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Intimo amico dell'anarchico-muratore [[Pio Turroni]], deve con lui subire un processo per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per "propaganda antielettorale"<ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>. A metà degli anni '60 inizia a dedicare gran parte del suo tempo alla divulgazione e alla ricerca di materiali anarchici; Aurelio Chessa, anche per cercare nuovo materiale, decide di spostare la sede dell'archivio in diverse città (Pistoia, Iglesias, Genova, Canosa di Puglia e Cecina), dove riesce sempre a raccogliere nuovi documenti e testimonianze utili. A Genova accudisce [[Giovanna Caleffi]] (moglie di [[Camillo Berneri]]), trasferitasi nel capoluogo ligure e poi ammalatasi gravemente. Quando questa muore, il [[14 marzo]] [[1962]], lui le è amorevolmente accanto. | Intimo amico dell'anarchico-muratore [[Pio Turroni]], deve con lui subire un processo per incitazione alla disobbedienza delle leggi e per "propaganda antielettorale"<ref name="dizio">Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, Tomo II, pag 637 </ref>. A metà degli anni '60 inizia a dedicare gran parte del suo tempo alla divulgazione e alla ricerca di materiali anarchici; Aurelio Chessa, anche per cercare nuovo materiale, decide di spostare la sede dell'archivio in diverse città (Pistoia, Iglesias, Genova, Canosa di Puglia e Cecina), dove riesce sempre a raccogliere nuovi documenti e testimonianze utili. A Genova accudisce [[Giovanna Caleffi]] (moglie di [[Camillo Berneri]]), trasferitasi nel capoluogo ligure e poi ammalatasi gravemente. Quando questa muore, il [[14 marzo]] [[1962]], lui le è amorevolmente accanto. | ||
Negli anni '60 si oppone tenacemente alla deriva sindacale e organizzativa dei [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]] di [[Pier Carlo Masini]] e, nello stesso periodo, segue con costanza «[[L'Internazionale]]» e i [[Gruppi d'Iniziativa Anarchica]], che egli stesso contribuisce a fondare, insieme tra gli altri a [[Pio Turroni]], come scissione dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] (dal [[1965]] fino all'inizi degli anni '70) accusata di eccessi organizzativi. A Genova è promotore dei [[Gruppi Anarchici Riuniti]], nonché uno dei principali animatori della sede di Via degli Embriaci, ancora oggi esistente e che fa comunque ancora capo al movimento anarchico. Chessa riesce ad ampliare l'archivio grazie alla documentazione del “Fondo Centro Studi Sociali [[Pietro Gori]]”, sviluppando inoltre una intensa rete di rapporti e di pubblicazioni. Per un certo periodo collabora anche con le edizioni R.L., la Collana Vallera e «[[Volontà ]]». | Negli anni '60 si oppone tenacemente alla deriva sindacale e organizzativa dei [[Gruppi Anarchici di Azione Proletaria]] di [[Pier Carlo Masini]] e, nello stesso periodo, segue con costanza «[[L'Internazionale]]» e i [[Gruppi d'Iniziativa Anarchica]], che egli stesso contribuisce a fondare, insieme tra gli altri a [[Pio Turroni]], come scissione dalla [[Federazione Anarchica Italiana]] (dal [[1965]] fino all'inizi degli anni '70) accusata di eccessi organizzativi. A Genova è promotore dei [[Gruppi Anarchici Riuniti]], nonché uno dei principali animatori della sede di Via degli Embriaci, ancora oggi esistente e che fa comunque ancora capo al movimento anarchico. Chessa riesce ad ampliare l'archivio grazie alla documentazione del “Fondo Centro Studi Sociali [[Pietro Gori]]”, sviluppando inoltre una intensa rete di rapporti e di pubblicazioni. Per un certo periodo collabora anche con le edizioni R.L., la Collana Vallera e «[[Volontà]]». | ||
Quando a Rapallo (Genova), il [[26 ottobre]] [[1996]], Aurelio Chessa muore, la curatrice di quello che ora è chiamato “Archivio Famiglia Berneri-Chessa” diviene sua figlia, Fiamma, e la sede è trasferita a Reggio Emilia. | Quando a Rapallo (Genova), il [[26 ottobre]] [[1996]], Aurelio Chessa muore, la curatrice di quello che ora è chiamato “Archivio Famiglia Berneri-Chessa” diviene sua figlia, Fiamma, e la sede è trasferita a Reggio Emilia. |