Cronologia delle rivolte e dei morti dalla caduta del fascismo ai giorni nostri: differenze tra le versioni

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Nel marzo del [[1960]] il democristiano Fernando Tambroni riceve l'incarico di formare il governo, viste le dimissioi di Antonio Segni. Nella DC Tambroni è considerato elemento di "sinistra", tuttavia la fiducia al suo governo è votata in parlamento dai [[neofascismo|neofascisti]] del MSI, voti che risultano fondamentali per la tenuta del governo. Tambroni, travolto dalle polemiche e dalle accuse di filo-fascismo, deve però dimettersi. Dopo una serie di tentativi, il governo Tambroni ottiene nuovamente la fiducia grazie all'appoggio esterno del MSI, scatenando una reazione [[antifascismo|antifascista]] in tutta [[Italia]] contro lo sdoganamento dei [[fascisti]] che intende proporre Tambroni.
Nel marzo del [[1960]] il democristiano Fernando Tambroni riceve l'incarico di formare il governo, viste le dimissioi di Antonio Segni. Nella DC Tambroni è considerato elemento di "sinistra", tuttavia la fiducia al suo governo è votata in parlamento dai [[neofascismo|neofascisti]] del MSI, voti che risultano fondamentali per la tenuta del governo. Tambroni, travolto dalle polemiche e dalle accuse di filo-fascismo, deve però dimettersi. Dopo una serie di tentativi, il governo Tambroni ottiene nuovamente la fiducia grazie all'appoggio esterno del MSI, scatenando una reazione [[antifascismo|antifascista]] in tutta [[Italia]] contro lo sdoganamento dei [[fascisti]] che intende proporre Tambroni.


Addirittura, provocatoriamente, i [[neofascisti]] del MSI decidono di fare il loro 5° congresso a Genova, città medaglia d'oro della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] e da cui partì l'insurrezione del [[25 aprile]], invitando a partecipare al congresso anche il famigerato Carlo Emanuele Basile <ref>In un decreto Basile scriveva: «Agli operai un ultimo avviso [...] Vi avverto che qualora crediate che uno [[sciopero]] bianco possa essere preso dall'[[autorità|Autorità]] come qualcosa di perdonabile, vi sbagliate, questa volta. Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutte e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente [...] inviato, non in [[Germania]], dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata, ma nei campi di concentramento dell'estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria» ([http://web.tiscalinet.it/ilribelle/comunicati.htm decreto del prefetto])</ref>, prefetto repubblichino della città <ref>Nicola Tranfaglia, ''L'Italia repubblicana'', in ''La storia'', Mondadori, p. 307</ref>, tristemente noto per i suoi "editti", che causarono la deportazione di almeno 2.000 operai rei di "[[sciopero]] bianco" <ref>[https://ifg.uniurb.it/static/lavori-fine-corso-2004/difrancescantonio/prigionia.html ''Così li facevo ridere nel lager''], tesimonianza di Mario Magonio</ref>.  
Addirittura, provocatoriamente, i [[neofascisti]] del MSI decidono di fare il loro 5° congresso a Genova, città medaglia d'oro della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] e da cui partì l'insurrezione del [[25 aprile]], invitando a partecipare al congresso anche il famigerato Carlo Emanuele Basile <ref>In un decreto Basile scriveva: «Agli operai un ultimo avviso [...] Vi avverto che qualora crediate che uno [[sciopero]] bianco possa essere preso dall'[[autorità|Autorità]] come qualcosa di perdonabile, vi sbagliate, questa volta. Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutte e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente [...] inviato, non in [[Germania]], dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata, ma nei campi di concentramento dell'estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria» ([http://web.tiscalinet.it/ilribelle/comunicati.htm decreto del prefetto]).</ref>, prefetto repubblichino della città <ref>Nicola Tranfaglia, ''L'Italia repubblicana'', in ''La storia'', Mondadori, p. 307</ref>, tristemente noto per i suoi "editti", che causarono la deportazione di almeno 2.000 operai rei di "[[sciopero]] bianco" <ref>[https://ifg.uniurb.it/static/lavori-fine-corso-2004/difrancescantonio/prigionia.html ''Così li facevo ridere nel lager''], tesimonianza di Mario Magonio</ref>.  


