Cronologia delle rivolte e dei morti dalla caduta del fascismo ai giorni nostri: differenze tra le versioni

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==1975==
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*[[17 aprile]]  
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In molte città, si svolgono manifestazioni di protesta per l'uccisione di Claudio Varalli da parte del [[Fascismo|fascista]] Braggion. A Milano, la manifestazione è [[repressione|repressa]] dalla polizia con ampio uso di armi da fuoco. Un manifestante, l'insegnante Giannino Zibecchi di 27 anni, è ucciso da un camion dei carabinieri guidato dal milite Sergio Chiairieri, salito sul marciapiede per caricare i partecipanti. I tre militi inquisiti per l'uccisione saranno definitivamente scagionati nel novembre [[1980]].
In molte città si svolgono manifestazioni di protesta per l'uccisione di Claudio Varalli da parte del [[Fascismo|fascista]] Braggion. A Milano la manifestazione è [[repressione|repressa]] dalla [[polizia]] con ampio uso di armi da fuoco. Un manifestante, l'insegnante Giannino Zibecchi di 27 anni, è ucciso da un camion dei carabinieri guidato dal milite Sergio Chiairieri, salito sul marciapiede per caricare i partecipanti. I tre militi inquisiti per l'uccisione saranno definitivamente scagionati nel novembre [[1980]].


*[[18 aprile]]  
*[[18 aprile]]  
A Firenze, una [[antifascismo|manifestazione antifascista]] organizzata dall'Anpi è attaccata dalla polizia con l'uso di armi da fuoco. Un agente di Ps, Orazio Basile, uccide Rodolfo Boschi e ferisce Alfredo Panichi. Al processo che ne seguirà, l'agente sarà condannato a 8 mesi con la condizionale per ‘eccesso colposo di legittima difesa'; 10 anni di reclusione sono inflitti invece a Francesco Panichi, imputato di reati minori.
A Firenze una [[antifascismo|manifestazione antifascista]] organizzata dall'ANPI è attaccata dalla [[polizia]] con l'uso di armi da fuoco. Un agente di pubblica sicurezza, Orazio Basile, uccide Rodolfo Boschi e ferisce Alfredo Panichi. Al processo che ne seguirà l'agente sarà condannato a 8 mesi con la condizionale per «eccesso colposo di legittima difesa»; 10 anni di reclusione saranno inflitti invece a Francesco Panichi, imputato di reati minori.


*[[16 maggio]]  
*[[16 maggio]]  
A Napoli, la polizia carica i disoccupati che hanno occupato la sala consiliare del Comune, provocando 34 feriti e travolgendo con un automezzo Gennaro Costantino, determinandone la morte. Numerosi sono gli arrestati fra i dimostranti, che si sono difesi con sassaiole, impegnando la polizia in scontri.
A Napoli la [[polizia]] carica i disoccupati che hanno occupato la sala consiliare del comune, provocando 34 feriti e travolgendo con un automezzo Gennaro Costantino, determinandone la morte. Numerosi sono gli arrestati fra i dimostranti, che si sono difesi con sassaiole, impegnando la [[polizia]] in scontri.


*[[7 luglio]]  
*[[7 luglio]]  
A Roma, il vicebrigadiere di Ps Antonio Tuzzolino, recatosi con altri nell'appartamento di Anna Maria Mantini, sospettata di appartenere ai Nap, la uccide con un colpo di pistola in fronte, senza alcuna motivazione logica essendo la ragazza disarmata. La comunicazione giudiziaria a suo carico il giorno successivo, non avrà alcun seguito rivestendo un carattere meramente formale. Lo stesso giorno nella capitale, un agente di Ps uccide Rosaria Palladino di 25 anni, perché aveva sospettato che tenesse nella borsetta una pistola.
A Roma il vicebrigadiere di pubblica sicurezza Antonio Tuzzolino, recatosi con altri nell'appartamento di Anna Maria Mantini, sospettata di appartenere ai NAP, la uccide con un colpo di pistola in fronte senza alcuna motivazione logica, essendo la ragazza disarmata. La comunicazione giudiziaria a suo carico non avrà alcun seguito, rivestendo un carattere meramente formale. Lo stesso giorno nella capitale un agente di pubblica sicurezza uccide Rosaria Palladino di 25 anni, perché sospetta che tenga nella borsetta una pistola.


*[[16 luglio]]  
*[[16 luglio]]  
Il quotidiano comunista "L'Unità " riporta uno stralcio dell'ordinanza istruttoria sulla morte di Saverio Saltarelli, che vede come indiziati di reato il capitano dei carabinieri Antonio Chirivì e il capitano di Pubblica sicurezza Alberto Antonietti. Il magistrato ammette che da parte degli organi giudiziari e di polizia evidente che fu posto in essere un ostruzionismo sottile, bizantino, fondato su manipolazioni procedurali, che ha avuto quale unico effetto quello di allontanare nel tempo l'accertamento della verità ".
Il quotidiano [[comunista]] ''L'Unità'' riporta uno stralcio dell'ordinanza istruttoria sulla morte di Saverio Saltarelli, che vede come indiziati di reato il capitano dei carabinieri Antonio Chirivì e il capitano di pubblica sicurezza Alberto Antonietti. Il magistrato ammette che da parte degli organi giudiziari e di [[polizia]] «è evidente che fu posto in essere un ostruzionismo sottile, bizantino, fondato su manipolazioni procedurali, che ha avuto quale unico effetto quello di allontanare nel tempo l'accertamento della verità».


*[[22 novembre]]  
*[[22 novembre]]  
A Roma, nel corso di una manifestazione a favore della liberazione dell'Angola dal dominio portoghese, i carabinieri aprono il fuoco uccidendo il diciottenne Pietro Bruno e ferendo gravemente altri 3 militanti di sinistra. Per l'uccisione di Bruno saranno inquisiti il sottotenente dei carabinieri Saverio Bosio, il carabiniere Pietro Colantuono e l'agente di Ps Romano Tammaro. Il giudice istruttore Pasquale Lacanna nella sua ordinanza di proscioglimento scriverà: "''se per la difesa dei superiori interessi dello Stato, congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionata alla offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore degli anni ma non si possono ignorare fondamentali principi di diritto. La colpa della perdita di una vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini''".
A Roma, nel corso di una manifestazione a favore della liberazione dell'Angola dal dominio portoghese, i carabinieri aprono il fuoco uccidendo il diciottenne Pietro Bruno e ferendo gravemente altri tre militanti di sinistra. Per l'uccisione di Bruno saranno inquisiti il sottotenente dei carabinieri Saverio Bosio, il carabiniere Pietro Colantuono e l'agente di pubblica sicurezza Romano Tammaro. Il giudice istruttore Pasquale Lacanna, nella sua ordinanza di proscioglimento, scriverà: «Se per la difesa dei superiori interessi dello [[Stato]], congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionata alla offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore degli anni ma non si possono ignorare fondamentali principi di diritto. La colpa della perdita di una vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini».


==1976==
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