Template:Libro: differenze tra le versioni

Nessun oggetto della modifica
Etichetta: Annullato
Nessun oggetto della modifica
 
(51 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate)
Riga 2: Riga 2:
| style="vertical-align: top; width:100%; color=white" align="left" |
| style="vertical-align: top; width:100%; color=white" align="left" |


== '''Accadde oggi''' ==
== '''''«In segno di sfida»''''' di Giorgio Pratolongo ==
[[File:SV1.jpg|thumb|400px|left|[[Sacco e Vanzetti]]]]
[[File:GP_Bonnot.jpg|miniatura|250px|left|Copertina di ''In segno di sfida'' di Giorgio Pratolongo.]]


=== L'esecuzione di [[Sacco e Vanzetti]], anarchici innocenti ===
«La felicità che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla»: avvolte nella leggenda, le parole di [[Jules Bonnot]] hanno attraversato un secolo di storia, facendosi manifesto di ribellione e rifiuto senza compromesso di qualunque ingiustizia commessa in ogni tempo, a ogni latitudine. Perché la [[Banda Bonnot]] non fu solamente il primo gruppo di espropriatori a utilizzare l'automobile per compiere le rapine ai danni di banche e ricchi possidenti. Le azioni della Banda, infatti, avvenivano sempre di giorno, alla luce del sole, per amplificare il loro reale scopo: spaventare i detentori dell'ordine costituito e irridere i suoi custodi, affinché fosse chiaro come nulla è immutabile, tantomeno ciò che di brutto regola da sempre il mondo che viviamo. Ma chi era veramente [[Jules Bonnot]]? E cosa pensavano, come vivevano e cosa fu a spingere lui e i suoi sodali, tutti figli di operai, osti e ciabattini, a rifiutare il proprio destino sociale per passare all'azione? Le matite di Giorgio Pratolongo cercano la risposta nei bassifondi di Parigi, insieme a gente come [[Raymond Callemin|Raymond "La Science" Callemin]], [[Octave Garnier]], [[Édouard Carouy]], [[André Soudy]], [[Eugène Dieudonné]], [[René Valet]], [[Étienne Monier]]... i ''bandits tragiques'' protagonisti della grande epopea della [[Banda Bonnot]]: una vicenda la cui sorte ha senz'altro beffato i giudici e la [[polizia]], restando libera per sempre.  
Il [[23 agosto]] [[1927]] gli anarchici [[Nicola Sacco]] (a destra) e [[Bartolomeo Vanzetti]] venivano '''giustiziati innocenti''' sulla sedia elettrica del penitenziario di Charlestown (Stati Uniti).  
 
La loro colpa fu di essere sindacalisti, anarchici e immigrati.  
 
[[Sacco e Vanzetti]] vennero considerati due "agnelli sacrificali" utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del governo USA.
 
Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese ed erano inoltre note le loro idee politiche radicali.
 
Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due «anarchici bastardi».
 
=== La riabilitazione postuma ===
Dopo la morte dei due anarchici, il Comitato di Difesa che si era costituito il [[9 maggio]] [[1920]], immediatamente dopo l'arresto, continuò nella sua opera, questa volta in difesa della memoria di [[Sacco e Vanzetti]]: Elizabeth Glendower Evans, Mary Donovan, e Elizabeth Gurley Flynn furono alcune delle figure più importanti nella creazione del ''Sacco e Vanzetti Memorial''.
 
Il [[23 agosto]] [[1977]], esattamente 50 anni dopo, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis emanò un proclama che assolveva i due uomini dal crimine, dicendo:
:«Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti».
|}
|}

Versione attuale delle 11:09, 17 feb 2025

«In segno di sfida» di Giorgio Pratolongo

Copertina di In segno di sfida di Giorgio Pratolongo.

«La felicità che mi era sempre stata negata, avevo il diritto di viverla»: avvolte nella leggenda, le parole di Jules Bonnot hanno attraversato un secolo di storia, facendosi manifesto di ribellione e rifiuto senza compromesso di qualunque ingiustizia commessa in ogni tempo, a ogni latitudine. Perché la Banda Bonnot non fu solamente il primo gruppo di espropriatori a utilizzare l'automobile per compiere le rapine ai danni di banche e ricchi possidenti. Le azioni della Banda, infatti, avvenivano sempre di giorno, alla luce del sole, per amplificare il loro reale scopo: spaventare i detentori dell'ordine costituito e irridere i suoi custodi, affinché fosse chiaro come nulla è immutabile, tantomeno ciò che di brutto regola da sempre il mondo che viviamo. Ma chi era veramente Jules Bonnot? E cosa pensavano, come vivevano e cosa fu a spingere lui e i suoi sodali, tutti figli di operai, osti e ciabattini, a rifiutare il proprio destino sociale per passare all'azione? Le matite di Giorgio Pratolongo cercano la risposta nei bassifondi di Parigi, insieme a gente come Raymond "La Science" Callemin, Octave Garnier, Édouard Carouy, André Soudy, Eugène Dieudonné, René Valet, Étienne Monier... i bandits tragiques protagonisti della grande epopea della Banda Bonnot: una vicenda la cui sorte ha senz'altro beffato i giudici e la polizia, restando libera per sempre.