Il [[6 giugno]] i rappresentanti locali dei partiti della sinistra e gli [[antifascismo|antifascisti]] fanno stampare un manifesto dove esprimevano «il disprezzo del popolo genovese nei confronti degli eredi del fascismo» <ref>Indro Montanelli, ''L'Italia dei due Giovanni'', Rizzoli Editore, Milano, 1989, p. 130</ref>. Il [[25 giugno]], durante un corteo di protesta, iniziano gli scontri con i [[poliziotti]]; il [[28 giugno]] il futuro presidente della repubblica, Sandro Pertini, affermando la sua opposizione al congresso, disse: «Le [[autorità]] romane sono particolarmente interessate e impegnate a trovare coloro che esse ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazioni di [[antifascismo]]. Ma non fa bisogno che quelle [[autorità]] si affannino molto, ve lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori: eccoli qui, eccoli accanto alla nostra bandiera, sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della Casa dello Studente, che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori» <ref>[https://archive.ph/SLY8 Discorso di Sandro Pertini a Genova, piazza della Vittoria, prima dei gravi fatti del 30 giugno]</ref>.
Il [[6 giugno]] i rappresentanti locali dei partiti della sinistra e gli [[antifascismo|antifascisti]] fanno stampare un manifesto dove esprimevano «il disprezzo del popolo genovese nei confronti degli eredi del fascismo» <ref>Indro Montanelli, ''L'Italia dei due Giovanni'', Rizzoli Editore, Milano, 1989, p. 130</ref>. Il [[25 giugno]], durante un corteo di protesta, iniziano gli scontri con i [[poliziotti]]; il [[28 giugno]] il futuro presidente della repubblica, Sandro Pertini, affermando la sua opposizione al congresso, disse: «Le [[autorità]] romane sono particolarmente interessate e impegnate a trovare coloro che esse ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazioni di [[antifascismo]]. Ma non fa bisogno che quelle [[autorità]] si affannino molto, ve lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori: eccoli qui, eccoli accanto alla nostra bandiera, sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della Casa dello Studente, che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori» <ref>[https://archive.ph/SLY8 Discorso di Sandro Pertini a Genova, piazza della Vittoria, prima dei gravi fatti del 30 giugno]</ref>.
Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. È ancora Sandro Pertini che scrive nella presentazione del libro ''A Genova non si passa'', di Francesco Gandolfi (Edizioni Avanti!, [[1960]]): «È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico».
Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. È ancora Sandro Pertini che scrive nella presentazione del libro ''A Genova non si passa'', di Francesco Gandolfi (Edizioni Avanti!, [[1960]]): «È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico».


Nelle foto della manifestazione si vedono sia politici che comandanti partigiani sfilare preceduti dai gonfaloni della città <ref>[https://www.bisceglia.eu/wp-content/uploads/2020/06/30giugno_03.jpg Foto della manifestazione] (Genova, piazza De Ferrari, sfilano i comandanti partigiani e i leader politici, al centro son posizionati Luigi Longo e Ferruccio Parri)</ref>. Gli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] vengono sconfitti in piazza De Ferrari e costretti alla fuga dalla enorme folla dei manifestanti, guidata da un gruppo di 5.000 fra operai metalmeccanici e portuali, che funge da "ariete", arrivando a disruggere i nidi di mitragliatrici ubicati dai [[poliziotti]] presso il cinema Augustus di via XX settembre. La [[polizia]] ed i carabinieri debbono lasciare la città in mano agli insorti, che prendono anche la prefettura, portandandosi dietro moltissimi feriti non da arma da fuoco ma da "arma" da lavoro.
Nelle foto della manifestazione si vedono sia politici che comandanti partigiani sfilare preceduti dai gonfaloni della città <ref>[https://www.bisceglia.eu/wp-content/uploads/2020/06/30giugno_03.jpg Foto della manifestazione] (Genova, piazza De Ferrari, sfilano i comandanti partigiani e i leader politici, al centro son posizionati Luigi Longo e Ferruccio Parri).</ref>. Gli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] vengono sconfitti in piazza De Ferrari e costretti alla fuga dalla enorme folla dei manifestanti, guidata da un gruppo di 5.000 fra operai metalmeccanici e portuali, che funge da "ariete", arrivando a disruggere i nidi di mitragliatrici ubicati dai [[poliziotti]] presso il cinema Augustus di via XX settembre. La [[polizia]] ed i carabinieri debbono lasciare la città in mano agli insorti, che prendono anche la prefettura, portandandosi dietro moltissimi feriti non da arma da fuoco ma da "arma" da lavoro.


==1961==
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