Maria Luisa Berneri: differenze tra le versioni

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[[File:Giovanna caleffi.jpg|thumb|250 px|Maria Luisa  Berneri con la madre [[Giovanna Caleffi]] (al centro ed alla sua sinistra) e la sorella [[Giliana Berneri|Giliana]]]]'''Maria Luisa Berneri''' (Arezzo, [[1 marzo|1° marzo]] [[1918]] - Londra, [[13 aprile]] [[1949]]), é stata un'anarchica italiana, figlia di [[Camillo Berneri|Camillo]] e [[Giovanna Caleffi]] e sorella di [[Giliana Berneri|Giliana]].
[[File:Giovanna caleffi.jpg|thumb|250 px|Maria Luisa  Berneri con la madre [[Giovanna Caleffi]] (al centro ed alla sua sinistra) e la sorella [[Giliana Berneri|Giliana]]]]'''Maria Luisa Berneri''' (Arezzo, [[1 marzo|1° marzo]] [[1918]] - Londra, [[13 aprile]] [[1949]]), è stata un'anarchica italiana, figlia di [[Camillo Berneri|Camillo]] e [[Giovanna Caleffi]] e sorella di [[Giliana Berneri|Giliana]].
: «Le [[utopia|utopie]] autoritarie del XIX° secolo, sono principalmente responsabili dell'atteggiamento antiutopistico prevalente tra gli intellettuali di oggi. Ma le utopie non hanno sempre descritto società  irreggimentate, stati centralizzati e nazioni di robot. Tahiti di [[Denis Diderot|Diderot]] o Notizie di Morris ci hanno presentato utopie in cui gli uomini erano liberi da costrizione sia fisica che morale, in cui essi lavoravano non per necessità  o per un senso di dovere ma perché trovavano il lavoro un'attività  piacevole, in cui l'amore non conosceva leggi ed in cui ogni uomo era un'artista. Le utopie sono state spesso progetti di società  che funzionavano meccanicamente, strutture morte da economisti, politicanti e moralisti; ma esse sono anche stati i sogni viventi di poeti.» (Maria Luisa Berneri, ''Journey through Utopia'')
: «Le [[utopia|utopie]] autoritarie del XIX° secolo, sono principalmente responsabili dell'atteggiamento antiutopistico prevalente tra gli intellettuali di oggi. Ma le utopie non hanno sempre descritto società  irreggimentate, stati centralizzati e nazioni di robot. Tahiti di [[Denis Diderot|Diderot]] o Notizie di Morris ci hanno presentato utopie in cui gli uomini erano liberi da costrizione sia fisica che morale, in cui essi lavoravano non per necessità  o per un senso di dovere ma perché trovavano il lavoro un'attività  piacevole, in cui l'amore non conosceva leggi ed in cui ogni uomo era un'artista. Le utopie sono state spesso progetti di società  che funzionavano meccanicamente, strutture morte da economisti, politicanti e moralisti; ma esse sono anche stati i sogni viventi di poeti.» (Maria Luisa Berneri, ''Journey through Utopia'')


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