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'''Giorgio''' - Oggi sì, ma dopo la rivoluzione non sarà più così e vi dico io il perché. Oggi, il lavoro è pesante mal pagato e disprezzato. Oggi chi lavora si deve ammazzar di fatica, muore di fame, ed è trattato come una bestia. Chi lavora, non ha nessuna speranza e sa che dovrà andare a finire all'ospedale, se non finisce in galera: non può accudire alla sua famiglia, non gode niente della vita e soffre continui maltrattamenti e umiliazioni. Chi non lavora invece gode tutti gli agi possibili, è apprezzato e stimato: tutti gli onori, tutti i divertimenti sono suoi. Anzi fra gli stessi lavoratori, succede che chi lavora meno e fa cose meno pesanti, guadagna di più, ed è più stimato. Che meraviglia dunque se la gente lavora malvolentieri, e se può, non si lascia sfuggire l'occasione di non lavorare? | '''Giorgio''' - Oggi sì, ma dopo la rivoluzione non sarà più così e vi dico io il perché. Oggi, il lavoro è pesante mal pagato e disprezzato. Oggi chi lavora si deve ammazzar di fatica, muore di fame, ed è trattato come una bestia. Chi lavora, non ha nessuna speranza e sa che dovrà andare a finire all'ospedale, se non finisce in galera: non può accudire alla sua famiglia, non gode niente della vita e soffre continui maltrattamenti e umiliazioni. Chi non lavora invece gode tutti gli agi possibili, è apprezzato e stimato: tutti gli onori, tutti i divertimenti sono suoi. Anzi fra gli stessi lavoratori, succede che chi lavora meno e fa cose meno pesanti, guadagna di più, ed è più stimato. Che meraviglia dunque se la gente lavora malvolentieri, e se può, non si lascia sfuggire l'occasione di non lavorare? | ||
Quando invece il lavoro fosse fatto in condizioni umane, e per un tempo ragionevolmente corto coll'aiuto delle macchine in condizioni igieniche; quando il lavoratore fa di tutto lavora per il benessere suo, dei suoi cari e gli uomini, quando il lavoro fosse la condizione indispensabile per essere stimato in società e l'ozioso fosse segnato al pubblico disprezzo come avviene oggi per la spia o per il ruffiano, chi vorrebbe rinunciare alla gioia di sapersi utile ed amato, per vivere in un'inerzia che è poi tanto dannosa al nostro fisico e al nostro morale? | Quando invece il lavoro fosse fatto in condizioni umane, e per un tempo ragionevolmente corto coll'aiuto delle macchine in condizioni igieniche; quando il lavoratore fa di tutto lavora per il benessere suo, dei suoi cari e gli uomini, quando il lavoro fosse la condizione indispensabile per essere stimato in società e l'ozioso fosse segnato al pubblico disprezzo come avviene oggi per la spia o per il ruffiano, chi vorrebbe rinunciare alla gioia di sapersi utile ed amato, per vivere in un'inerzia che è poi tanto dannosa al nostro fisico e al nostro morale? | ||
Oggi stesso, meno rare eccezioni, tutti sentono una ripugnanza indicibile, come istintiva, per il mestiere di spia e per quello di ruffiano. Eppure, facendo questi abbietti mestieri si guadagna assai di più che a zappare la terra, si lavora poco o punto, e si è, più o meno direttamente protetti dalle autorità ! Ma sono mestieri infami perché segno di profonda abbiezione morale e perché non producono che dolori e mali; e quasi tutti preferiscono la | Oggi stesso, meno rare eccezioni, tutti sentono una ripugnanza indicibile, come istintiva, per il mestiere di spia e per quello di ruffiano. Eppure, facendo questi abbietti mestieri si guadagna assai di più che a zappare la terra, si lavora poco o punto, e si è, più o meno direttamente protetti dalle autorità! Ma sono mestieri infami perché segno di profonda abbiezione morale e perché non producono che dolori e mali; e quasi tutti preferiscono la | ||
miseria all'infamia. Vi sono bensì delle eccezioni, vi sono degli uomini deboli e corrotti che preferiscono l'infamia, ma si tratta sempre di scegliere tra l'infamia e la miseria. Ma chi mai sceglierebbe una vita infame e travagliata quando lavorando, avesse assicurato il benessere e la pubblica stima? Se questo fatto si producesse, sarebbe tanto contrario all'indole normale dell'uomo, che si dovrebbe considerare e trattare come una caso di pazzia qualunque. | miseria all'infamia. Vi sono bensì delle eccezioni, vi sono degli uomini deboli e corrotti che preferiscono l'infamia, ma si tratta sempre di scegliere tra l'infamia e la miseria. Ma chi mai sceglierebbe una vita infame e travagliata quando lavorando, avesse assicurato il benessere e la pubblica stima? Se questo fatto si producesse, sarebbe tanto contrario all'indole normale dell'uomo, che si dovrebbe considerare e trattare come una caso di pazzia qualunque. | ||
E non dubitate, no: la pubblica riprovazione contro l'ozio non mancherebbe di certo, perché il lavoro è il primo bisogno di una società, e l'ozioso non solo farebbe del male a tutti, vivendo sul prodotto altrui senza contribuirvi coll'opera sua, ma romperebbe l'armonia della nuova società e sarebbe l'elemento di un partito di malcontenti che potrebbe desiderar il ritorno al passato. Le collettività sono come gli individui; amano ed onorano ciò che è, o credono utile, odiano e disprezzano ciò che sanno o credono dannoso; possono ingannarsi, e s'ingannano anche troppo spesso: nel caso nostro l'errore non è possibile, perché è troppo evidente che chi non lavora, mangia e beve a spese degli altri, e fa danno a tutti. | E non dubitate, no: la pubblica riprovazione contro l'ozio non mancherebbe di certo, perché il lavoro è il primo bisogno di una società, e l'ozioso non solo farebbe del male a tutti, vivendo sul prodotto altrui senza contribuirvi coll'opera sua, ma romperebbe l'armonia della nuova società e sarebbe l'elemento di un partito di malcontenti che potrebbe desiderar il ritorno al passato. Le collettività sono come gli individui; amano ed onorano ciò che è, o credono utile, odiano e disprezzano ciò che sanno o credono dannoso; possono ingannarsi, e s'ingannano anche troppo spesso: nel caso nostro l'errore non è possibile, perché è troppo evidente che chi non lavora, mangia e beve a spese degli altri, e fa danno a tutti. | ||
