Bruno Vespa: differenze tra le versioni

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== Procedimenti giudiziari ==
== Procedimenti giudiziari ==
Vespa nel corso della sua carriera giornalistica è stato più volte querelato o citato in giudizio per quanto da lui scritto o dichiarato. Di seguito sono descritti alcuni dei procedimenti che lo hanno coinvolto:
Vespa nel corso della sua carriera giornalistica è stato più volte querelato o citato in giudizio per quanto da lui scritto o dichiarato. Di seguito sono descritti alcuni dei procedimenti che lo hanno coinvolto:
* nel gennaio [[2007]] è stato condannato in primo grado dal tribunale di [[Roma]] per [[diffamazione]] al pagamento di 82.000 euro a [[Roberto Zaccaria]], a titolo di risarcimento danni in seguito alle affermazioni contenute nel libro ''[[Rai, la grande guerra]]'' pubblicato nel [[2002]]. <ref>[http://archive.is/T72s Articolo] del ''Corriere della Sera'', 12 gennaio 2007</ref> Vespa aveva scritto che nell'autunno del [[2000]], Zaccaria, allora presidente del consiglio di amministrazione della RAI, avrebbe incontrato in casa propria, a cena, [[Pierluigi Celli]], [[Stefano Balassone]], [[Vittorio Emiliani]] in qualità di consiglieri RAI e [[Walter Veltroni]], [[Vincenzo Vita]] e [[Giuseppe Giulietti (politico)|Giuseppe Giulietti]] in qualità di responsabili [[Democratici di Sinistra|DS]] per l'informazione, con l'intento di mettere in atto una strategia sotterranea del servizio pubblico televisivo contro Silvio Berlusconi, strategia culminata poi con la puntata di ''[[Satyricon (programma televisivo)|Satyricon]]'' del 14 marzo del [[2001]], contenente un'[[Intervista a Marco Travaglio a Satyricon|intervista a Marco Travaglio]] sulle origini della ricchezza di Berlusconi. Nel libro Vespa menziona anche un testimone, un vicino di casa di Zaccaria, che avrebbe sentito il tutto. Gli avvocati di Zaccaria chiesero di sentire il vicino, avvocato Giovanni Ferreri, il quale smentì. Altrettanto fecero i presunti commensali. <ref>Marco Travaglio, Nuova introduzione a ''L'odore dei soldi'' (nuova edizione), Editori Riuniti, 2009, pag. XLIV-XLVI. Travaglio, peraltro, riporta un totale del risarcimento di € 82.500, cui si aggiungono 5.800 di spese legali.</ref>
* nel gennaio [[2007]] è stato condannato in primo grado dal tribunale di [[Roma]] per [[diffamazione]] al pagamento di 82.000 euro a [[Roberto Zaccaria]], a titolo di risarcimento danni in seguito alle affermazioni contenute nel libro ''[[Rai, la Grande Guerra]]'' pubblicato nel [[2002]]. <ref>[http://archive.is/T72s Articolo] del ''Corriere della Sera'', 12 gennaio 2007</ref> Vespa aveva scritto che nell'autunno del [[2000]], Zaccaria, allora presidente del consiglio di amministrazione della RAI, avrebbe incontrato in casa propria, a cena, [[Pierluigi Celli]], [[Stefano Balassone]], [[Vittorio Emiliani]] in qualità di consiglieri RAI e [[Walter Veltroni]], [[Vincenzo Vita]] e [[Giuseppe Giulietti (politico)|Giuseppe Giulietti]] in qualità di responsabili [[Democratici di Sinistra|DS]] per l'informazione, con l'intento di mettere in atto una strategia sotterranea del servizio pubblico televisivo contro Silvio Berlusconi, strategia culminata poi con la puntata di ''[[Satyricon (programma televisivo)|Satyricon]]'' del 14 marzo del [[2001]], contenente un'[[Intervista a Marco Travaglio a Satyricon|intervista a Marco Travaglio]] sulle origini della ricchezza di Berlusconi. Nel libro Vespa menziona anche un testimone, un vicino di casa di Zaccaria, che avrebbe sentito il tutto. Gli avvocati di Zaccaria chiesero di sentire il vicino, avvocato Giovanni Ferreri, il quale smentì. Altrettanto fecero i presunti commensali. <ref>Marco Travaglio, Nuova introduzione a ''L'odore dei soldi'' (nuova edizione), Editori Riuniti, 2009, pag. XLIV-XLVI. Travaglio, peraltro, riporta un totale del risarcimento di € 82.500, cui si aggiungono 5.800 di spese legali.</ref>
* nel novembre [[2008]] è stato condannato dalla III [[Corte d'appello (Italia)|Corte d'appello]] del tribunale di [[Roma]], assieme a [[Valentina Finetti]], al pagamento di una multa di 1.000 euro (ed alla pubblicazione della sentenza su 4 quotidiani <ref>giornalettismo.com, [http://archive.is/m0j2W l'estratto pubblicato]</ref>) per diffamazione nei confronti di Pietro Mattei (vedovo di [[Alberica Filo della Torre]]) e dei figli Manfredi e Domitilla in seguito ad un servizio della trasmissione ''[[Porta a Porta]]'' (di cui la Finetti è cronista), andato in onda il 13 febbraio [[2002]] con a tema il [[delitto dell'Olgiata]] <ref>[http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_06/vespa_condannato_80c41bfa-ac00-11dd-9d45-00144f02aabc.shtml Corriere della Sera, 6 novembre 2008]</ref>. Nel luglio [[2009]] la Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione <ref>[http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_20/vespa_condannato_11397232-752f-11de-95fa-00144f02aabc.shtml Vespa condannato per diffamazione. La Cassazione ha confermato la condanna a 1000 euro di multa per il conduttore: diffamò Pietro Mattei]</ref>.
