Nichilismo: differenze tra le versioni

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Il primo uso [[filosofia|filosofico]] vero e proprio del concetto, invece, viene individuato verso la fine del XVIII secolo nel contesto delle controversie che caratterizzavano la nascita dell'idealismo.
Il primo uso [[filosofia|filosofico]] vero e proprio del concetto, invece, viene individuato verso la fine del XVIII secolo nel contesto delle controversie che caratterizzavano la nascita dell'idealismo.


Nella contrapposizione dell'idealismo al dogmatismo, il termine viene impiegato per caratterizzare l'operazione filosofica mediante la quale l'idealismo intende “annullare” nella riflessione l'oggetto del senso comune, al fine di mostrare come esso, non sia in verità , altro che il prodotto di un'invisibile ed inconsapevole attività  del soggetto.  
Nella contrapposizione dell'idealismo al dogmatismo, il termine viene impiegato per caratterizzare l'operazione filosofica mediante la quale l'idealismo intende “annullare” nella riflessione l'oggetto del senso comune, al fine di mostrare come esso, non sia in verità, altro che il prodotto di un'invisibile ed inconsapevole attività  del soggetto.  


A seconda del punto di vista favorevole o meno a tale operazione, il termine acquista un senso positivo o negativo.
A seconda del punto di vista favorevole o meno a tale operazione, il termine acquista un senso positivo o negativo.
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: «Il nichilismo come negazione radicale o metafisica, è dunque negazione del senso dell'essere e degli enti in quanto significato e realtà  sostanziali e valorativi, che possono essere tali solo in quanto fondati nell'assolutezza dell'essere. Nichilismo è dunque, essenzialmente, l'assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre le strade o dell'indeterminazione dell'essere e degli enti o dell'univocità  radicale essere nulla».
: «Il nichilismo come negazione radicale o metafisica, è dunque negazione del senso dell'essere e degli enti in quanto significato e realtà  sostanziali e valorativi, che possono essere tali solo in quanto fondati nell'assolutezza dell'essere. Nichilismo è dunque, essenzialmente, l'assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre le strade o dell'indeterminazione dell'essere e degli enti o dell'univocità  radicale essere nulla».
[[File:Nietzsche.jpg|thumb|200px|left|[[Nietzsche]] nel 1861]]
[[File:Nietzsche.jpg|thumb|200px|left|[[Nietzsche]] nel 1861]]
In un significato più comune, il nichilismo è una concezione delle cose, resa mentalità  dominante da una cultura oggi sempre più pervasiva ([[media]]), per la quale la realtà  finirebbe nel [[nulla]]. Siccome l'uomo è limitato e sperimenta ogni giorno questo limite nella morte e nelle sue dolorose anticipazioni, allora tanto vale - al di là  di quanto se ne sia coscienti - accettare che il niente sia il vero senso dell'essere. L'affermazione nichilista nega «vera consistenza alla realtà ». Ma se il reale non è reale, se, pertanto, non è possibile stabilire un rapporto solido di conoscenza e di amore tra l'io (intelligenza e [[libertà ]]) e la realtà , allora non esiste verità . Se l'uomo non può fare “esperienza” della realtà  per attingere la verità , anche la [[libertà ]] rimane assolutamente smarrita, resta una sorta di capacità  che non ha oggetto e, quindi, alla fine neppure senso.  
In un significato più comune, il nichilismo è una concezione delle cose, resa mentalità  dominante da una cultura oggi sempre più pervasiva ([[media]]), per la quale la realtà  finirebbe nel [[nulla]]. Siccome l'uomo è limitato e sperimenta ogni giorno questo limite nella morte e nelle sue dolorose anticipazioni, allora tanto vale - al di là  di quanto se ne sia coscienti - accettare che il niente sia il vero senso dell'essere. L'affermazione nichilista nega «vera consistenza alla realtà ». Ma se il reale non è reale, se, pertanto, non è possibile stabilire un rapporto solido di conoscenza e di amore tra l'io (intelligenza e [[libertà ]]) e la realtà, allora non esiste verità . Se l'uomo non può fare “esperienza” della realtà  per attingere la verità, anche la [[libertà ]] rimane assolutamente smarrita, resta una sorta di capacità  che non ha oggetto e, quindi, alla fine neppure senso.  


