Citazioni sulla delegazione

Da Anarcopedia.
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  • Gli uomini costruiscono così una terribile macchina di despotismo, la cedono a chi vuol prenderla, (e questo sarà sempre, secondo tutte le probabilità un essere moralmente decaduto), s'inchinano servilmente al padrone che si son dati, e si meravigliano in seguito che le cose vadan male per essi. (Lev Tolstoj)
  • Una massa che deleghi la sua sovranità, cioè la ceda a pochi singoli uomini, vi rinuncia, poiché il volere del popolo non è trasferibile come non lo è il volere del singolo. L'operazione elettorale è nello stesso tempo espressione e annientamento della sovranità della massa. (Robert Michels, La sociologia del partito politico nella democrazia moderna)
  • Le pecore vanno al macello. Non si dicono niente, loro, e niente sperano. Ma almeno non votano per il macellaio che le ucciderà, e per il borghese che le mangerà. Più bestia delle bestie, più pecora delle pecore, l'elettore nomina il proprio carnefice e sceglie il proprio borghese. Ha fatto delle rivoluzioni per conquistarne il diritto... (Octave Mirbeau)
  • Ebbene mio bravo elettore, [...] se solo tu avessi un po' di sale in zucca, se tu non fossi l'eterno abbruttito che sei, il giorno in cui i mendicanti, gli storpi ecc.ecc., insomma, tutti i vari mostri elettorali compariranno lungo la tua strada a mendicare, esibendo le loro piaghe coi moncherini pustolosi, se tu non fossi l'incorregibile re senza scettro, senza corona e senza regno che sei da che mondo è mondo, quel giorno te ne andresti a pescare con la lenza, o a dormire sotto i salici, o a nasconderti con una ragazza in un fienile, oppure a giocare a bocce da qualche parte, e li lasceresti là, quei personaggi mostruosi, a lottare tra loro, a sbranarsi e uccidersi. Quel giorno, vedi, potresti finalmente vantarti di aver compiuto l'unico atto politico e la prima buona azione della tua vita. (Octave Mirbeau, Le Figaro, 14 luglio 1889)
  • Personalmente, non credo che partecipare alla mischia elettorale sia una strada per la politica alternativa. Non per la schizzinosità delle classi medie - "la politica è sporca", oppure "tutti i politici sono corrotti" - ma perché credo che le battaglie dovrebbero essere combattute da una posizione di forza e non da una posizione di debolezza. [...] In un momento in cui l'opportunismo è tutto, quando la speranza sembra essere persa, quando tutto si riduce ad un cinico affare, dobbiamo cercare il coraggio di sognare. Per reclamare la romanticità di credere nella giustizia, nella libertà e nella dignità. Per tutti. Dobbiamo farne una causa comune, e per farlo dobbiamo capire come funziona questa grossa vecchia macchina - a favore di chi, e contro chi. Chi paga e chi ne approfitta. (Arundhati Roy, Quanto dovremo ancora scavare?, novembre 2007)