Patrullas de Control
Le Patrullas de Control («Pattuglie di controllo») del Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste di Catalogna sono state una forza di para-polizia rivoluzionaria incaricata di mantenere l'ordine pubblico durante la rivoluzione spagnola. In ogni quartiere di Barcellona, e in molti paesi limitrofi, i comitati gestivano le proprie milizie locali e coordinavano anche il reclutamento di miliziani/e.
Cos'erano le Patrullas de Control
Tra il 21 luglio e metà agosto del 1936 si formarono le pattuglie di controllo, sotto l'egida del Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste (CCMA), sostituendo così la Guardia de Asalto e la Guardia Civil, che ormai venivano considerate forze militari controrivoluzionarie.
Solo la metà dei 700 componenti delle pattuglie avevano la tessera CNT e FAI; l'altra metà aderiva alle altre organizzazioni che componevano il CCMA: POUM, Esquerra Republicana de Cataluña (ERC) e PSUC. Solo quattro delegati di sezione, sugli undici esistenti, erano della CNT: quelli di Pueblo Nuevo, Sants, San Andrés (Armonia) e Clot; altri quattro erano di ERC, tre del PSUC e nessuno del POUM.
Le Patrullas de Control erano dipendenti dal Comitato di investigazione del CCMA, diretto da Aurelio Fernandez (FAI) e Salvador González (PSUC). La sezione Centrale era diretta da due delegati delle Pattuglie, José Asens (FAI) e Tomás Fábregas (Azione Catalana).
Il salario dei pattugliatori era di dieci pesetas al giorno ed era pagato dal governo della Generalidad. I pattugliatori potevano effettuare arresti di sospetti; la prigione centrale si trovava nell'antico convento delle monache clarisse di San Elías.
Nello stesso periodo, a Valencia, dove il potere era nelle mani del Comité Ejecutivo Popular, venne dato vita ad una Guardia Popolare Antifascista, che aveva gli stessi compiti delle patrullas.
Ambito d'azione
Questo corpo di polizia rivoluzionaria agiva parallelamente alla Jefatura de Policía sotto la direzione della Junta de Seguridad del Comité (del CCMA). Le patrullas erano coordinate da una Segreteria Generale, ubicata nella Gran Vía delle Cortes Catalanas 617 di Barcellona. La struttura era divisa in undici sezioni territoriali, oltre alle pattuglie portuali e ferroviarie. I servizi di investigazione della CNT-FAI funcionavano al margine. Ogni sezione aveva un carcere per trattenere gli arrestati e un delegato. Il principale centro di detenzione si incontrava nell'ex-convento di San Elías, ai piedi del Tibidabo (collina di Barcellona). Il controllo delle sezioni si ripartiva tra i vari partiti rappresentati nel Comité. La CNT-FAI aveva il controllo della Sereteria Generale e la maggior parte delle sezioni.
In concreto, le Pattiglie si dividevano nelle seguenti sezioni operative:
- Prima, o Casco Viejo, nella strada Ancha 31, delegato Miguel Lastre (UGT). Aveva 58 patrulleros: 30 della CNT, 15 di ERC, 10 dell'UGT e 3 del POUM.
- Seconda, al bivio Aragón-Muntaner (Aragón 182). Delegato José Costa (ERC). Poteva contare su 48 patrulleros: 20 della CNT, 15 di ERC, 10 dell'UGT e 3 del POUM.
- Terza, Stazione del Norte-Barceloneta. Delegato Bac de Roda (ERC), con 58 patrulleros: 30 della CNT, 15 di ERC, 10 di UGT e 3 del POUM.
- Quarta, comprendeva i quartieri operai di Poble Sec e Casa Antúnez (Can Tunis). Il delegato era José Baqué (UGT). Era formata da 51 patrulleros: 28 della CNT, 10 di ERC, 10 dell'UGT e 3 del POUM.
- Quinta, dei quartieri operai de Sants e Hostafrancs, nell'Orfeó de Sants,nella via Galileo numero 9; suo delegato era “Mario”, della CNT. Era costituita da 53 patrulleros: 25 della CNT, 15 di ERC, 10 dell'UGT e 3 del POUM.
