Giovanni Mariga: differenze tra le versioni

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Emblematica fu la vicenda capitata all'ex-comandante comunista Francesco Moranino, poi divenuto parlamentare, che nel [[1955]] fu accusato di omicidio plurimo aggravato e continuato ed occultamento di cadavere in riferimento alla cosiddetta '''Strage della Missione Strassera''' (un regolamento di conti tra bande partigiane di diverso colore politico; uno dei fucilati risultava legato alla X MAS similmente ai fatti inerenti [[Brigata_Osoppo#L.E2.80.99Eccidio_di_Porzus|Eccidio di Porzus]] e non è mai stato chiarito se fosse un traditore dei partigiani od un transfuga della X MAS <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/La_Strage_della_Missione_Strassera Strage Missione Strassera]</ref> <ref>[http://www.anpi.it/xmas/index.htm La Decima MAS], uno dei più feroci organismi militari antipartigianiche attive, la ritroviamo agire nell'immediato dopo guerra in Sicilia [[mafia_e_fascismo#Dallo_sbarco_alleato_in_Sicilia_all.27immediato_dopoguerra|in combutta con mafiosi e apparati vari dello Stato]]</ref>)  Moranino potè tornare a morire in [[Italia]] solo dopo lunghi anni di esilio in Ceccoslovacchia e dopo esser stato scagionato da ogni accusa. Il suo caso fu però ampiamente strumentalizzato dai democristiani in chiave anticomunista.  
Emblematica fu la vicenda capitata all'ex-comandante comunista Francesco Moranino, poi divenuto parlamentare, che nel [[1955]] fu accusato di omicidio plurimo aggravato e continuato ed occultamento di cadavere in riferimento alla cosiddetta '''Strage della Missione Strassera''' (un regolamento di conti tra bande partigiane di diverso colore politico; uno dei fucilati risultava legato alla X MAS similmente ai fatti inerenti [[Brigata_Osoppo#L.E2.80.99Eccidio_di_Porzus|Eccidio di Porzus]] e non è mai stato chiarito se fosse un traditore dei partigiani od un transfuga della X MAS <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/La_Strage_della_Missione_Strassera Strage Missione Strassera]</ref> <ref>[http://www.anpi.it/xmas/index.htm La Decima MAS], uno dei più feroci organismi militari antipartigianiche attive, la ritroviamo agire nell'immediato dopo guerra in Sicilia [[mafia_e_fascismo#Dallo_sbarco_alleato_in_Sicilia_all.27immediato_dopoguerra|in combutta con mafiosi e apparati vari dello Stato]]</ref>)  Moranino potè tornare a morire in [[Italia]] solo dopo lunghi anni di esilio in Ceccoslovacchia e dopo esser stato scagionato da ogni accusa. Il suo caso fu però ampiamente strumentalizzato dai democristiani in chiave anticomunista.  


La stessa cosa capitò anche a Giovanni Mariga e a [[Belgrado Pedrini]], seppur non con la stessa risonanza mediatica: nell'immediato dopoguerra Mariga viene infatti accusato con altri 4 compagni anarchici di aver giustiziato un ex segretario [[fascismo|fascista]] di Santo Stefano Magra. Processato e condannato prima a 20 anni di [[carcere]] e poi all'ergastolo in appello,, Mariga si dichiarerà  sempre estraneo ai fatti imputatogli (visto il valore dell'uomo, c'è da pensare che se fosse stato colpevole" non avrebbe avuto remore a dichiararsi tale). Dopo 22 anni di [[carcere]], Sandro Pertini, notissimo comandante partigiano socialista ed allora presidente della camera dei deputati, gli concede la grazia <ref>Alcuni sostengono che a Mariga fu assegnata la medaglia al valore per le sue azioni partigiane e che egli, coerentemente con le sue idee, la rifiutò sdegnosamente. Il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' non ne fa invece riferimento e sostiene che la medaglia non gli fu assegnata in quanto ergastolano, anche se Mariga mai l'aveva sollecitata.  
La stessa cosa capitò anche a Giovanni Mariga e a [[Belgrado Pedrini]], seppur non con la stessa risonanza mediatica: nell'immediato dopoguerra Mariga viene infatti accusato con altri 4 compagni anarchici di aver giustiziato un ex segretario [[fascismo|fascista]] di Santo Stefano Magra. Processato e condannato prima a 20 anni di [[carcere]] e poi all'ergastolo in appello,, Mariga si dichiarerà  sempre estraneo ai fatti imputatogli (visto il valore dell'uomo, c'è da pensare che se fosse stato colpevole" non avrebbe avuto remore a dichiararsi tale). Dopo 22 anni di [[carcere]], Sandro Pertini, notissimo comandante partigiano socialista ed allora presidente della camera dei deputati, gli concede la grazia <ref>Alcuni sostengono che a Mariga fu assegnata la medaglia al valore per le sue azioni partigiane e che egli, coerentemente con le sue idee, la rifiutò sdegnosamente. Il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' non ne fa invece riferimento e sostiene che la medaglia non gli fu assegnata in quanto ergastolano, anche se Mariga mai l'aveva sollecitata.  
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Tornato a Carrara con [[Belgrado Pedrini]], [[Giovanni Zava]] e [[Sergio Ravenna]], Mariga fonda il "circolo anarchico [[Bruno Filippi]]" proseguendo la sua azione politica anarchica.  
Tornato a Carrara con [[Belgrado Pedrini]], [[Giovanni Zava]] e [[Sergio Ravenna]], Mariga fonda il "circolo anarchico [[Bruno Filippi]]" proseguendo la sua azione politica anarchica.  
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Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.
Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.


: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine  tedesco di evacuazione della  città ,  manifestazione  che  costrinse  il  comando  nazista a rinunciare ai  suoi  propositi.  Quanto  i  nazifascisti  temessero  il  movimento  partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare:  la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1  ottobre dopo aver  coperto di  sangue  le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare  il  terrore  nelle  popolazioni e  fra  i  partigiani,  ma  ottenne  l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>
: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine  tedesco di evacuazione della  città ,  manifestazione  che  costrinse  il  comando  nazista a rinunciare ai  suoi  propositi.  Quanto  i  nazifascisti  temessero  il  movimento  partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare:  la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1  ottobre dopo aver  coperto di  sangue  le  Apuane ed  Appennino, doveva seminare  il  terrore  nelle  popolazioni e  fra  i  partigiani,  ma  ottenne  l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>


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