irridere i suoi custodi, affinché fosse chiaro come nulla è immutabile, tantomeno ciò che di brutto regola da sempre il mondo che viviamo. Ma chi era veramente [[Jules Bonnot]]? E cosa pensavano, come vivevano e cosa fu a spingere lui e i suoi sodali, tutti figli di operai, osti e ciabattini, a rifiutare il proprio destino sociale per passare all'azione? Le matite di Giorgio Pratolongo cercano la risposta nei bassifondi di Parigi, insieme a gente come [[Raymond Callemin|Raymond "La Science" Callemin]], [[Octave Garnier]], [[Édouard Carouy]], [[André Soudy]], [[Eugène Dieudonné]], [[René Valet]], [[Étienne Monier]]... i ''bandits tragiques'' protagonisti della grande epopea della [[Banda Bonnot]]: una vicenda la cui sorte ha senz'altro beffato i giudici e la [[polizia]], restando libera per sempre.  
Questo romanzo storico di Riccardo Bacchelli, pubblicato nel [[1927]] e rielaborato numerose volte dall'autore fino a giungere all'edizione definitiva del [[1957]], narra con estrema ironia del fallito tentativo da parte di [[Michail Bakunin]] e [[Carlo Cafiero]] di realizzare un'[[Insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)|insurrezione anarchica a Bologna nel 1874]].
 
Il libro suscitò non soltanto la riprovazione di Luigi Bakunin, un nipote di Michail che inviò alla rivista ''Nosotros'' di Buenos Aires una lettera in difesa del nonno (poi [https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/VOL/VOL18-1200/?#54 ripubblicata] su ''[[Volontà]]'' del dicembre [[1965]]), ma anche «una interessante e istruttiva polemica» - per citare [[Pier Carlo Masini]] - fra Bacchelli e [[Max Nettlau]] sulle colonne del ''Times Literary Supplement'' (si veda ''[https://centrostudilibertari.it/it/bakunin-centanni-dopo-old Bakunin cent'anni dopo. Atti del Convegno internazionale di studi bakuniniani]'', da pag. 58).
 
Bacchelli eliminò più d'un errore di fatto e di persona che [[Max Nettlau|Nettlau]] gli aveva contestato. [[Max Nettlau|Nettlau]] pubblicò anche un'ampia discussione della trama e della materia del romanzo: ''Bakunin, la Baronata y la insurrecion de Bolonia (1874) en un romanzo «storico»'' (in ''Suplemento Quincenal'' de ''La Protesta'' del [https://americalee.cedinci.org/wp-content/uploads/2016/12/LP1929_SuplQuin_313.pdf 30 settembre] e del [https://americalee.cedinci.org/wp-content/uploads/2016/12/LP1929_SuplQuin_314.pdf 14 ottobre] [[1929]].
 
Il romanzo cotituì nella narrativa ciò che ''L'anarchia: gli agitatori, le idee, i fatti'' di Ettore Zoccoli, non a caso citato dallo stesso Bacchelli, aveva costituito nella saggistica.
Potremmo dunque definire Bacchelli come [[Luigi Fabbri]] definì Zoccoli: [https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/PEN/04/2200/?#4 «un avversario degli anarchici, profondamente avversario per temperamento e per mentalità, per educazione intellettuale e per convinzioni politiche»] (''[[Il Pensiero]]'', anno IV, n. 22, dicembre [[1906]]).
|}
|}

Versione attuale delle 20:27, 28 giu 2025

«Il diavolo al Pontelungo» di Riccardo Bacchelli

Copertina de Il diavolo al Pontelungo di Riccardo Bacchelli.

Questo romanzo storico di Riccardo Bacchelli, pubblicato nel 1927 e rielaborato numerose volte dall'autore fino a giungere all'edizione definitiva del 1957, narra con estrema ironia del fallito tentativo da parte di Michail Bakunin e Carlo Cafiero di realizzare un'insurrezione anarchica a Bologna nel 1874.

Il libro suscitò non soltanto la riprovazione di Luigi Bakunin, un nipote di Michail che inviò alla rivista Nosotros di Buenos Aires una lettera in difesa del nonno (poi ripubblicata su Volontà del dicembre 1965), ma anche «una interessante e istruttiva polemica» - per citare Pier Carlo Masini - fra Bacchelli e Max Nettlau sulle colonne del Times Literary Supplement (si veda Bakunin cent'anni dopo. Atti del Convegno internazionale di studi bakuniniani, da pag. 58).

Bacchelli eliminò più d'un errore di fatto e di persona che Nettlau gli aveva contestato. Nettlau pubblicò anche un'ampia discussione della trama e della materia del romanzo: Bakunin, la Baronata y la insurrecion de Bolonia (1874) en un romanzo «storico» (in Suplemento Quincenal de La Protesta del 30 settembre e del 14 ottobre 1929.

Il romanzo cotituì nella narrativa ciò che L'anarchia: gli agitatori, le idee, i fatti di Ettore Zoccoli, non a caso citato dallo stesso Bacchelli, aveva costituito nella saggistica. Potremmo dunque definire Bacchelli come Luigi Fabbri definì Zoccoli: «un avversario degli anarchici, profondamente avversario per temperamento e per mentalità, per educazione intellettuale e per convinzioni politiche» (Il Pensiero, anno IV, n. 22, dicembre 1906).