L'anarchismo classico e i movimenti di liberazione nazionale: differenze tra le versioni

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[[Bakunin]] difese sempre l'idea della [[rivoluzione sociale]] strettamente legata alla liberazione nazionale dei popoli oppressi, in particolare difese quella dei popoli slavi oppressi sotto il giogo dell'Impero russo, austriaco, prussiano e turco. Il suo panslavismo poggiava sulla distruzione dei quattro imperi e sulla federazione dei popoli slavi imperniata su una [[libertà]] e [[uguaglianza]] assoluta ed in opposizione all'egemonia russa. Alla stessa maniera che combatté il panslavismo russo e la creazione di uno grande [[Stato]] slavo oppressore delle nazioni slave, Bakunin combatté il pangermanesimo. «Come slavo, io chiederei l'emancipazione della razza slava dal giogo tedesco, invece, come patriota tedesco, Marx non ammette tuttavia il diritto degli slavi ad emanciparsi dal giogo dei tedeschi, pensando oggi come ieri che i tedeschi sono chiamati a civilizzarli, cioè, a germanizzarli per volontà o per forza» (1871).  
[[Bakunin]] difese sempre l'idea della [[rivoluzione sociale]] strettamente legata alla liberazione nazionale dei popoli oppressi, in particolare difese quella dei popoli slavi oppressi sotto il giogo dell'Impero russo, austriaco, prussiano e turco. Il suo panslavismo poggiava sulla distruzione dei quattro imperi e sulla federazione dei popoli slavi imperniata su una [[libertà]] e [[uguaglianza]] assoluta ed in opposizione all'egemonia russa. Alla stessa maniera che combatté il panslavismo russo e la creazione di uno grande [[Stato]] slavo oppressore delle nazioni slave, Bakunin combatté il pangermanesimo. «Come slavo, io chiederei l'emancipazione della razza slava dal giogo tedesco, invece, come patriota tedesco, Marx non ammette tuttavia il diritto degli slavi ad emanciparsi dal giogo dei tedeschi, pensando oggi come ieri che i tedeschi sono chiamati a civilizzarli, cioè, a germanizzarli per volontà o per forza» (1871).  


Opposte sono le posizioni di [[Bakunin]] e quelle di [[Marx]] ed [[Engels]] sulla liberazione nazionale, in quanto entrambi i classici marxisti erano contro i movimenti indipendentisti o rivoluzionari nazionalisti, poiché essi credevano che il movimento rivoluzionario non potesse che svilupparsi nel contesto della produzione economica di cui solo la classe operaia può essere il motore, considerando per tanto che lo sviluppo delle forze produttive, così come l'estensione dell'interscambio economico - creati come necessità storica del [[socialismo]] -, distruggono i particolarismi locali e nazionali e tendono a livellare lo sviluppo sociale.
Opposte sono le posizioni di [[Bakunin]] e quelle di [[Marx]] ed [[Engels]] sulla liberazione nazionale, in quanto entrambi i classici marxisti erano contro i movimenti indipendentisti o rivoluzionari nazionalisti, poiché essi credevano che il movimento rivoluzionario non potesse che svilupparsi nel contesto della produzione economica di cui solo la classe operaia può essere il motore, considerando per tanto che lo sviluppo delle forze produttive, così come l'estensione dell'interscambio economico - creati come necessità storica del [[socialismo]] - distruggono i particolarismi locali e nazionali e tendono a livellare lo sviluppo sociale.


In effetti, [[Marx]], rispondendo a [[Michail Bakunin | Bakunin]], che difendeva l'indipendenza dei cechi, slavi, polacchi, bulgari, rumeni, ecc., dichiarava al ''Neue Rheinische Zeitung'', nel [[1849]]: «Tutte queste piccole nazioni impotenti e fragili, devono in fin dei conti il riconoscimento a quelle che, secondo le necessità storiche, le integrano in alcuni imperi, permettendole così di partecipare allo sviluppo storico, al quale, se lasciati soli, non avrebbero in alcun modo preso parte. È evidente che questa cosa non si potrebbe realizzare senza schiacciare i "teneri germogli" (... ).»
In effetti, [[Marx]], rispondendo a [[Michail Bakunin | Bakunin]], che difendeva l'indipendenza dei cechi, slavi, polacchi, bulgari, rumeni, ecc., dichiarava al ''Neue Rheinische Zeitung'', nel [[1849]]: «Tutte queste piccole nazioni impotenti e fragili, devono in fin dei conti il riconoscimento a quelle che, secondo le necessità storiche, le integrano in alcuni imperi, permettendole così di partecipare allo sviluppo storico, al quale, se lasciati soli, non avrebbero in alcun modo preso parte. È evidente che questa cosa non si potrebbe realizzare senza schiacciare i "teneri germogli" (... ).»
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Molto significativo, da sottolineare, fu il parere negativo dato dai comunisti (allora socialdemocratici) al movimento rivoluzionario che rovesciò la monarchia bulgara nel [[1923]], grazie anche al contributo anarchico e a cui essi però non presero parte.
Molto significativo, da sottolineare, fu il parere negativo dato dai comunisti (allora socialdemocratici) al movimento rivoluzionario che rovesciò la monarchia bulgara nel [[1923]], grazie anche al contributo anarchico e a cui essi però non presero parte.


Nonostante l'inevitabile sconfitta - che determinò più di 20.000 rifugiati in [[Bulgaria]] -, visto la superiorità numerica e in armi dei Turchi, la lotta contro l'occupazione straniera continuò e l'influenza dei libertari nel movimento di indipendenza macedone fu sempre importante <ref>Guerdjikov partecipò alla guerra dei Balcani contro i turchi in una compagnia di guerriglieri anarchici, utilizzando metodi rivoluzionari e mantenendo un'indipendenza totale dall'[[esercito]]. Nel [[1919]] fonda la FACB (Federazione Anarco-Comunista Bulgara), e più tardi si rifiuta di collaborare con il regime comunista bulgaro, il quale gli offrirà tutti gli onori spettanti agli eroi nazionali, ma al quale egli rispose: «Non sono abituato a baciare i piedi dei tiranni». </ref>.
Nonostante l'inevitabile sconfitta - che determinò più di 20.000 rifugiati in [[Bulgaria]] - visto la superiorità numerica e in armi dei Turchi, la lotta contro l'occupazione straniera continuò e l'influenza dei libertari nel movimento di indipendenza macedone fu sempre importante <ref>Guerdjikov partecipò alla guerra dei Balcani contro i turchi in una compagnia di guerriglieri anarchici, utilizzando metodi rivoluzionari e mantenendo un'indipendenza totale dall'[[esercito]]. Nel [[1919]] fonda la FACB (Federazione Anarco-Comunista Bulgara), e più tardi si rifiuta di collaborare con il regime comunista bulgaro, il quale gli offrirà tutti gli onori spettanti agli eroi nazionali, ma al quale egli rispose: «Non sono abituato a baciare i piedi dei tiranni». </ref>.


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