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'''Giorgio''' - Senza dubbio, anzi se voi considerate bene la cosa vedrete che gli stessi signori ci guadagnerebbero. Certamente dovrebbero smettere di comandare, di fare i prepotenti e gli oziosi. Dovrebbero lavorare, ma il lavoro, quando fosse fatto coll'aiuto delle macchine e con grande cura del benessere dei lavoratori, si ridurrebbe ad un lieve e piacevole esercizio. Non vanno a caccia ora i signori? Non fanno le corse, la ginnastica e tanti esercizi che dimostrano che il lavoro muscolare è una necessità ed un piacere per tutti gli uomini che sono sani e | '''Giorgio''' - Senza dubbio, anzi se voi considerate bene la cosa vedrete che gli stessi signori ci guadagnerebbero. Certamente dovrebbero smettere di comandare, di fare i prepotenti e gli oziosi. Dovrebbero lavorare, ma il lavoro, quando fosse fatto coll'aiuto delle macchine e con grande cura del benessere dei lavoratori, si ridurrebbe ad un lieve e piacevole esercizio. Non vanno a caccia ora i signori? Non fanno le corse, la ginnastica e tanti esercizi che dimostrano che il lavoro muscolare è una necessità ed un piacere per tutti gli uomini che sono sani e | ||
mangiano bene? Si tratta dunque di fare per la produzione quel lavoro che fanno oggi per un puro divertimento. E quanti vantaggi non risentirebbero i signori stessi dal benessere generale e dalla progredita civiltà ! Guardate per esempio nel nostro paese: quei pochi signori che ci sono, sono ricchi, fanno i principotti: ma intanto le strade sono brutte e sporche per loro come per noi; l'aria cattiva che esce dalle nostre case e dai pantani delle vicinanze ammorba anche loro; il colera che viene per la miseria di genti lontane e si propaga per la miseria nostra, colpisce spesso anche loro; la nostra ignoranza fa sì che essi pure s'abbrutiscano. Come potrebbero fare colle loro ricchezze private a bonificare il paese, a far le strade ed illuminarle? Come eviterebbero le adulto. razioni dei generi di consumo? Come potrebbero usufruire di tutti i progressi della scienza e dell'industria? Tutte cose che quando fossero fatte col concorso di tutti si farebbero facilissimamente. E la loro stessa vanità, come può essere soddisfatta quando la loro società si restringe in pochi? | mangiano bene? Si tratta dunque di fare per la produzione quel lavoro che fanno oggi per un puro divertimento. E quanti vantaggi non risentirebbero i signori stessi dal benessere generale e dalla progredita civiltà! Guardate per esempio nel nostro paese: quei pochi signori che ci sono, sono ricchi, fanno i principotti: ma intanto le strade sono brutte e sporche per loro come per noi; l'aria cattiva che esce dalle nostre case e dai pantani delle vicinanze ammorba anche loro; il colera che viene per la miseria di genti lontane e si propaga per la miseria nostra, colpisce spesso anche loro; la nostra ignoranza fa sì che essi pure s'abbrutiscano. Come potrebbero fare colle loro ricchezze private a bonificare il paese, a far le strade ed illuminarle? Come eviterebbero le adulto. razioni dei generi di consumo? Come potrebbero usufruire di tutti i progressi della scienza e dell'industria? Tutte cose che quando fossero fatte col concorso di tutti si farebbero facilissimamente. E la loro stessa vanità, come può essere soddisfatta quando la loro società si restringe in pochi? | ||
E tutto questo, senza contare il pericolo continuo di una schioppettata che arrivi loro di dietro a una siepe e la paura di una rivoluzione, e il pensiero di una disgrazia che li riduca alla miseria ed esponga le loro famiglie alla fame, al delitto, alla prostituzione, come vi sono esposte le nostre? Dunque vedete bene che non solo, col levare la roba ai signori, noi non lediamo i loro diritti, ma facciamo loro un gran bene. | E tutto questo, senza contare il pericolo continuo di una schioppettata che arrivi loro di dietro a una siepe e la paura di una rivoluzione, e il pensiero di una disgrazia che li riduca alla miseria ed esponga le loro famiglie alla fame, al delitto, alla prostituzione, come vi sono esposte le nostre? Dunque vedete bene che non solo, col levare la roba ai signori, noi non lediamo i loro diritti, ma facciamo loro un gran bene. | ||
È vero che i signori non la capiscono e non la capiranno mai, perché vogliono comandare, e credono che i poveri siano fatti di un'altra pasta; ma che ci possiamo fare noi? Se non ci vogliono accomodare colle buone tanto peggio per loro: ci accomoderanno colle cattive. | È vero che i signori non la capiscono e non la capiranno mai, perché vogliono comandare, e credono che i poveri siano fatti di un'altra pasta; ma che ci possiamo fare noi? Se non ci vogliono accomodare colle buone tanto peggio per loro: ci accomoderanno colle cattive. |