Aurelio Chessa: differenze tra le versioni

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'''Aurelio Chessa''' nasce il [[30 ottobre]] [[1913]] a Putifigari (Sassari). Da giovane svolge la professione di fornaio in Egitto, quindi lavora come ferroviere. Interessatosi ben presto all'[[anarchia]], dal [[1945]] inizia la ricerca e la raccolta di documentazioni relative al movimento anarchico che si vanno ad aggiungere al materiale ricevuto in dono da suo zio. Dopo la morte di Giovanna Caleffi, moglie di [[Camillo Berneri]], la figlia Giuliana gli lascia in gestione l'archivio della famiglia [[Camillo Berneri|Berneri]]. Nasce quindi a Genova, nel [[1962]], questa importante “struttura” che si prefigge l'obiettivo di divenire la memoria storica del movimento anarchico e che si sviluppa vieppiù al passar del tempo.  
'''Aurelio Chessa''' nasce il [[30 ottobre]] [[1913]] a Putifigari (Sassari). Da giovane svolge la professione di fornaio in Egitto, quindi lavora come ferroviere. Interessatosi ben presto all'[[anarchia]], dal [[1945]] inizia la ricerca e la raccolta di documentazioni relative al movimento anarchico che si vanno ad aggiungere al materiale ricevuto in dono da suo zio. Dopo la morte di Giovanna Caleffi, moglie di [[Camillo Berneri]], la figlia Giuliana gli lascia in gestione l'archivio della famiglia [[Camillo Berneri|Berneri]]. Nasce quindi a Genova, nel [[1962]], questa importante “struttura” che si prefigge l'obiettivo di divenire la memoria storica del movimento anarchico e che si sviluppa vieppiù al passar del tempo.  
[[File:Congresso Nazionale Anarchico (1957).jpg|thumb|left|250 px|Convegno Anarchico di Senigallia (1-4 nov. 1957): Aurelio Chessa (con la sciarpa) con un gruppo di compagni - alla sua sinistra [[Umberto Marzocchi]] e [[Pio Turroni]]]]
[[File:Congresso Nazionale Anarchico (1957).jpg|thumb|left|250 px|Convegno Anarchico di Senigallia (1-4 nov. 1957): Aurelio Chessa (con la sciarpa) con un gruppo di compagni - alla sua sinistra [[Umberto Marzocchi]] e [[Pio Turroni]]]]
Intimo amico dell'anarchico-muratore [[Pio Turroni]], deve con lui subire un processo per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per "propaganda antielettorale"<ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>. A metà  degli anni '60 inizia a dedicare gran parte del suo tempo alla divulgazione e alla ricerca di materiali anarchici; Aurelio Chessa, anche per cercare nuovo materiale, decide di spostare la sede dell'archivio in diverse città  (Pistoia, Iglesias, Genova, Canosa di Puglia e Cecina), dove riesce sempre a raccogliere nuovi documenti e testimonianze utili. A Genova accudisce [[Giovanna Caleffi]] (moglie di [[Camillo Berneri]]), trasferitasi nel capoluogo ligure e poi ammalatasi gravemente. Quando questa muore, il [[14 marzo]] [[1962]], lui le è amorevolmente accanto.  
Intimo amico dell'anarchico-muratore [[Pio Turroni]], deve con lui subire un processo per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per "propaganda antielettorale"<ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>. A metà  degli anni '60 inizia a dedicare gran parte del suo tempo alla divulgazione e alla ricerca di materiali anarchici; Aurelio Chessa, anche per cercare nuovo materiale, decide di spostare la sede dell'archivio in diverse città  (Pistoia, Iglesias, Genova, Canosa di Puglia e Cecina), dove riesce sempre a raccogliere nuovi documenti e testimonianze utili. A Genova accudisce [[Giovanna Caleffi]] (moglie di [[Camillo Berneri]]), trasferitasi nel capoluogo ligure e poi ammalatasi gravemente. Quando questa muore, il [[14 marzo]] [[1962]], lui le è amorevolmente accanto.  


Negli anni '60 si oppone tenacemente alla deriva sindacale e organizzativa dei [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]] di [[Pier Carlo Masini]] e, nello stesso periodo, segue con costanza «[[L'Internazionale]]» e i [[Gruppi d'Iniziativa Anarchica]], che egli stesso contribuisce a fondare, insieme tra gli altri a [[Pio Turroni]], come scissione dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] (dal [[1965]] fino all'inizi degli anni '70) accusata di eccessi organizzativi. A Genova è promotore dei [[Gruppi Anarchici Riuniti]], nonché uno dei principali animatori della sede di Via degli Embriaci, ancora oggi esistente e che fa comunque ancora capo al movimento anarchico. Chessa riesce ad ampliare l'archivio grazie alla documentazione del “Fondo Centro Studi Sociali [[Pietro Gori]]”, sviluppando inoltre una intensa rete di rapporti e di pubblicazioni. Per un certo periodo collabora anche con le edizioni R.L., la Collana Vallera e «[[Volontà ]]».  
Negli anni '60 si oppone tenacemente alla deriva sindacale e organizzativa dei [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]] di [[Pier Carlo Masini]] e, nello stesso periodo, segue con costanza «[[L'Internazionale]]» e i [[Gruppi d'Iniziativa Anarchica]], che egli stesso contribuisce a fondare, insieme tra gli altri a [[Pio Turroni]], come scissione dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] (dal [[1965]] fino all'inizi degli anni '70) accusata di eccessi organizzativi. A Genova è promotore dei [[Gruppi Anarchici Riuniti]], nonché uno dei principali animatori della sede di Via degli Embriaci, ancora oggi esistente e che fa comunque ancora capo al movimento anarchico. Chessa riesce ad ampliare l'archivio grazie alla documentazione del “Fondo Centro Studi Sociali [[Pietro Gori]]”, sviluppando inoltre una intensa rete di rapporti e di pubblicazioni. Per un certo periodo collabora anche con le edizioni R.L., la Collana Vallera e «[[Volontà ]]».  


Quando a Rapallo (Genova), il [[26 ottobre]] [[1996]], Aurelio Chessa muore, la curatrice di quello che ora è chiamato “Archivio Famiglia Berneri-Chessa” diviene sua figlia, Fiamma, e la sede è trasferita a Reggio Emilia.  
Quando a Rapallo (Genova), il [[26 ottobre]] [[1996]], Aurelio Chessa muore, la curatrice di quello che ora è chiamato “Archivio Famiglia Berneri-Chessa” diviene sua figlia, Fiamma, e la sede è trasferita a Reggio Emilia.  
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