- Sesta: i quartieri della classe alta di Bonanova e Pedralbes, a Paseo della Bonanova 43. Suo delegato era Labré, dell'UGT. Aveva 58 patrulleros, dei quali 25 della CNT, 15 di ERC, 15 dell'UGT e 3 del POUM.
- Settima: Gracia e San Gervasio, in via Balmes 291. Suo delegato era Pedro R. Soler (ERC). Contava su 64 patrulleros: 30 della CNT, 15 di ERC, 15 dell'UGT e 4 del POUM.
- Ottava: nei quartieri operai de El Clot e nel quartiere di El Poblet, in via Xifré 25. Il delegato era Oliver (CNT). Poteva contare su 63 patrulleros: 30 della CNT, 15 di ERC, 15 dell'UGT e 3 del POUM.
- Nona: a Horta-Carmelo-Guinardó. La sua sede era al Paseo Maragall, 192. Suo delegato era Pere Portabella (ERC) ed aveva un totale di 60 patrulleros: 25 cenetistas, 15 dell'UGT e di ERC e 5 del POUM.
- Decima: nel quartiere operaio di San Andrés (via San Andrés, 52) e il suo delegato si chiamava Pérez (CNT). Aveva 62 patrulleros: 27 de CNT, 20 di ERC, 10 dell'UGT e 5 del POUM.
- Undicesima: ad Ateneo Colón, in via Pedro IV, numero 166, nel quartiere operaio di Pueblo Nuevo. Il delegato era Antonio López (CNT). Condividevano la sede con le Patrullas di San Adrián del Besós. Aveva un totale di 65 patrulleros: 30 della CNT, 20 di ERC, 10 dell'UGT e 5 del POUM.
I patrulleros della Central, sita nei pressi della scuola nautica della Plaza Palacio, contavano su 60 uomini: 25 della CNT, 15 di ERC, 15 dell'UGT e 5 del POUM.
Evoluzione delle Pattuglie durante la rivoluzione
Inizialmente le pattuglie di controllo svolsero veri e propri compiti di polizia, come per esempio a Barcellona, dove cercavano di mantenere l'ordine rivoluzionario durante la caotica, ma vincente, insurrezione popolare contro il golpe di Franco. Si voleva impedire che, approfittando della situazione, criminali comuni e provocatori creassero il panico tra la popolazione ed impedissero, più o meno consapevolmente, la normalizzazione rivoluzionaria.
In seguito, soprattutto le pattuglie in mano agli anarchici, agirono repressivamente contro i potenziali nemici della rivoluzione: clero, militari, simpatizzanti franchisti, capitalisti ecc. Secondo le accuse loro mosse, questo avveniva senza alcun rispetto della legalità e con modalità alquanto arbitrarie, ed ecco perché nel tempo le pressioni governative e del PSUC furono sempre più pressanti e finalizzate a chiedere il loro scioglimento e il ripristino dei precedenti corpi di polizia. In particolare furono gli anarchici ad esser accusati di eccessi, ma altrettanto spesso queste accuse venivano mosse dagli stalinisti, ovvero da quelli che nel fronte repubblicano erano i più acerrimi nemici del movimento anarchico ed avevano tutto l'interesse per diffamarli.
Il 24 ottobre 1936, il Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste approvò un decreto in base al quale le pattuglie dovevano avere un ufficiale di collegamento con la Questura. Fu l'anarchico José Asens ad assumere questo compito. Da quel momento ogni arresto doveva essere documentato ed approvato da lui stesso o dal suo segretario Gutierrez. Gonzalez Salvador, rappresentante dell'UGT nel Comitato, fu incaricato di ispezionare le attività di tutte le sezioni delle pattuglie.
Col passare del tempo il controllo governativo sulle pattuglie aumentò sempre più ed il 4 giugno 1937 fu ordinato lo scioglimento delle patrullas e la consegna di tutte le armi e dei distintivi in loro possesso. Molti dei suoi membri andarono al fronte per evitare rappresaglie. Il 9 giugno 1937 José Asens consegnò le chiavi delle Segretaria Generale.
Il ruolo delle pattuglie fu assunto dal Servicio de Información Militar (SIM) della Repubblica, sotto il controllo del PCE. Il SIM divenne un brutale strumento di repressione contro gli anarchici e tutti coloro che non si allineavano alla posizione istituzionale del PCE, che a sua volta riceveva gli ordini direttamente da Mosca.