Giovanni Mariga: differenze tra le versioni

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'''Giovanni Mariga''' (Padova, [[24 settembre]] [[1899]] - novembre [[1979]]), comunemente noto come  "il Padovano", è stato un anarchico e un [[antifascismo|antifascista]] italiano.
'''Giovanni Mariga''' (Padova, [[24 settembre]] [[1899]] - novembre [[1979]]), comunemente noto come  "il Padovano", è stato un anarchico e un [[antifascismo|antifascista]] italiano.
==Biografia ==
==Biografia ==
'''Giovanni Mariga''' nasce a Padova il [[24 settembre]] [[1899]], da Antonio e Carolina Bettella.
'''Giovanni Mariga''' nasce a Padova il [[24 settembre]] [[1899]], da Antonio e Carolina Bettella.


=== Mariga anarchico ===
=== Mariga anarchico ===
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Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.
Un grande merito della lotta [[antifascista]] in Lunigiana e nel carrarese fu l'unione delle varie forze [[fascismo|nemiche del regime]], che anteposero l'importanza della resistenza partigiana alle loro specifiche caratteristiche ideologiche. Un altro esempio di unificazione delle forze [[antifascismo|antifasciste]] si ebbe nella XIII° zona operativa nel piacentino, di cui l'anarchico [[Emilio Canzi]], il notissimo "colonnello anarchico", ne ebbe il comando. Nelle zone in cui gli [[antifascismo|antifascisti]] di varie tendenze operarono in sintonia, si ebbero casi di anarchici posti a comando di brigate comuniste e viceversa. Un altro esempio a tal proposito fu quello di [[Ugo Mazzucchelli]], [[Personalità  anarchiche|anarchico]] ma collegato al CLN e poi massimo dirigente locale dell'[[ANPI]] (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che fu di tendenza socialcomunista.


: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine  tedesco di  evacuazione della  città ,  manifestazione  che  costrinse  il  comando  nazista a rinunciare ai  suoi  propositi.  Quanto  i  nazifascisti  temessero  il  movimento  partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare:  la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1  ottobre dopo aver  coperto di  sangue  le  Apuane  ed  Appennino, doveva seminare  il  terrore  nelle  popolazioni  e  fra  i  partigiani,  ma  ottenne  l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>
: «Davanti all'esigenza di porre fine al più presto alla guerra [[fascismo|fascista]] gli antifascisti apuani seppero comporre le diversità e le divergenze politiche, così che anarchici, socialisti, comunisti, repubblicani e cattolici si ritrovarono nelle file delle due brigate “Gino Menconi” e “Patrioti Apuani”, nelle Squadre di Azione Patriottica ([[SAP]]) della [[Federazione Anarchica Italiana]] (FAI) e nelle tante formazioni che operarono sulle Apuane e lungo il litorale.  Ma quanto la resistenza apuana fosse un fatto popolare è dimostrato dalla manifestazione organizzata dalle donne di  Carrara davanti all'ordine  tedesco di  evacuazione della  città ,  manifestazione  che  costrinse  il  comando  nazista a rinunciare ai  suoi  propositi.  Quanto  i  nazifascisti  temessero  il  movimento  partigiano apuano lo si può dedurre dalla ferocia con la quale cercarono di stroncarlo, privandolo dell'appoggio popolare:  la tragica marcia del maggiore Reder, iniziata il 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema e conclusasi a Marzabotto il  1  ottobre dopo aver  coperto di  sangue  le  Apuane  ed  Appennino, doveva seminare  il  terrore  nelle  popolazioni  e  fra  i  partigiani,  ma  ottenne  l'effetto contrario.» <ref>[http://www.resistenzatoscana.net/documenti/istruzioni.pdf Resistenza toscana]</ref>


== Note ==
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