In [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] la parola designa l'essenza della crisi che ha investito (e che sta tutt'ora investendo) la civiltà  europea moderna: per Nietzsche il nichilismo è un evento che porta con sé decadenza e spaesamento, tanto da costituire una sorta di malattia da cui il mondo moderno è affetto; tale malattia condurrebbe alla disgregazione del soggetto morale, alla debilitazione della volontà  e alla perdita del fine ultimo dell'esistenza (''nichilismo passivo'').  
In [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] la parola designa l'essenza della crisi che ha investito (e che sta tutt'ora investendo) la civiltà  europea moderna: per Nietzsche il nichilismo è un evento che porta con sé decadenza e spaesamento, tanto da costituire una sorta di malattia da cui il mondo moderno è affetto; tale malattia condurrebbe alla disgregazione del soggetto morale, alla debilitazione della volontà  e alla perdita del fine ultimo dell'esistenza (''nichilismo passivo'').  
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Tuttavia, scrive Diego Fusaro, «per [[Severino]] tutto è eterno. Non basta: solo in superficie si crede che le cose vengano dal nulla e che nel nulla alla fine precipitino, perché nel profondo siamo convinti che quel breve segmento di luce che è la vita è esso stesso nulla. È il nichilismo. È l'omicidio primario, l'uccisione dell'essere. Ma è una contraddizione: ciò che è non può non essere, né può essere stato o potrà  mai essere nulla. Una contraddizione che è la follia dell'Occidente, e ormai di tutta la terra. Una ferita che necessita di numerosi conforti, dalla religione all'arte, tutti affreschi sul buio, tentativi di nascondere, medicare il nulla che ci fa orrore. Per fortuna ci attende la Non Follia, l'apparire dell'eternità  di tutte le cose. Noi siamo eterni e mortali perché l'eterno entra ed esce dall'apparire. La morte è l'assentarsi dell'eterno. Abbiamo tutti nel sangue il nichilismo. (...) Tutto è eterno significa che ogni momento della realtà  è, ossia non esce e non ritorna nel nulla, significa che anche alle cose e alle vicende più umili e impalpabili compete il trionfo che si è soliti riservare a Dio».
Tuttavia, scrive Diego Fusaro, «per [[Severino]] tutto è eterno. Non basta: solo in superficie si crede che le cose vengano dal nulla e che nel nulla alla fine precipitino, perché nel profondo siamo convinti che quel breve segmento di luce che è la vita è esso stesso nulla. È il nichilismo. È l'omicidio primario, l'uccisione dell'essere. Ma è una contraddizione: ciò che è non può non essere, né può essere stato o potrà  mai essere nulla. Una contraddizione che è la follia dell'Occidente, e ormai di tutta la terra. Una ferita che necessita di numerosi conforti, dalla religione all'arte, tutti affreschi sul buio, tentativi di nascondere, medicare il nulla che ci fa orrore. Per fortuna ci attende la Non Follia, l'apparire dell'eternità  di tutte le cose. Noi siamo eterni e mortali perché l'eterno entra ed esce dall'apparire. La morte è l'assentarsi dell'eterno. Abbiamo tutti nel sangue il nichilismo. (...) Tutto è eterno significa che ogni momento della realtà  è, ossia non esce e non ritorna nel nulla, significa che anche alle cose e alle vicende più umili e impalpabili compete il trionfo che si è soliti riservare a Dio».


Contro nuovi e possibili irrigidimenti metafisici (non sono più concepibili princìpi immutabili) si esprime il filosofo italiano [[Gianni Vattimo]] (n. 1936) che critica il “nichilismo negativo”, che si ostina a propugnare l'idea di un fondamento (una verità , un valore, un'idea) naturale:  
Contro nuovi e possibili irrigidimenti metafisici (non sono più concepibili princìpi immutabili) si esprime il filosofo italiano [[Gianni Vattimo]] (n. 1936) che critica il “nichilismo negativo”, che si ostina a propugnare l'idea di un fondamento (una verità, un valore, un'idea) naturale:  


: «[...] già  tentare di modellare leggi, costituzioni, provvedimenti politici ordinari, sull'idea di una progressiva liberazione di norme e regole da ogni preteso limite “naturale” (e cioè ovvio solo per chi detiene il potere) può diventare un progetto politico positivo».(in ''Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica, diritto'', 2003, p. 8).  
: «[...] già  tentare di modellare leggi, costituzioni, provvedimenti politici ordinari, sull'idea di una progressiva liberazione di norme e regole da ogni preteso limite “naturale” (e cioè ovvio solo per chi detiene il potere) può diventare un progetto politico positivo».(in ''Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica, diritto'', 2003, p. 8).  
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