* nel novembre [[2008]] è stato condannato dalla III [[Corte d'appello (Italia)|Corte d'appello]] del tribunale di [[Roma]], assieme a [[Valentina Finetti]], al pagamento di una multa di 1.000 euro (ed alla pubblicazione della sentenza su 4 quotidiani <ref>giornalettismo.com, [http://archive.is/m0j2W l'estratto pubblicato]</ref>) per diffamazione nei confronti di Pietro Mattei (vedovo di [[Alberica Filo della Torre]]) e dei figli Manfredi e Domitilla in seguito ad un servizio della trasmissione ''[[Porta a Porta]]'' (di cui la Finetti è cronista), andato in onda il 13 febbraio [[2002]] con a tema il [[delitto dell'Olgiata]] <ref>[http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_06/vespa_condannato_80c41bfa-ac00-11dd-9d45-00144f02aabc.shtml Corriere della Sera, 6 novembre 2008]</ref>. Nel luglio [[2009]] la Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione <ref>[http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_20/vespa_condannato_11397232-752f-11de-95fa-00144f02aabc.shtml Vespa condannato per diffamazione. La Cassazione ha confermato la condanna a 1000 euro di multa per il conduttore: diffamò Pietro Mattei]</ref>.
* nel giugno [[2010]] è stato condannato in appello per diffamazione nel processo intentato dalla professoressa Isabella De Martini dell'Università di Genova, in relazione ai [[fatti del G8 di Genova]]. Isabella De Martini, in qualità di vice-capo struttura con delega agli eventi culturali, aveva notato qualcosa di strano nella gestione degli appalti, in particolare rispetto all'attribuzione degli stessi a personaggi della cerchia di [[Gianni Letta]] (Maria Criscuolo e il consuocero di Letta, Amedeo Ottaviani) ed aveva per questo presentato un esposto alla procura di Genova (esposto poi trasferito a Roma ed archiviato). Vespa, come riconosciuto dalla Corte d'Appello, nel libro ''La Scossa'' <ref>Bruno Vespa, ''La scossa'', 2001, pag. 395.</ref> la diffamò. Scrive Isabella De Martini: "[...] si dedicò alla mia distruzione, presentandomi come una signora genovese che doveva organizzare "sfilate di moda" (''[[sic]]'') a Portofino, e invece ficcò il naso in problematiche che non la riguardavano, quali la logistica e l'ospitalità delle delegazioni, creando malumori e imbarazzo a Gianni Letta...". La notizia della condanna è stata riportata anche dal ''[[Corriere Mercantile]]'' (articolo del 18 giugno 2010).
* nel giugno [[2010]] è stato condannato in appello per diffamazione nel processo intentato dalla professoressa Isabella De Martini dell'Università di Genova, in relazione ai [[fatti del G8 di Genova]]. Isabella De Martini, in qualità di vice-capo struttura con delega agli eventi culturali, aveva notato qualcosa di strano nella gestione degli appalti, in particolare rispetto all'attribuzione degli stessi a personaggi della cerchia di [[Gianni Letta]] (Maria Criscuolo e il consuocero di Letta, Amedeo Ottaviani) ed aveva per questo presentato un esposto alla procura di Genova (esposto poi trasferito a Roma ed archiviato). Vespa, come riconosciuto dalla Corte d'Appello, nel libro ''La Scossa'' <ref>Bruno Vespa, ''La scossa'', 2001, pag. 395.</ref> la diffamò. Scrive Isabella De Martini: "[...] si dedicò alla mia distruzione, presentandomi come una signora genovese che doveva organizzare "sfilate di moda" (''[[sic]]'') a Portofino, e invece ficcò il naso in problematiche che non la riguardavano, quali la logistica e l'ospitalità delle delegazioni, creando malumori e imbarazzo a Gianni Letta...". La notizia della condanna è stata riportata anche dal ''[[Corriere Mercantile]]'' (articolo del 18 giugno 2010).
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