Ricardo Mella: differenze tra le versioni
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=== Il ritorno in Galizia === | === Il ritorno in Galizia === | ||
Nel [[1895]] Mella torna a Vigo. Rimane lì per un breve periodo per poi trasferirsi nel [[1897]] a Pontevedra per lavorare alla costruzione di una ferrovia. Qui è in stretto contatto con i redattori de ''La Unión Republicana'' e scrive per ''El Progresso'' a Madrid e ''El Corsario'' a La Coruña. Denuncia l'esecuzione di anarchici nel Montjuic e inizia il suo compito di diffondere l'anarchismo tra i contadini galiziani. Allo stesso tempo collabora con i periodici ''[[La Revista Blanca]]'', ''[[La Anarquía]]'' e ''[[La Idea Libre]]'' a Madrid, ''[[El Despertar]]'' a New York, le riviste ''[[Ciencia Social]]'' a Barcellona e Buenos Aires, ''[[La Questione Sociale]]'' a Buenos Aires e ''[[L'Humanite Nouvelle]]'' a Parigi. Nel [[1896]] pubblica il libro «Lombroso y los anarquistas» (Barcellona, [[1896]]), in cui critica alcune delle teorie di Lombroso. Più o meno nello stesso periodo pubblica «Los sucesos de Jerez» (Barcellona, [[1893]]), «La barbarie gubernamental en España» (Brooklyn, [[1897]]), «La ley del número» (Vigo, [[1899]]), «La cooperación libre y los sistemas de comunidad», «Del amor, modo de acción y finalidad social» (Barcelona, [[1900]]), «Táctica socialista» (Madrid, [[1900]]) e «La coacción moral» ([[1901]]). | Nel [[1895]] Mella torna a Vigo. Rimane lì per un breve periodo per poi trasferirsi nel [[1897]] a Pontevedra per lavorare alla costruzione di una ferrovia. Qui è in stretto contatto con i redattori de ''La Unión Republicana'' e scrive per ''El Progresso'' a Madrid e ''El Corsario'' a La Coruña. Denuncia l'esecuzione di anarchici nel Montjuic e inizia il suo compito di diffondere l'anarchismo tra i contadini galiziani. Allo stesso tempo collabora con i periodici ''[[La Revista Blanca]]'', ''[[La Anarquía]]'' e ''[[La Idea Libre]]'' a Madrid, ''[[El Despertar]]'' a New York, le riviste ''[[Ciencia Social]]'' a Barcellona e Buenos Aires, ''[[La Questione Sociale (mensile di Buenos Aires)|La Questione Sociale]]'' a Buenos Aires e ''[[L'Humanite Nouvelle]]'' a Parigi. Nel [[1896]] pubblica il libro «Lombroso y los anarquistas» (Barcellona, [[1896]]), in cui critica alcune delle teorie di Lombroso. Più o meno nello stesso periodo pubblica «Los sucesos de Jerez» (Barcellona, [[1893]]), «La barbarie gubernamental en España» (Brooklyn, [[1897]]), «La ley del número» (Vigo, [[1899]]), «La cooperación libre y los sistemas de comunidad», «Del amor, modo de acción y finalidad social» (Barcelona, [[1900]]), «Táctica socialista» (Madrid, [[1900]]) e «La coacción moral» ([[1901]]). | ||
== Il pensiero <ref>Fonte principale: Massimo La Torre, ''Nostra legge è la libertà - Anarchismo dei moderni'', DeriveApprodi, Roma, 2017, pp. 140-142</ref>== | == Il pensiero <ref>Fonte principale: Massimo La Torre, ''Nostra legge è la libertà - Anarchismo dei moderni'', DeriveApprodi, Roma, 2017, pp. 140-142</ref>== | ||
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Secondo Mella la società non è una grandezza indipendente dalla singole azioni umane; è a queste che bisogna fare riferimento per intendere gli eventi sociali. La società è così vista non come un organismo armonico, ma come il risultato multiforme delle diverse azioni umane. Ciò però non implica in Mella una visione individualistica e contrattualistica della società. Questa, se pure è dipendente dalle azioni umane, non è la mera somma di queste, ne è piuttosto una risultante non riducibile all'addizione delle singole forze in gioco: | Secondo Mella la società non è una grandezza indipendente dalla singole azioni umane; è a queste che bisogna fare riferimento per intendere gli eventi sociali. La società è così vista non come un organismo armonico, ma come il risultato multiforme delle diverse azioni umane. Ciò però non implica in Mella una visione individualistica e contrattualistica della società. Questa, se pure è dipendente dalle azioni umane, non è la mera somma di queste, ne è piuttosto una risultante non riducibile all'addizione delle singole forze in gioco: | ||
:«La società quindi - scrive Mella - sarà una risultante ideale come espressione variabile delle azioni e reazioni dei suoi componenti; giammai la somma assoluta degli stessi e ancora meno la somma del tutto identica alla loro aggregazione positiva. Che si deduce da ciò? Che la società non può essere considerata un aggregato, e ancora meno un tutto organico permanente, permanentemente uguale a | :«La società quindi - scrive Mella - sarà una risultante ideale come espressione variabile delle azioni e reazioni dei suoi componenti; giammai la somma assoluta degli stessi e ancora meno la somma del tutto identica alla loro aggregazione positiva. Che si deduce da ciò? Che la società non può essere considerata un aggregato, e ancora meno un tutto organico permanente, permanentemente uguale a sé stesso nel senso proprio degli esseri viventi, completamente organizzato, individualizzato, armonicamente uno, identico a sé stesso in quanto relazione fatale dei suoi elementi». <ref name="moral"></ref> | ||
Così Mella rifiuta l'evoluzionismo spenceriano (e di riflesso anche quello [[kropotkiano]]), non lesinando appunti critici alla stessa filosofia positivistica. L'evoluzione sociale, come movimento necessitato («che è»), non è in grado - a suo avviso - di condurci a «ciò che dovrebbe essere»; essa è anzi, dominata com'è da costumi e abitudini già date, fortemente conservatrice e nemica d'ogni innovazione morale e politica. | Così Mella rifiuta l'evoluzionismo spenceriano (e di riflesso anche quello [[kropotkiano]]), non lesinando appunti critici alla stessa filosofia positivistica. L'evoluzione sociale, come movimento necessitato («che è»), non è in grado - a suo avviso - di condurci a «ciò che dovrebbe essere»; essa è anzi, dominata com'è da costumi e abitudini già date, fortemente conservatrice e nemica d'ogni innovazione morale e politica. | ||