Capitalismo di Stato: differenze tra le versioni
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'''Capitalismo di Stato''' indica il sistema economico-finanziario in tutte le nazioni sotto [[dittatura]] [[comunista]] di matrice marxista; ugualmente il termine è appropriato per le nazioni sotto dittatura [[fascista]] e per quelle cosiddette [[democrazia|democratiche]]. L'espressione significa che tutti i mezzi di produzione e i profitti da questi prodotti sono di esclusiva e totale | '''Capitalismo di Stato''' indica il sistema economico-finanziario in tutte le nazioni sotto [[dittatura]] [[comunista]] di matrice marxista; ugualmente il termine è appropriato per le nazioni sotto dittatura [[fascista]] e per quelle cosiddette [[democrazia|democratiche]]. L'espressione significa che tutti i mezzi di produzione e i profitti da questi prodotti sono di esclusiva e totale proprietà dello Stato, il quale controlla anche le grosse aziende e favorisce lo sviluppo della piccola o medio borghesia. | ||
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:«... alla fine dell'800 lo Stato italiano ha finanziato la nascita dei settori industriali e delle infrastrutture fondamentali (energia elettrica, siderurgia, ferrovie, ecc.), poi ne ha attuato la privatizzazione, spesso a vantaggio di compagnie con partecipazione straniera; successivamente si sono rese necessarie le nazionalizzazioni per salvare le infrastrutture dal decadimento, e i privati hanno intascato i proventi del risarcimento statale. Una volta che le infrastrutture siano state risanate e rimodernate, si ripropone l'urgenza di privatizzare di nuovo, ovviamente senza che i privati ci rimettano un soldo, perché | :«... alla fine dell'800 lo Stato italiano ha finanziato la nascita dei settori industriali e delle infrastrutture fondamentali (energia elettrica, siderurgia, ferrovie, ecc.), poi ne ha attuato la privatizzazione, spesso a vantaggio di compagnie con partecipazione straniera; successivamente si sono rese necessarie le nazionalizzazioni per salvare le infrastrutture dal decadimento, e i privati hanno intascato i proventi del risarcimento statale. Una volta che le infrastrutture siano state risanate e rimodernate, si ripropone l'urgenza di privatizzare di nuovo, ovviamente senza che i privati ci rimettano un soldo, perché sarà sempre la spesa pubblica a pagare le privatizzazioni. Paradossalmente, le tasse e la spesa pubblica vanno a vantaggio proprio di quel settore della società che esprime il maggior numero di evasori fiscali. La propaganda ufficiale alimenta la menzogna secondo cui le tasse e la spesa pubblica servono a sostenere la spesa sociale, i pubblici servizi; mentre, in effetti, solo una minima parte della spesa pubblica diventa spesa sociale, e il pubblico denaro viene impiegato soprattutto per sostenere l'artificio della proprietà privata dei grandi mezzi di produzione e delle banche.» (''[http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=304 Prove tecniche di privatizzazione]'') | ||
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Capitalismo di Stato indica il sistema economico-finanziario in tutte le nazioni sotto dittatura comunista di matrice marxista; ugualmente il termine è appropriato per le nazioni sotto dittatura fascista e per quelle cosiddette democratiche. L'espressione significa che tutti i mezzi di produzione e i profitti da questi prodotti sono di esclusiva e totale proprietà dello Stato, il quale controlla anche le grosse aziende e favorisce lo sviluppo della piccola o medio borghesia.
Capitalismo privato e capitalismo di Stato
Alcuni economisti alimentano una fantomatica divisione del capitalismo in capitalismo privato e capitalismo di Stato; questi però volutamente non tengono conto che è proprio lo Stato a pagare le privatizzazioni, attraverso l'utilizzo della spesa pubblica, che ha la funzione principale di sostenerle:
- «... alla fine dell'800 lo Stato italiano ha finanziato la nascita dei settori industriali e delle infrastrutture fondamentali (energia elettrica, siderurgia, ferrovie, ecc.), poi ne ha attuato la privatizzazione, spesso a vantaggio di compagnie con partecipazione straniera; successivamente si sono rese necessarie le nazionalizzazioni per salvare le infrastrutture dal decadimento, e i privati hanno intascato i proventi del risarcimento statale. Una volta che le infrastrutture siano state risanate e rimodernate, si ripropone l'urgenza di privatizzare di nuovo, ovviamente senza che i privati ci rimettano un soldo, perché sarà sempre la spesa pubblica a pagare le privatizzazioni. Paradossalmente, le tasse e la spesa pubblica vanno a vantaggio proprio di quel settore della società che esprime il maggior numero di evasori fiscali. La propaganda ufficiale alimenta la menzogna secondo cui le tasse e la spesa pubblica servono a sostenere la spesa sociale, i pubblici servizi; mentre, in effetti, solo una minima parte della spesa pubblica diventa spesa sociale, e il pubblico denaro viene impiegato soprattutto per sostenere l'artificio della proprietà privata dei grandi mezzi di produzione e delle banche.» (Prove tecniche di privatizzazione)